Luca De Vito e Ettore Livini per “la Repubblica”
DIPENDENTE IKEA
Turni e trasferimenti gestiti in base a variabili sconosciute. I ritmi di lavoro sono cresciuti ma domeniche e festivi ora sono pagati di meno Corsico ( Milano) L' effetto- Amazon colpisce ancora. E dopo aver mandato in crisi decine di piccoli negozi e librerie, alza il tiro e prova a fare la più illustre delle vittime: l'anima buona dell'Ikea.
«Gli svedesi ci hanno dato tanto e qui il lavoro non è duro come nei magazzini di Bezos» mette i puntini sulle "i" Giovanni (nome di fantasia come hanno chiesto i dipendenti con cui abbiamo parlato) sistemando i centrotavola natalizi nel punto-vendita di Corsico. Il vento però è cambiato. E il grande cuore del gruppo - capace di regalare decine di migliaia di prefabbricati ai rifugiati, produrre in proprio con fonti rinnovabili il 71% dell'energia che consuma, vendere solo salmone "allevato responsabilmente" e gamberetti " pescati salvaguardando gli stock ittici" - sembra battere un po' meno forte di una volta.
IKEA
«Quello che è successo negli ultimi giorni sarebbe stato impensabile due anni fa» ammette incredula Teresa al reparto tende: Marica Ricciuti, madre separata di due figli di cui uno invalido al 100% è stata licenziata dopo 17 anni «per una banale richiesta inascoltata di cambiamenti di turni» , dice Massimo Cuomo della Filcams- Cgil.
«Negli ultimi tempi ha lavorato solo 7 giorni al mese e si è autodeterminata l'orario senza preavviso», accusa l'azienda. Una causa dirà chi ha ragione, ma una cosa è certa già ora: l' incantesimo dell' oasi Ikea - uno story-telling fatto di responsabilità sociale e impegno civile (con il suo bel ritorno d' immagine) - traballa sotto i colpi "della concorrenza selvaggia della web- economy che ha abbassato l'asticella del lavoro" dice amaro Giovanni.
ikea
« Eravamo una grande famiglia non lo siamo più" sintetizza Teresa. I codici e i contratti interni prevedono aiuti alle madri per favorire - testuale - "la work-life balance con la possibilità di lavorare con orario flessibile o ridotto» . Il 58% dei dipendenti sono donne - recitano i bollettini aziendali - e Bélen Frau, numero uno in Italia, rivendica con orgoglio di essere diventata dirigente al nono mese di gravidanza. Tradurre le buone intenzioni in pratica però è sempre più difficile anche per gli svedesi.
AMAZON PIACENZA
«Vogliono un mondo migliore per tutti, con un' eccezione: i lavoratori Ikea» ride Luisa, collega in caffetteria di Marica. Il nemico pubblico numero uno, qui a Corsico, è il " cervellone". L' algoritmo tarato su picchi clienti, meteo, saldi e altre misteriose variabili che rimescola ogni sei mesi in una sorta di lotteria turni e reparti. «Gli unici parametri che non considera sono umanità e dignità - dice Luisa - Siamo madri di famiglia. Facciamo acrobazie per conciliare scuola, spesa, tempo libero. E ogni 180 giorni una macchina ci mette la vita sottosopra » .
telecamera nascosta in un magazzino amazon inglese
È l' economia, bellezza, dicono i cinici. «Io sono stata capo reparto quando le cose andavano meglio - dice Giovanna - Adesso i capi si adeguano ai comportamenti peggiori della concorrenza: sono rigidi, controllano tutto, non ti puoi fermare un attimo. E poi la storia di Marica. La gente qui ha paura » . I soldi, in teoria, non sono un problema. Ikea Italia è cresciuta nel 2016 del 4,5% incassando 1,7 miliardi. « Ma a noi hanno tagliato il pagamento delle domeniche, ridotto i festivi e chiesto di lavorare anche il 26 dicembre - dice Elena nella zona " notte" ( un europeo su dieci, si dice, è stato concepito in un letto Ikea) - Io oggi prendo 100 euro al mese meno dell' anno scorso » .
Sacrifici necessari per evitare di tagliare gli organici, ribatte l' azienda. Il malumore però - dopo le piccole manifestazioni spontanee per Marica - rischia di sporcare il curriculum quasi immacolato degli svedesi. Agli archivi c' è solo qualche problema nella filiera dei subappaltatori della logistica.
AMAZON PIACENZA
Più guai collaterali come il passato nazista del fondatore Ingvar Kamprad, i mobili costruiti nei campi di lavoro della Germania Est ( la società ha fatto mea culpa), la carne di cavallo finita non si sa come nelle mitiche polpette Ikea, uno spot " sessista" contro ragazze single in Cina e le immagini di donne rimosse dal catalogo saudita. Il giro di vite per reggere l' effetto- Amazon rischia però di rovinare il quadretto idilliaco.
La Uiltcus Nazionale ha lanciato su Change. org la petizione # Cambiaikea. I lavoratori - recita - pretendono «rispetto, considerazione, diritti » . A Corsico il 5 dicembre si chiederà solidarietà ai clienti a sostegno di Marica. «L' 83% dei dipendenti - dice Ikea è felice di lavorare qui». Ma il grande cuore svedese, forse, ha bisogno di un piccolo check-up.