Maria Giovanna Maglie per Dagospia
Che lo voglia o no, il New York Times la spiega benissimo “Donald Trump, un bugiardo, bullo, donnaiolo, un ammiratore dei dittatori, sta trasformando l’America in modo destinato a durare nel tempo, un modo che ha lasciato le persone perbene senza parole, arrabbiate e stupefatte".
La campagna di odio che da giornali e TV si tenta di lanciare anche nella vita quotidiana degli americani, con appelli di alcuni esponenti democratici a cacciare i trumpiani dai ristoranti, dalle scuole, dalle spiagge, minacciandoli, inseguendoli e insultandoli nelle loro case, non sembra sortire grandi risultati sul piano dell'agenda politica. Tutt'altro.
Abbiamo detto molte volte dei numeri stellari dell'economia e di qualche sostanzioso successo in politica estera, che ora sarà messo alla prova dal vertice della Nato, dalla visita a Londra e dal summit con Putin. Ma è nei gangli del sistema giudiziario, e del potere politico che ne consegue, che Trump ha segnato successi significativi nelle ultime settimane, e i 9 Severi giudici della Corte Suprema, sia pur alcuni obtorto collo, gli sorridono.
ANTHONY KENNEDY DONALD TRUMP
Consultori privati tenuti all'informazione pro aborto, contributi obbligatori dei lavoratori ai sindacati, bando di ingresso per i cittadini di Paesi sospetti di terrorismo: tutte sentenze a favore del presidente, tutte fondamentali e inappellabili, a meno che il Congresso non cambi la legge o la stessa Corte in un successivo analogo ricorso, non facile da ottenere, cambi opinione.
Per dare un'idea di quanto sia importante la Corte Suprema degli Stati Uniti, supremo tribunale giudiziario che con le sue sentenze modifica o mantiene inalterato il costume nazionale, l'annuncio che uno dei 9 giudici, Anthony Kennedy, alla fine di luglio lascia il suo scranno e si ritira, è diventata la notizia del giorno, più importante del Summit Trump Putin il 16 luglio prossimo, e perfino più importante dello scontro furibondo in vista delle elezioni di midterm fra democratici di opposizione e repubblicani al governo. Anzi, è l'argomento centrale della campagna elettorale
RONALD REAGAN NOMINA ANTHONY KENNEDY ALLA CORTE SUPREMA
Sulla possibilità di tenere bloccata la nomina del nuovo giudice fino a dopo le elezioni,si e’ già scatenato un autentico delirio del partito democratico.
Sarebbe inopportuno, dicono, per il presidente Trump scegliere il sostituto di Kennedy a tre mesi dal voto.
Non andrà così, elezioni congressuali e potere del presidente di scegliere un giudice di Corte Suprema, e del Senato di esaminarlo e approvarlo, non sono collegati. C'entra invece la speranza Democratica di riprendersi la maggioranza a novembre, quindi di poter con successo bloccare una nomina che denunciano come inevitabilmente conservatrice.
ANTHONY KENNEDY
Nella opposizione ci sono inevitabilmente esagerazioni e cose non vere. La Corte Suprema è stata divisa fra quattro giudici liberali e quattro conservatori più un moderato cosiddetto swing, in grado cioè di spostarsi a seconda dell'argomento, anche negli anni di Obama. Per il presidente di turno degli Stati Uniti è una questione di fortuna. Visto che un giudice della Corte Suprema resta in carica finché vive o finché non decide di andarsene, può capitare di non doverne sostituire uno per anni, per due intere presidenze.
Quando due anni fa è morto Antonin Scalia, famoso esponente conservatore e testualista, cioè applicatore rigido della Carta costituzionale, Obama credeva di avere l'opportunità di alterare l'equilibrio della Corte, ma I repubblicani in maggioranza al Congresso hanno impedito una qualunque nomina, ed è toccato a Trump, il quale ha scelto un altro costituzionalista puro come Neil Gorsuch.
antonin scalia
Ora che Kennedy se ne va, tutti a dire che la Corte si sposterà ancora più a destra, ma quel giudice definito di centro e moderato fu scelto da Ronald Reagan, nelle sentenze politiche più importanti si è schierato con i colleghi conservatori, e anche ora, dimettendosi in tempo per essere sostituito prima del voto di midterm, ha fatto un grande favore di commiato al presidente Trump.
Anche perché’ prima di chiudere per la pausa estiva, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha dato a Trump e alla sua constituency numerose sentenze favorevoli.
1) Ha dichiarato incostituzionale una legge dello Stato della California che obbligava tutti gli enti privati di servizi medico-sanitari pre-natali a comunicare ai propri clienti che lo Stato riserva loro l’accesso al sistema pubblico di “salute riproduttiva”, che prevede contraccezione e aborto. La legge prevedeva l'informazione obbligatoria, pena sanzioni pecuniarie all'istituto, anche per pazienti che non richiedessero contraccezione o aborto anche a chi non lo richiedeva.
Ebbene, la Corte Suprema ha ritenuto incostituzionale questo obbligo informativo, tra le proteste degli attivisti pro aborto che dicono che così si lasciano le donne a gestire gravidanze indesiderate. Ma la Corte ha protetto, secondo il primo emendamento della Costituzione che garantisce la libertà di parola e di pensiero , medici e personale contrari all'aborto per ragioni religiose dal dover esprimere messaggi contrari alle loro convinzioni. Macchinoso ma significativo risultato, che non può che essere piaciuto a Trump che è vicino alle organizzazioni pro vita.
