Luca Pallanch per “la Verità”
agostina belli
C' era un tempo, nemmeno troppo lontano, in cui il cinema italiano esportava all' estero non solo film, ma anche attori e attrici, chiamati a ruoli da protagonisti in tutta Europa, in particolare oltralpe.
È il caso di Agostina Belli, che negli anni Settanta e Ottanta ha recitato con Jean-Louis Trintignant, Philippe Noiret, Oliver Reed, Yves Montand, Claude Brasseur, Kirk Douglas, Peter Ustinov, Fernando Rey e persino con Fred Astaire. Con la naturalezza che la contraddistingueva sugli schermi Agostina Maria Magnoni, in arte Agostina Belli, ripercorre la sua straordinaria carriera.
Com' è entrata nel mondo del cinema?
profumo di donna agostina belli vittorio gassman
«Lavoravo alla Rinascente, a Milano, e facevo la contabile. Un giorno ho letto un' inserzione su un giornaletto che si chiamava Ciao Amici. Cercavano ragazzi e ragazze che sapessero ballare per girare una scena di Banditi a Milano di Carlo Lizzani. Diecimila lire al giorno per tre giorni di riprese. Caspita, diecimila lire al giorno, io ne prendevo sessanta per lavorare tutto il mese!
La scena era al Piper di Milano. Con alcune amiche abbiamo deciso, invece di andare al lavoro, di fare questa esperienza. Ci siamo presentati per il provino e c' erano tantissime modelle, tutte bellissime. Al contrario di queste modelle che avevano portato dei book stupendi, con foto 30x40, io mi sono presentata con una fototessera 2x2! C' era scritto: "Portate una fotografia": chi non è dell' ambiente pensa a una foto tessera! Questa cosa ha fatto talmente ridere l' aiuto regista che ha detto a Lizzani: "Guarda 'sta ragazza: è così carina!"».
AGOSTINA BELLI LANDO BUZZANCA - LA CALANDRIA
Anche grazie alla fototessera è stata scelta...
«Non è finita qua. Lizzani mi ha scelta per far parte dal gruppo che ballava al Piper, poi mi ha fatto girare una piccola scena da sola, nella quale fuggivo dalla polizia che stava per arrivare, e lui è rimasto colpito perché non faceva in tempo a dare il ciak che io ero già scattata.
Allora mi ha detto: "Vieni a Torino che c' è una scena con una ragazza che deve fare l' ostaggio e tu sei giusta per quel ruolo perché lei deve avere occhi azzurri e capelli mori. Sei così brava che, se ti va, puoi fare questa scenetta".
Altro che scenetta! In macchina i rapinatori che mi avevano preso in ostaggio hanno cominciato a picchiarmi perché uno di loro, interpretato da Don Backy, inavvertitamente si era tolto il bavaglio che lo proteggeva e io avevo visto la sua faccia. Ero terrorizzata: dovevo piangere, urlare, scalciare, mentre loro mi schiaffeggiavano, poi mi hanno buttato fuori dalla macchina.
agostina belli 8
Una scena pazzesca, da attrice vera. Alla fine Lizzani era sorpreso: "Non è possibile che non hai mai recitato!". "Le assicuro che è vero, non ho mai visto una macchina da presa in vita mia, è la prima volta". "Hai una naturale spontaneità, devi coltivare la recitazione". Così ho iniziato a lasciar perdere la vita della Rinascente».
A Milano è stata subito protagonista de Il terribile Ispettore di Mario Amendola, con un giovanissimo Paolo Villaggio.
«Altra storia incredibile. Mi hanno preso, ma non mi hanno dato tutto il copione, solo le pagine che riguardavano il mio ruolo. Mi sono limitata a lavorare per una settimana, dieci giorni, e giravamo sempre in un appartamento.
