Estratti dell’articolo di Rosanna Scardi per il Corriere della Sera
claudio amendola con francesca neri a cinecitta 2012
Sul set è stato «buttato» da bambino, per caso, andando a trovare papà Ferruccio. Schietto e verace, Claudio Amendola ammette: «Un po’ il mio destino era segnato, è andata bene che i miei non facevano gli avvocati». Oggi, con una cinquantina di lungometraggi per il cinema alle spalle e un’infinità di serie tv, sta girando in Puglia la seconda stagione della fiction «Il patriarca», produzione Camfilm. L’attore romano è sia regista sia protagonista: interpreta Nemo Bandera, a capo dell’azienda ittica Deep Sea, che ha raggiunto il potere anche con mezzi illegali. La messa in onda sarà in sei prime serate a inizio 2025.
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Nella prima stagione il patriarca Nemo Bandera era alla ricerca di un erede alla guida dell’azienda. Cosa accadrà?
claudio amendola francesca neri
«Un erede c’è perché la figlia Nina è in dolce attesa. La serie riparte con il trigesimo dalla morte del figlio Carlo. Altro mi è proibito anticipare. C’è da dire che, rispetto alla storia, siamo cresciuti. Essendo passato parecchio tempo dal primo ciak, gli attori conoscono meglio i loro personaggi, hanno avuto tempo per riflettere».
Nemo è anche il capo della criminalità. Qual è la sua opinione sulla decisione del ministro Piantedosi di valutare l’ipotesi di scioglimento del Comune di Bari per presunte infiltrazioni mafiose?
«Non mi permetto di commentare vicende che non conosco. La politica mi ha deluso: è arrivato il momento che mi limiti a fare il mio mestiere di attore».
Lei non ha mai fatto mistero della sua simpatia verso il Pd.
francesca neri amendola
«Non ho mai votato Pd, mi colloco più a sinistra. Credo che, a 61 anni, possa considerarmi politicamente in pensione».
Tornando a Nemo, scopre di essere fragile a causa di una malattia degenerativa, l’Alzheimer. Qual è la sua fragilità?
«Nessuna. Se ne avessi, sarebbe stato inutile tutto il lavoro fatto su me stesso. Passi una vita a superare, a tramutare o accettare le tue fragilità. Semmai, ho una sensibilità diversa».
Da una decina d’anni si cimenta alla regia. Come si trova dietro la macchina da presa?
«Mi piace dirigere, soddisfa il mio smisurato ego (sorride, ndr). Credo sia un percorso un po’ banale che arriva a una certa età, una volta che hai acquisito esperienza e capacità: è gratificante, un lavoro pieno, la quadratura del cerchio».
claudio amendola francesca neri
Quale film avrebbe voluto dirigere?
«“C’era una volta in America” o uno qualsiasi di Quentin Tarantino, ma nessuno ne sarebbe capace. Sono contento dei film che ho fatto e diretto».
Lei è figlio di due attori, Ferruccio Amendola e Rita Savagnone. Il suo destino era già scritto?
«Forse sì. Se sei figlio di attori ti capita l’occasione di recitare da piccolo, da adolescente, da ragazzo. Un giorno, da bambino, andai a trovare mio padre in un set in Sardegna. Mi ritrovai buttato in scena. Per me era normale bazzicare i set. Poi capitò che un amico di mamma era in difficoltà: aveva bisogno di un ragazzo di 18 anni, romano. Lei gli rispose: è mio figlio. Io non avevo nessuna intenzione di presentarmi, ma mamma insistette. E la mia vita cambiò. Se i miei genitori fossero stati avvocati o elettricisti sarebbe andata diversamente. Menomale che erano attori».
claudio amendola francesca neri (2)
Che insegnamento le ha lasciato il suo papà?
«Mi ha insegnato il lavoro, l’importanza e la serietà che si deve a questa parte della vita, la puntualità, la memoria e… la Roma».
Lei è legato ai ruoli del romano verace e coatto. È vero che, tra i tanti tatuaggi, ha quello di un gladiatore sul braccio?
«È un centurione che sorge dal Colosseo (i gladiatori non erano romani, erano schiavi, bottino di guerre e conquiste). I tatuaggi sono un’espressione d’arte che comunica chi sei. Ho anche i volti di chi ho amato come De Andrè sul polpaccio, Agostino Di Bartolomei sulla gamba, gli indiani d’America su un braccio e sull’altro il triangolo della copertina di “The dark side of the moon” dei Pink Floyd».
Nella vita privata è stato sposato e ha avuto due figlie, Giulia e Alessia, dalla doppiatrice Marina Grande, poi nel 1997 l’incontro con Francesca Neri. Dopo 25 anni e un figlio, Rocco, la separazione. Per fortuna, non sotto i riflettori.
«Non per fortuna, per scelta, rispetto, educazione. E poi siamo stati sì fortunati a farlo quando si separavano Totti e Ilary. Anche volendo, la scena se la sarebbero presa loro».
claudio amendola claudio amendola il patriarca il patriarca claudio amendola 1 claudio amendola foto di bacco (3) il patriarca claudio amendola 4 Claudio Amendola Francesca Neri