LA CORTE SUPREMA DEGLI STATI UNITI 2
2) La Corte Suprema, in una delle decisioni più attese e controverse dell'anno, ha concluso che i dipendenti pubblici che non aderiscono alle unions non devono versare contributi al sindacato del settore. Un simile obbligo, hanno sostenuto i giudici, è incostituzionale. anche se i lavoratori beneficiano della contrattazione collettiva, i cui costi sono sostenuti dal sindacato che è tenuto a rappresentare gli interessi di tutti. La sentenza ne ha ribaltata un'altra di 40 anni fa finora data per scontata, ed è un colpo al cuore per il Partito Democratico al quale le Unions, già in crisi, sono vicine.
3) Attesa in una diatriba vecchia di più di un anno infine, la sentenza con la quale la Corte Supreme ha ritenuto costituzionalmente legittimo il “travel ban”, ovvero l’ordine esecutivo presidenziale che limita l’ingresso negli Stati Uniti ai cittadini di Iran, Libia, Corea del Nord, Siria, Venezuela, Yemen e Somalia.
RUTH BADER GINSBURG 4
Sono Stati che, secondo la Casa Bianca, gestiscono o condividono in maniera approssimativa le informazioni sui propri cittadini, o che non forniscono le necessarie garanzie per la sicurezza nazionale americana. Intorno a questo bando di ingresso si è scatenata tutta la magistratura liberal e progressista americana, sentenze contrarie di giudici federali di alcuni distretti, fino al ricorso alla Corte Suprema.
La quale ha preso in esame importanti questioni giuridiche: i poteri del presidente in base all’Immigration and Nationality Act del 1952; il possibile pregiudizio anti-islam del provvedimento. Quest'ultimo è stato liquidato rapidamente. Solo alcuni Paesi islamici, non la maggior parte, sono stati presi in esame, e ci sono anche Venezuela e Corea del nord, quindi si tratta di un provvedimento preso in base alla sicurezza, e non al pregiudizio. Quanto ai poteri dell’ immigration Act, si tratta di una legge vecchia più di 60 anni che concede al presidente ampi poteri di decisione e discrezione, poteri e autorità ai quali si deve deferenza, affermazione che in tempi di scontro politico basato sull’odio e la non accettazione del ruolo di questo presidente è significativo.
RUTH BADER GINSBURG
Inoltre, quei Paesi sono stati indicati anche in periodi politici diversi come pericolosi per infiltrazione terroristiche.
Tutte queste sentenze sono state presa a stretta maggioranza, 5 a 4, i giudici liberal furiosi hanno scritto opinioni dissenzienti molto forti, e si capisce perché vista la riaffermazione delle prerogative presidenziali, ed anche perché è stata spuntata l'arma della propaganda su Trump dipinto come razzista.
Certo è che la maggioranza conservatrice e moderata della Corte Suprema ha retto perfettamente alla prima fase di presidenza Trump senza cadere nella trappola della tempesta mediatica né di quella dell'opposizione isterica democratica.
Altrettanto certo è che due giudici del fronte liberal progressista hanno più di 80 anni, e una di loro, Ruth Ginsberg, è seriamente malata, possiamo dire che resiste più per ragioni politiche che personali. A Trump, insomma, potrebbe capitare la sorte di eleggere tre-quattro giudici, cambiando completamente per decenni la faccia della Corte Suprema, e di conseguenza l'equilibrio sociale e l'adeguamento giuridico del Paese. Un colpo mortale per il politically correct dominanti finora.
alexandria ocasio cortez con cinthya nixon
Tutto riporta alle elezioni di metà novembre. Va detto che di solito il partito di opposizione vince questa elezioni contro il partito del presidente perché agli americani piace che ci sia un bilanciamento dei poteri, ed essendo il potere esecutivo del presidente tanto preponderante, tendono a contrapporgli un Parlamento in mano all'opposizione. Quanto questo sarebbe utile nella situazione di scontro furibondo attuale, con una buona parte del Partito Democratico che non ha mai accettato la sconfitta del 2016, è da vedere .
Soprattutto e’ da vedere se ce la faranno, perché ci deve essere un problema mondiale di chiarimento e rilancio del Partito Democratico a tutte le latitudini.
alexandria ocasio cortez
Le primarie dell'ultimo martedì non sono state rassicuranti . Se nel partito repubblicano hanno vinto ovunque i candidati di Donald Trump, tra i democratici di New York è successa una catastrofe. Il Corrispondente Unico Collettivo l'ha raccontata solo in parte.
È vero che ha vinto una ragazza sconosciuta della batteria di Bernie Sanders, Alexandria Ocasio-Ortez, 28 anni, una che vuole eliminare i controlli alle dogane e alle frontiere, Insomma una ultrà di sinistra, e già questo porterebbe un problema di identità al partito democratico.
Ma soprattutto la ragazza ha vinto contro un pezzo grosso del partito, Joe Crowley, per appoggiare il quale si erano mobilitati tutti i big da Andrew Cuomo a Hillary Clinton, del quale si scriveva che una volta eletto a furor di popolo a novembre, sarebbe stato il prossimo speaker della Camera. Invece li hanno messi KO, lui e la nomenclatura.
ANDREW cuomo