PAOLO VILLAGGIO AGOSTINA BELLI IL TERRIBILE ISPETTORE
Il film è uscito e non è che abbia avuto un grande successo: era un film commerciale, senza pretese, nato sulla scia de Il Medico della Mutua con Alberto Sordi. Molti anni dopo, in un evento a Roma con molti attori, ho incontrato Paolo Villaggio, che mi ha salutato: "Mi fa piacere rivederti, ho visto che hai avuto molto successo, complimenti.
Hai fatto una bella carriera". "Sì, grazie, rispetto al film che abbiamo fatto a Milano, dove facevo una piccola parte...". "Come una piccola parte? Eri la protagonista". Io non avevo visto il film, era uscito per pochi giorni e nessuno mi aveva avvisata. Pensando a quei quattro fogli, non mi ero resa conto che ero la protagonista!».
È vero che ha fatto un accordo con suo padre per venire a Roma? Avrebbe dovuto sfondare entro sei mesi, altrimenti sarebbe dovuta ritornare a Milano?
«È verissimo, ma a Roma mi hanno subito presa per interpretare la moglie di Giancarlo Giannini in Mimì metallurgico ferito nell' onore».
È stata scelta da Lina Wertmüller?
ALDO MACCIONE AGOSTINA BELLI - DUE CUORI, UNA CAPPELLA
«Dal suo aiuto regista. Quando Lina mi ha visto in sala trucco, è stata contenta della scelta, però mi ha trasformato: mi ha messo una parrucca riccia sulla testa, lasciandomi tre dita di fronte, con una matita da trucco mi ha fatto le occhiaie e poi anche la linea dei baffi».
L' ha imbruttita, altrimenti quale marito avrebbe potuto tradirla!
«Non ci avevo mai pensato! Ho girato solamente una scena con Mariangela Melato, che interpretava l' amante, perché io ero rimasta in Sicilia, mentre lei e Mimì stavano a Torino.
È stato incredibile incontrarla, ci siamo riconosciute subito: anche lei lavorava alla Rinascente, come vetrinista. "Che fai qui?". "Faccio l' attrice. Ho il ruolo di Rosalia Mardocheo, la moglie di Mimì". "E io faccio l' amante, scusa"».
Ha cominciato subito a lavorare anche all' estero con grandi attori, a cominciare da Richard Burton in Barbablù di Edward Dmytryk.
marcello mastroianni agostina belli doppio delitto
«Avevo molta soggezione di lui perché dovevo recitare in inglese, lingua che non conoscevo. Ho imparato le mie battute con l' aiuto del mio compagno di allora, che era americano, e ho recitato le mie scene perfettamente, addirittura con uno slang americano.
Alla fine dei provini, Richard Burton mi è venuto vicino e ha cominciato a parlarmi e io, molto timida, non sapevo come rispondere, mi avrà preso proprio per un ebete, finché ho chiamato qualcuno: "Digli che io non so l' inglese. Ho imparato le battute e basta!".
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Richard si è messo a ridere e mi ha fatto tradurre che ero talmente perfetta nell' accento che non si era accorto per niente. Ogni volta che mi incontrava sul set scoppiava a ridere. Un giorno mi ha invitato a provare una scena nella sua enorme roulotte.
Mi ha offerto da bere, poi abbiamo recitato le scene e mi ha detto: "Very good! Brava, brava". In quel momento è arrivata all' improvviso Liz Taylor! È entrata dentro la roulotte e gli ha urlato delle frasi in inglese che ovviamente non ho capito.
Mi sono messa in un angolo, lei mi guardato con due occhi feroci e io sono scappata dalla roulotte. Lei, sapendo che Burton stava facendo un film con donne bellissime come Raquel Welch, Virna Lisi, Marilù Tolo, gelosa com' era, è arrivata lì per coglierlo di sorpresa».
E invece Fred Astaire, con cui ha recitato in Un Taxi color malva di Yves Boisset?
agostina belli philippe noiret un taxi color malva
«Fred Astaire ha fatto quel film perché la figlia aveva una casa in Irlanda. L' hanno voluto a tutti i costi e lui ha accettato per questo motivo. È stato due-tre mesi con la figlia e mi ha invitato a casa. La Rai ha mandato una troupe a intervistarmi perché sapevano che un' attrice italiana lavorava con il grande Fred Astaire e hanno intervistato anche lui».
