Maria Giovanna Maglie per Dagospia
LA COREA DEL NORD SPARA UN MISSILE RIPORTA BLOOMBERG
Lo scontro nella penisola coreana è solo alle prime scaramucce. Un esempio? Poche ore fa l'agenzia di stampa cinese Xinhua si sbaglia e batte la notizia che un missile è stato lanciato nel giorno dell'anniversario di Kim Il Sung. Subito Bloomberg CBS e CNN riprendono la allarmante notizia, che prelude a un attacco americano di risposta come annunciato. Era un errore, a dimostrazione del clima di nervosismo mondiale, anche tra i siti di news in competizione.
LA VERA NOTIZIA DELL AGENZIA XINHUA
Ha fatto bene Trump a mostrare i muscoli, prima in Siria poi in Afghanistan e nel mare della Corea, con tanto di madre di tutte le bombe esibita come arma letale, e, tanto per gradire, facendo fuori un centinaio di mostri dell'Isis? È abbastanza folle e isolato il dittatore sanguinario nordcoreano Kim Jong Un da infischiarsene degli avvisi e provocare una guerretta, se non guerra nucleare, seguendo la regola che seguono tutti i dittatori, ovvero che più casino fai più duri?
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A Pechino pensano a un bluff americano o sono preoccupati sul serio di dover prendere alla fine una decisione sul dittatorello che continuano a tenere in piedi a forza di fame e disperazione di un popolo intero? Da questa parte del mondo ce ne frega qualche cosa o la Cina è sempre è definitivamente lontana, almeno fino a che non ti ritrovi un missile vicino al posteriore?
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Domandine di Pasqua mentre scorrono alcune immagini di una manifestazione che sembra un film comico a Pyongyang, ma di comico non c'è niente. Se non capiamo come andrà a finire, fa fine sfoggiare informazioni con numeri e sigle sulle armi in dotazione. Niente è più divertente delle esegesi di noi giornalisti pseudo esperti di arte della guerra. O meglio niente è più divertente fino a che la guerra non scoppia sul serio.
leader kim
Le probabilità sono molto basse, se parliamo della parte americana. È evidente che se possibile gli Stati Uniti non intendano assumersi la responsabilità della devastazione che colpirebbe la Corea del Sud alleato e insieme alla Corea del Sud le truppe Usa di stanza nel Paese.
Le mosse americane, descritte allegramente in questi giorni dai giornali italiani come frutto della imprevedibilità del presidente americano Trump, qualcuno addirittura mette insieme Trump e Kim senza rendersi conto della mostruosità di quello che dice, rappresentano un avvertimento. Il pericolo nordcoreano è forte, è imminente, è incontrollabile, e questo è un fatto.
La nuova Amministrazione americana non ha voglia di stare sotto scacco, ritiene che negli otto anni di Barack Obama gli Stati Uniti abbiano abbondantemente perso il proprio ruolo e le proprie prerogative di grande potenza tanto in Estremo Oriente quanto in Medio Oriente e in Europa, con una politica di continua esitazione e di linee rosse fissate e ogni volta lasciate scavalcare agli avversari, con un lassismo che ha incoraggiato la pratica terroristica.
kim jong un 3
Pensa anche che il dittatore Pyongyang sia isolato dal mondo ed da tempo sotto sanzioni, che una sola nazione lo sostiene anzi lo tiene in vita. È la Cina comunista. Il commercio tra Cina e Corea del Nord è completo e proficuo. Se venisse meno questa fonte di valuta estera, Pyongyang fallirebbe in pochi mesi.
Questo ragionamento ha spinto Trump a proporre al presidente cinese in visita negli Stati Uniti e poi a ripetere lo stesso messaggio: la Cina aiuti gli Stati Uniti a risolvere il problema nord coreano, ne ricaverà un netto vantaggio economico e valutario, se non lo fa sappia che è finita l'epoca in cui non succede niente, si fanno minacce a vuoto, questa volta ci penseranno gli Usa e i loro alleati.
