Ignazio Mangrano per “la Verità”
Matteo Renzi appoggiava il premier maltese Joseph Muscat, costretto a dimettersi dopo il coinvolgimento di alcune figure a lui vicine nell' inchiesta sull' omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia.
Panorama, nel numero da oggi in edicola, ricostruisce in un ampio reportage firmato da Fausto Biloslavo cui è dedicata la copertina, la rete di relazioni del Bullo sull' isola. Si comincia dal 29 maggio 2017: cinque mesi prima di venire uccisa, la giornalista investigativa postava sul suo blog una foto simbolica. L' ex premier italiano figura assieme al primo ministro maltese Muscat e a Chris Cardona, numero due del partito laburista nell' isola.
MUSCAT RENZI
Nell' immagine la moglie di Muscat, Michelle, e Sandro Gozi, fedelissimo di Renzi, che fino al 2018 era sottosegretario di Palazzo Chigi con delega agli Affari europei.
Muscat e Cardona, ministro di lungo corso, sono oggi nei guai per le rivelazioni delle ultime settimane e l' arresto dell' imprenditore Yorgen Fenech, che avrebbe pagato circa 350.000 euro per l' omicidio della giornalista, fatta saltare in aria il 16 ottobre 2017. Il premier ha promesso di dimettersi il prossimo 12 gennaio 2020.
Cardona, autosospeso dalla carica di ministro dell' Economia, è stato poi riconfermato.
Il 29 maggio 2017, Daphne postava un titolo sul suo blog: «Il fattore comune fra Blair, Renzi e Muscat: il gasdotto dell' Azerbaigian». L' ex premier inglese Tony Blair ha lavorato come consulente di Baku su un grande progetto: quello delle «pipeline» che porteranno il gas azero in Puglia. A Renzi e Muscat starebbe poi a cuore un altro gasdotto fra la Sicilia e Malta.
Lo stesso servizio di Panorama indaga poi le amicizie di Renzi sull' isola, ancora più evidenti nel video di Palazzo Chigi sulla visita a Palazzo Vecchio a Firenze del 6 maggio 2016. L' allora premier italiano fece da cicerone a Muscat nella città di cui fu sindaco, accompagnato da un codazzo di maltesi. Fra i presenti, un po' defilato, c' è Keith Schembri, il capo di gabinetto dal 2013 di Muscat su cui pende l' accusa di essere sodale dell' imprenditore che avrebbe pagato i killer di Daphne.
MATTEO RENZI JOSEPH MUSCAT
«Daphne è stata uccisa per impedirle di rivelare la corruzione che coinvolge l' ufficio di Joseph Muscat. Ora si scopre che il suo ufficio è implicato nell' omicidio e negli sforzi intrinsecamente collegati per insabbiare il caso e ostacolare la giustizia», denuncia poi a Panorama David Casa, veterano maltese dell' Europarlamento, che conosce bene i rapporti con l' Italia.
Sulle relazioni molto strette con Renzi non ha dubbi neppure Corinne Vella, sorella della giornalista uccisa, che nel servizio di Biloslavo sostiene che sui rapporti con il nostro Paese ci sia «qualcosa che ancora non conosciamo. Perché l' Italia ha accettato più volte l' arrivo dei migranti anche quando si trovavano nella zona di ricerca e soccorso maltesi?
Chiaramente esisteva un accordo fra Muscat e Renzi, ma era segreto». Renzi e Muscat hanno smentito ripetutamente qualsiasi patto sui migranti, ma il rapporto fra i due è sempre stato d' acciaio.
Antonio Tajani, numero due di Forza Italia e già presidente del Parlamento europeo, ha infatti dichiarato che «Renzi ha sempre spinto Muscat verso la presidenza del Consiglio europeo». Il rottamatore risulta insomma l' alleato internazionale che più si è speso per Muscat.
MATTEO RENZI JOSEPH MUSCAT
In un tweet del 10 gennaio cinguettava: «L' uomo che ha risolto la vicenda dei migranti è un premier, ma non è Conte. Tifa Milan, ma non è Salvini. Parla italiano, infatti non è Di Maio.
Si chiama Joseph Muscat ed è il premier di Malta. Non a caso Salvini lo attacca: perché sa che Muscat è un leader, non come lui». L' ex premier avrebbe forse potuto mostrare maggior prudenza, visti i gravi fatti di cronaca su cui si indaga ora sull' isola.
L' uomo di Renzi che ha continuato a lavorare per Muscat è Sandro Gozi, assunto come consulente, non meglio specificato, nell' ufficio del premier maltese. Ma che cosa faceva a Malta e a quali condizioni economiche? Il 9 aprile 2015, poco più di un anno dopo l' insediamento a Palazzo Chigi, Renzi volava a Malta a inaugurare l' elettrodotto che collega l' isola alla Sicilia. «È costato 200 milioni di euro e 100 milioni erano a carico del bilancio europeo. Dal punto di vista energetico un chiaro favore ai maltesi» spiega una fonte al cronista di Panorama in edicola da oggi.
All' inaugurazione Muscat e Mizzi, ministro dell' Energia, annunciavano che la cooperazione con l' Italia prevedeva un progetto di 159 chilometri di tubi sottomarini da 400 milioni di euro, in parte finanziati dall' Unione europea, da Delimara, l' hub energetico maltese, a Gela in Sicilia.
Nel luglio di quest' anno, infine, è stato siglato l' accordo per il gasdotto che verrà completato nel 2024. «L' intera operazione non nasce sul mercato, ma è stata organizzata a livello politico e vale 1 miliardo e 200 milioni di euro» spiega ancora il servizio del settimanale diretto da Maurizio Belpietro.