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    “NEL COATTO MI RITROVO. SONO UN MISTO DI SPAVALDERIA E INDOLENZA ROMANA” - CLAUDIO AMENDOLA: "C’È UN ERRORE PROFESSIONALE CHE NON MI PERDONO, NON AVER FATTO 'IL BAGNO TURCO' DI OZPETEK” - DIPENDEVA DALL’ETICHETTA DA MACHO E SEX SYMBOL? "NON MI SONO VOLUTO METTERE IN GIOCO, SONO STATO UNO STUPIDO” – E POI SCHLEIN, MELONI E LA FINE DELLA STORIA CON FRANCESCA NERI: “IL DOLORE C’È STATO, MA OGGI..."


     
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    Estratto dell'articolo di Renato Franco per il “Corriere della Sera – Sette”

     

    claudio amendola in una scena de il patriarca claudio amendola in una scena de il patriarca

    Nella vita fuori dal set lui si sente «strafottente e timido» (così si è autodefinito a Belve ), del resto tutti noi camminiamo sul cornicione di una perenne contraddizione. Come capita a molti romani la sua è una inconfondibile cifra fatta di disincanto e cinismo, di sincerità e schiettezza, un impasto di magnitudine e disillusione che ha le sue radici in riva al Tevere perché a Roma si respira l’aria da capitale dell’Impero ma decaduta (sta forse qui l’origine di un cortocircuito che si procrastina da secoli).

     

    Il suo nome e il suo volto sono legati a doppio nodo a Vacanze di Natale (nel ruolo del borgataro) e a I Cesaroni (nel ruolo del romano verace) perché la sua griffe è sempre lì, ai piedi del Colosseo (ce l’ha tatuato sul braccio insieme al gladiatore, per mettere subito le cose in chiaro. Poi ha aggiunto sulla coscia una tigre, forse per alimentare la sua fama da coatto). Sebbene sia nato da famiglia ottima e borghese, a Claudio Amendola il ruolo del coatto riesce talmente bene che tanti hanno pensato che lui sia davvero così.

    claudio amendola in suburra claudio amendola in suburra

     

    Le ha dato fastidio questa nomea?

    «Ma no. Anzi. Io stesso ho cavalcato quel ruolo nei primi anni di carriera; quella del coatto è una bonaria etichetta che mi sono tenuto per tanto tempo e non rinnego in nessun modo: mi sento in qualche modo coatto nell’accezione migliore del termine, un misto di spavalderia e indolenza romana».

     

    (...)

     

    Nel Patriarca interpreta un imprenditore (Nemo Bandera) che ha portato la sua azienda (la Deep Sea) a essere una delle più importanti della Puglia, grazie alla sua abilità negli affari, ma anche grazie a traffici illeciti che hanno la base nel porto della sua città. Feroce, brutale, senza pietà. Uno a cui nemmeno se fosse vero si direbbe che le assomiglia...

    «Cerco sempre di trovare una risposta giusta a una domanda obbligatoria, ma questa volta nel personaggio che interpreto non c’è davvero niente di me».

     

    (...)

    claudio amendola e max tortora i cesaroni claudio amendola e max tortora i cesaroni

     

     

    Un errore professionale che non si perdona?

    «Non aver fatto Il bagno turco di Ozpetek, purtroppo parliamo ormai di uno o due secoli fa. È un film che non ho capito: non ho avuto il coraggio di interpretare quel ruolo».

     

    Dipendeva dall’etichetta da macho e sex symbol che l’ha sempre accompagnata?

    «Non mi ritrovavo in quel personaggio e non mi sono voluto mettere in gioco. Ho fatto un errore: sono stato proprio uno stupido».

     

    La critica è sempre stata poco generosa con lei. Si sente snobbato? Pensa di aver ricevuto meno consensi di quelli che pensava di meritare?

    «In realtà non me ne è mai importato tantissimo e ci ho fatto poco caso durante la carriera. Certo, c’è stato un tempo — durato molto poco però — in cui pensavo fosse giusto che meritassi un premio. Ma va bene lo stesso. Con il tempo sono diventato sempre più disincantato».