I quali alleati sono naturalmente spaventati, ma non è che l'attuale situazione sia meno pericolosa, si tratta di decidere se continuare a fare lo struzzo con la testa nella sabbia e il culone per aria. La Corea del Sud sta lì davanti, in caso di conflitto sarebbe comunque colpita. Il Giappone teme da tempo che Kim possa usare gli enormi arsenali di armi chimiche contro l'arcipelago.
È una situazione delicata, che è diventata ancora più sensibile alla luce di notizie secondo le quali oggi, festa nazionale, Kim Jong Un avrebbe ordinato come provocazione estrema il sesto test nucleare della sua storia. Conta su un'antica impunità, garantita a suo nonno, a suo padre e poi a lui prima dalla protezione dell'Unione Sovietica poi della Cina.
donald trump xi jinping
Il presidente americano ha detto che un altro test nucleare non sarà tollerato, che lui non è come Obama o come Bush e Clinton prima di Obama. Vedremo, il weekend non è ancora finito e non c'è soltanto un anniversario come data pericolosa.
Per coloro che ritenessero quello di Trump un improvviso capriccio e che si siano appunto spinti a mettere sullo stesso piano il presidente degli Stati Uniti d'America e il dittatore della disgraziata Corea del Nord, forse potrà essere utile leggere l’accurato anche se privo di conseguenze rapporto stilato per le Nazioni Unite dall'australiano Michael Kirby, capo di una commissione speciale incaricata di indagare sulla condizione dei diritti umani in Corea del Nord.
La relazione finale sostiene che la persecuzione dei tre dittatori succedutisi in dinastia abbia dimensioni senza precedenti nel mondo di oggi, e che si tratti di crimini contro l’umanità molto simili a quelli compiuti dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale.
may day stadium fondatore kim ii sung
Le Nazioni Unite hanno basato il rapporto su centinaia di testimonianze dirette, da cui hanno ottenuto le prove dell’esistenza di torture, esecuzioni e detenzioni arbitrarie e la sostanziale mancanza di qualsiasi forma di libertà di espressione e religiosa.
Scrive Kirby: «Quando vedo nella mia mente quell’immagine dei corpi bruciati, ricordo le memorie risalenti alla fine della Seconda Guerra Mondiale, e relative agli orrori e alla vergogna e allo shock. Non avevo mai pensato che nella mia vita avrebbe potuto essere mio dovere svelare al mondo episodi di quella stessa natura»
lanciamissimi kn 08 a piazza kim il sung corea del nord
Kirby conclude: «Ora la comunità internazionale sa. Non ci saranno più scuse per la fallimentare inazione giustificata dalla mancanza di conoscenza».
Il rapporto della commissione raccomanda alle Nazioni Unite di riferire la grave situazione della Corea del Nord al Tribunale Penale al quale naturalmente Pyongyang non ha mai aderito ne teme iniziative serie dell'Onu perché nel Consiglio di Sicurezza c'è la Cina con potere di veto.
Nei campi di prigionia segreti, noti come kwan-li-so, si ritiene siano stati uccisi centinaia di migliaia di nordcoreani, e le famiglie delle persone rinchiuse in questi campi, dice il rapporto dell’ONU, non vengono informate della fine dei parenti. Farli sparire rafforza il clima di terrore.
kim jong il con il figlio kim jong un
Il rapporto descrive anche le torture a cui vengono sottoposte le donne che il regime crede siano rimaste incinte da uomini cinesi. In questo caso la alleanza non conta, I bambini di sangue misto inquinano la “purezza razziale” imposta dal regime di Pyongyang nel paese, così queste donne vengono rinchiuse nei campi di prigionia, segue l’annegamento dei neonati oppure gli aborti forzati con percosse, sostanze chimiche o con interventi chirurgici senza anestesia. L’ONU ritiene che oggi nei campi di lavoro nordcoreani siano rinchiusi tra gli 80mila e i 120mila prigionieri politici. Buona Pasqua.
COREA DEL NORD pyongyang preghiera pe ri leader