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    AMMAZZA ‘STI PISCHELLI QUANTA VOGLIA HANNO DI MENARE LE MANI - “VI ASPETTIAMO DOMANI. VEDETE CONTRO CHI VI STATE METTENDO” - LA SFIDA LANCIATA IERI SU INSTAGRAM TRA I RAGAZZI DEI QUARTIERI AURELIO E PRATI IL SOSPETTO È CHE ANCORA UNA VOLTA IL “RING” SARÀ LA TERRAZZA DEL PINCIO E VILLA BORGHESE - FURTI E AGGRESSIONI IN STRADA, MANETTE PER LA BABY GANG, INCUBO DI ROMA NORD. TRA LORO ANCHE IL FIGLIO DI UN SOTTOUFFICIALE DELL'ESERCITO...


     
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    Flaminia Savelli per “il Messaggero”

     

    Le chat sono incandescenti. E i messaggi sono inequivocabili.

     

    maxi rissa al pincio roma maxi rissa al pincio roma

    Con i ragazzi coinvolti di almeno due quartieri di Roma nord, Aurelio e Prati: sui loro profili social si sono battezzati 17 e 18. Seguendo la divisione secondo le 155 zone urbanistiche della Capitale. Solo un' ipotesi investigativa, mentre le lancette dell' orologio corrono veloci.

     

    Perché nei messaggi che si sono scambiati, l' appuntamento per la resa dei conti è fissato per domani: «Questo sabato - scrive uno del distretto 18- vedete contro chi vi state mettendo.

     

    Noi vi aspettiamo». Ma gli agenti del distretto Prati da ieri stanno monitorando non solo i profili social. Restano infatti molti ancora i punti da chiarire. Uno su tutti il luogo della nuova sfida. Il sospetto è che ancora una volta l' incontro si terrà tra la terrazza del Pincio e Villa Borghese: «Nel week end, come già disposto, verranno rinforzati i controlli nei punti più sensibili tra l' Aurelio e Prati. Lo stesso anche nel Centro storico» precisano gli investigatori che stanno seguendo le tracce lasciate nella rete.

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    L' allerta è altissima anche se gli elementi sono ancora pochi. Ecco perché i poliziotti sono al lavoro pure su segnalazioni e risse avvenute in zona. Il sospetto infatti è che i ragazzi possano aver avuto scontri già nelle scorse settimane e che questo nuovo appuntamento sia un regolamento di conti in piena regola.

     

    I PRECEDENTI Mentre non si arresta l' onda lunga delle maxi risse organizzate tra giovanissimi. Una moda pericolosa lanciata lo scorso dicembre. Con le discoteche, i locali e i pub chiusi per le direttive sanitarie, sono le piazze e le terrazze romane i nuovi luoghi di aggregazione. Dove però spesso la situazione degenera. Come era accaduto al Pincio lo scorso 4 dicembre, quando dopo giorni di insulti e inviti in centinaia si erano ritrovati sulla terrazza.

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    Tutti giovanissimi e da ogni quartiere della città. Tra queste anche due compagnie rivali del Casilino che nei giorni precedenti si erano scontrate per il furto di un cellulare. Durante gli scontri, ripresi con i telefonini dagli stessi partecipanti alla rissa, un ragazzo era rimasto ferito mentre in quattro sono stati poi fermati e denunciati per lesioni e rissa aggravata. Episodi analoghi si sono ripetuti: a febbraio a Villa Borghese a Casal Palocco, protagoniste delle ragazze. Infine le più recenti. Una il 29 marzo a Isola Sacra a Fiumicino, comune alle porte della Capitale.

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    Dopo insulti e provocazioni sui profili social, due gruppi di ragazzi si erano dati appuntamento in un giardino del quartiere: un ragazzo è stato accoltellato e per altri otto è scattata la denuncia. Infine l' ultimo scontro, sabato scorso a Villa Borghese. La polizia ha accertato che pure in questo caso, la scintilla era partita da alcune storie pubblicate su Instagram. Ma dalla rete sono presto passati ai fatti: in 50 sono stati poi stati fermati dagli agenti.

     

     

    MANETTE PER LA BABY GANG

    Paolo Chiriatti per “il Messaggero”

     

    Sui social avevano creato una chat ristretta per commentare le loro imprese: «Er pariolino l' avemo massacrato, e poi quell' artro che gli avemo levato le scarpe frà... Secondo me sta ancora in prognosi riservata ar Gemelli». Le rapine? Quasi un gioco, un modo per mettersi in mostra anche contro gli altri ragazzi del Pincio. Sono otto i ragazzi sottoposti a misure cautelari per una serie di rapine messe a segno in serie, due nell' arco della stessa giornata. Il più vecchio della banda ha 20 anni, il più giovane appena 16.

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    IL BRANCO

    Gli investigatori del commissariato Viminale, diretto da Mauro Baroni, li hanno rintracciati tutti, dopo aver esaminato le immagini di telecamere di sorveglianza e i tabulati telefonici. Uno dei baby rapinatori infatti aveva avuto l' idea di utilizzare il cellulare rubato a un ragazzo inserendo la sua scheda sim.

     

    Non solo: dopo aver utilizzato l' apparecchio rubato lo ha fotografato e postato sui social. Da lì è stato facile risalire a tutta la banda. Alcuni hanno ammesso subito, altri hanno mostrato una scorza che non ha lasciato indifferenti gli investigatori.

     

    Tra loro c' è anche il figlio di un sottufficiale dell' Esercito, che è stato consigliere dell' ufficio legislativo presso il ministero della Difesa. Un altro, nonostante le attenzioni dei genitori, era già stato segnalato come assuntore di droga. Alcune settimane fa per tentare di evitare un controllo di polizia aveva ingerito la dose di cocaina appena acquistata. La riserva di caccia preferita dalla gang era il Pincio, dove il gruppo provocava anche contro le altre comitive: «Appena annamo là in mezzo alla gente, appena adocchiamo qualche pischello, è subito automatico proprio che ce se ntoppa la vena». Un aspetto che chi indaga vuole approfondire: la banda potrebbe aver preso parte alla maxi rissa scoppiata al Pincio lo scorso 5 dicembre.

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    I COLPI Sono quattro i colpi attribuiti con certezza al branco, uno il 23 gennaio sulla scalinata del Pincio contro un ragazzo, massacrato a calci e pugni e rapinato delle scarpe: un paio di Adidas da 300 euro, rivendute poi in rete. L' amico che era con lui è stato preso a pugni. E ancora al Pincio, lo scorso 30 gennaio: un ragazzo viene accerchiato, picchiato e rapinato di un cappellino e di una catenina d' argento.

     

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    Meno di un' ora dopo due minorenni vengono circondati e rapinati nel sottopassaggio della linea A della metropolitana a Termini. Uno di loro viene anche picchiato con due pugni sul volto per un cellulare, qualche decina di euro e un paio di cuffiette. Nella chat passavano il tempo a celebrare loro stessi: «Pure davanti a e guardie avemo fatto una vorta: quello là cor cappelletto, ce stavano accanto e guardie. Quando ce stamo noi succede sempre er devasto».

     

    Non una semplice spacconata: uno di loro avrebbe fatto delle allusioni su altre rapine, alcune messe a segno altre fallite, al Pincio, a piazza Euclide e in un parco nella zona di Montesacro.

     

     

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