Era simpatico?
«Aveva le movenze del ballerino in qualunque situazione, era un piacere guardarlo e stare con lui. In quel film c' era anche Peter Ustinov, che mi ha regalato una pipa Peterson, che ho ancora, guai chi me la tocca! Ho fatto una fotografia per Paris Match con la pipa in mano. Fumavo la pipa perché sono un lupo di mare. Ho navigato molto con la mia barca a vela».
marcello mastroianni agostina belli doppio delitto
Marcello Mastroianni
«Penso che sia stato l' attore più dolce, più simpatico, più amabile tra quelli con cui ho lavorato. In quel film guidavo la Lambretta. Io ho sempre guidato le moto, anche molto grandi. In una scena del film Marcello doveva venire in moto con me, ma lui non se la sentiva, aveva paura. "Marcello, io so guidare bene le moto. Ti devi fidare".
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Non ci credeva. È stato difficile convincerlo: gli ho fatto vedere che con la moto non avevo problemi. "Lo vedi che sono veramente capace? Non ti preoccupare, monta su". Ho una foto bellissima in Lambretta, lui dietro con la faccia seria aggrappato a me».
Il film che le ha dato grande notorietà è stato Profumo di donna di Dino Risi.
agostina belli profumo di donna
«Dopo Malizia di Samperi c' era un po' di competizione tra Laura Antonelli, me e Ornella Muti, eravamo tutte e tre conosciute e ricercate. In quel periodo, agli inizi degli anni Settanta, ho fatto due film di grande successo, L' ultima neve di primavera e Sepolta viva, e i produttori Adriano De Micheli e Pio Angeletti mi hanno offerto Profumo di donna.
Io ero veramente onorata di fare un film con Dino Risi e Vittorio Gassman, ma ho saputo dopo che ero stato scelta perché volevano lanciare la coppia Agostina Belli e Alessandro Momo, che veniva dal successo di Malizia con Laura Antonelli. Il copione non prevedeva delle scene erotiche tra di noi, però in cartellone i nostri nomi avrebbero attirato il pubblico.
agostina belli quando l'amore e' sensualita' 3
Dino Risi non era contento di questa scelta un po' commerciale, voleva un' attrice napoletana di teatro, un' altra cosa rispetto a me. Ho conosciuto Gassman, Momo e Dino Risi, che non mi aveva ancora visto. Io ero intimorita da questi due grandi mostri del cinema soltanto a nominarli, figurarci a lavorarci insieme. Ero terrorizzata».
Poi Risi l' ha chiamata come protagonista assoluta per Telefoni bianchi.
«Il fatto che dopo Profumo di Donna Risi abbia voluto ancora me è stata una grande soddisfazione. In Telefoni bianchi ho avuto modo di conoscerlo meglio: la sua verve, il suo umorismo molto particolare, con il quale ti prendeva sempre in giro.
agostina belli, frederic de pasquale revolver
A Venezia, dovevo fare una scena con Cochi Ponzoni. Avevo visto un film con Shirley MacLaine e mi sono detta: "Voglio recitare come ha fatto lei". Mi ricordavo tutto, la faccetta, i movimenti... Alla fine della scena Risi ha battuto le mani, mi è venuto incontro, mi ha detto: "Brava" e mi ha dato un bacio. È stato veramente bello. Telefoni bianchi ha avuto un grande successo in Francia, dove sono ancora amata, anche perché ho lavorato molto lì».
Il pubblico non l' ha mai tradita.
«È vero. E voglio cogliere l' opportunità per ringraziare con sentito affetto i miei ammiratori che mi hanno confortata e seguita, dandomi l' opportunità di crescere nella mia carriera. Devo a loro il successo e sono loro eternamente grata. Così come auguro ai lettori de La Verità di realizzare i loro sogni. E li abbraccio tutti».
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