     

    Schietto e sincero («Sono stato dipendente dalla cocaina per qualche anno, poi ho capito che era il caso di smettere»), lei non ha mai fatto mistero della sua militanza a sinistra. Le piace la svolta del Pd con Elly Schlein?

    claudio amendola michele placido mery per sempre claudio amendola michele placido mery per sempre

    «Sì, mi piace. Ripongo la speranza che il nuovo corso possa riportare gente come me ad avere curiosità e passione, spero proponga qualcosa che possa risvegliarci... Del resto non è possibile che siamo tutti morti, da qualche parte staranno quelli che c’erano qualche tempo fa... penso anche che Schlein sia una nuova condottiera di cui ha bisogno anche la destra, perché senza un’opposizione intelligente, costruttiva e spietata, è pure più difficile governare. È come i registi che vogliono fare i film senza produttori: poi i soldi finiscono troppo presto».

     

    Di Giorgia Meloni si dice sempre: finalmente una donna al comando...

    «Mi colpisce soprattutto che si sottolinei continuamente che è un governo di destra. Mi sembra un po’ stupido far notare a un governo di destra che è di destra: che cosa ci si aspetta da una maggioranza cosi? Se non che prenda decisioni di destra. Poi però i nodi vengono al pettine, mi sembra stiano facendo il minimo sindacale per il loro elettorato e soprattutto nei campi dove possono farlo, all’interno dei nostri confini».

     

    claudio amendola in nero a meta claudio amendola in nero a meta

    Un primo matrimonio (e due figli) con la doppiatrice Marina Grande, poi nel 1997 l’incontro sul set ( Le mani forti ) con Francesca Neri: dopo 25 anni e un figlio vi siete separati. Come sta in questo momento?

    «Mi preme dire e mi piace sottolineare che c’è stato un enorme rispetto nei confronti della nostra separazione da parte del mondo dei media: forse significa che nei 25 anni in cui siamo stati insieme abbiamo seminato bene. Ho avvertito molta eleganza nel trattarla e nessuna pressione, a parte l’inevitabile rumore iniziale... Il dolore c’è stato, ma oggi non c’è più. Rimane il dispiacere di non essere riusciti ad andare fino in fondo e rispettare quello che per tanti anni ci siamo detti, ovvero il voler invecchiare insieme. Il resto rimane nella sfera più intima della mia vita e preferisco tenerlo molto, molto per me».

     

    La faccio sdraiare sul lettino dello psicologo: ha un incubo ricorrente?

    claudio amendola con francesca neri a cinecitta 2012 claudio amendola con francesca neri a cinecitta 2012

    «Una volta avevo l’incubo di arrampicarmi su pareti sempre più scoscese e con sempre meno appigli. Una situazione ansiogena, ma ho scoperto che è un classico della storia dei sogni. Oggi invece dormo bene».

     

    Le pareti son tornate a fare le pareti.

     

    LA CARRIERA DI UN FIGLIO D’ARTE

    QUARANT’ANNI SUL SET - Il debutto al cinema di Claudio Amendola risale al 1983: è Mario, il protagonista di Lontano da dove di Stefania Casini e Francesca Marciano. Nello stesso anno partecipa con Barbara De Rossi alla mini serie tv Storia d’amore e d’amicizia di Franco Rossi. Da allora tra film per il cinema e la tv, serie e cortometraggi ha recitato in 74 opere in quarant’anni di carriera.

     

    claudio amendola claudio amendola

    CINQUE VOLTE REGISTA - L’interesse per la regia, parabola comune a molti attori, si manifesta 10 anni fa, quando Amendola dirige il suo primo film, La mossa del pinguino, senza parteciparvi come attore. Tra gli interpreti Edoardo Leo, Ricky Memphis e Ennio Fantastichini. Da allora alla serie Il patriarca ha diretto altri due film (Il permesso - 48 ore fuori nel 2017 e I cassamortari nel 2022 e la serie Nero a metà nel 2018.

     

    TRE FIGLI E DUE MATRIMONI - Figlio degli attori Ferruccio Amendola (scomparso nel 2001) e Rita Savagnone (83 anni), è stato sposato due volte. Dal primo matrimonio, con l’attrice e doppiatrice Marina Grande, durato dal 1983 al 1997 ha avuto due figlie: Alessia, 39 anni, doppiatrice e Giulia (34), cantante e attrice. Dal secondo matrimonio, con l’attrice Francesca Neri (59), conosciuta sul set del film Le mani forti (1997), è nato invece Rocco, 24 anni. I due attori, sposati dal 2010, si sono separati lo scorso ottobre.

     

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