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    AMICHE MIE - L’AMANTE DI MARONI E LE ALTRE: “CI ASSUMONO AGGIRANDO LE NORME”. CURRICULUM? “CHE COSA CI DEVO METTERE DENTRO? NON HO FATTO UN CAVOLO!” - LA RASSEGNAZIONE: “SONO STANCA DEL FATTO DI ESSERE LEGATA A UNA PERSONA PER POTER LAVORARE”


     
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    Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera

     

    MARIA GRAZIA PATURZO MARIA GRAZIA PATURZO

     «Il nostro contratto è stato bloccato alla Corte dei Conti, capito? Per questo ci hanno dovuto instradare in due società diverse», cioè in Expo spa (al 20 per cento della Regione Lombardia) per Maria Grazia Paturzo e in Eupolis (controllata dalla Regione) per Mara Carluccio. Incarichi retribuiti da soldi pubblici alle due amiche del presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni: più chiaro di così, basta ascoltare quanto Paturzo candidamente riassume a Carluccio allorché la prima soluzione, e cioè contratti direttamente con la Regione, trova uno stop in prospettiva alla Corte dei Conti.

     

    Dall’inizio, del resto, le consulenze appaiono solo dei vestiti su misura: «Per me le cose sono a buon punto — spiega il 18 novembre 2013 Paturzo a Carluccio —, sto aspettando il contratto e ho parlato già con il Presidente... e ha detto “se per te va bene iniziamo domani a lavorare”... Me l’ha detto, perché ha detto che “per te è una società pubblica e c’è bisogno del bando”, però ha detto chiaramente...».

     

    Roberto Maroni e Isabella Votino Roberto Maroni e Isabella Votino

    Che non siano millanterie lo conferma la telefonata di Maroni a una sua funzionaria: «Mara e Maria Grazia che lavorano qua... hanno bisogno di un riferimento su in Regione per tutte le cose che servono e quindi ho dato il tuo come riferimento... Ti manderanno un messaggio dai loro cellulari, e tu sai che quando ti chiamano sono qui a lavorare per noi... per la causa... per la gloria», dice Maroni con tono ironico subito raccolto dalla funzionaria regionale che tra una risata e l’altra gli risponde «va bene, va bene presidente».

     

    Anche il contratto della Carluccio è palesemente concordato: «Sì, praticamente l’ho fatto io l’oggetto della... l’abbiamo fatta insieme questa insomma», Paturzo rassicura il capo segreteria di Maroni, Ciriello, che ansioso le chiede «Altri dettagli? Tu sei d’accordo?».

     

    E le competenze, il curriculum, le esperienze? Tutto si supera: «Sto producendo una relazione da inviare alla società», dice Paturzo ridendo all’amica, «che cosa ci devo mettere dentro? Non ho fatto un cavolo. Io non so che ci devo mettere dentro, incredibile! Vabbeh in qualche modo la devo elaborare».

     

    Roberto Maroni Roberto Maroni

    Una che non apprezza la situazione è la portavoce di Maroni, Isabella Votino, che un giorno con Maroni protesta al telefono: «Va bene tutto, ma farmela ritrovare a lavorare con noi mi sembra davvero scorretto. Potevi almeno dirmelo». Tanto che, quando l’inchiesta viene a galla, Votino (intercettata ma non indagata) sembra assorbirla quasi con minor trepidazione degli amici che, come il 16 luglio 2014 il vicedirettore generale della radiofonia Rai Antonio Marano, le telefonano «per esprimere solidarietà a Maroni»: «Eh mio caro purtroppo che ti devo dire — gli risponde Votino —, sinceramente sono veramente stufa, però, come dire, faremo anche in questo caso buon viso a cattivo gioco... Spero che lui regga, perché poi sai è uno che non è abituato alle... di penale!».

     

    ISABELLA VOTINO E ROBERTO MARONI jpeg ISABELLA VOTINO E ROBERTO MARONI jpeg

    Del resto, persino chi si giova di questo andazzo avverte che non sia proprio il massimo della vita. È il caso della stessa Paturzo, che, alla madre che suole dirle «Maroni ha sempre fatto così, ma l’importante è che il 27 ti arrivi il mensile», una volta invece si sfoga. E confida «di essere stanca del fatto di essere legata a una persona per poter lavorare». 

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