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    AMORI E BOLLORI DI ELEONORA GIORGI: "HO DETTO NO A ALAIN DELON, JACK NICHOLSON E ALBERTO MORAVIA. ALLA FINE HO AVUTO UN NUMERO DI UOMINI PICCOLISSIMO. HO SEMPRE AVUTO PAURA DEL SESSO” – TROISI, DE CARLO E RIZZOLI: “UN ANGELO LO DIVENTA DAVVERO. AVEVA PROFONDI PROBLEMI MA SIAMO STATI FELICI. CIAVARRO? L’HO AMATO, NELLA SUA PAURA DI SBAGLIARE” – “ORA NON HO UN COMPAGNO. ESISTE UNA FIGURA DISCRIMINATA E NON PREVISTA DEL DECRETO ZAN, CHE È LA DONNA SOPRA I 60 ANNI, DI CUI DAGOSPIA PUÒ SCRIVERE 'LE CARAMPANE' O 'LE VECCHIACCE'. UNA SESSANTENNE NON È UNA…”


     
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    Estratto dell’articolo di Arianna Finos per www.repubblica.it

     

    eleonora giorgi eleonora giorgi

    Eleonora Giorgi si è appena trasferita nella nuova casa ai Parioli, nel salotto ancora gli scaffali da riempire e scatole di libri, al muro il ritratto di nonna Katò, bellissima signora bruna dai capelli corti. Un ritorno alle origini.

     

    […] Lei è andata a vivere da sola presto.

    “Sì, e mi sono fidanzata a 14 anni. Il paradosso che io divento al cinema la Lolita nuda, ma in realtà avevo avuto un solo ragazzo, Gabriele. […] Ho saputo che esisteva l'omosessualità al mio primo film. […] Io, che non sono alta e sono formosa, esordisco fotomodella di taglie forti per Annabella”.

     

    Il primo incontro al cinema con Fellini e Roma, 1972.

    eleonora giorgi marcello mastroianni in oltre la porta eleonora giorgi marcello mastroianni in oltre la porta

    “Sì, ero andata a vivere con Gabriele, ci prendono nella scena dei motociclisti, sono un puntino tra gli altri in Piazza Euclide. Ma Fellini l’avevo incrociato ragazzina, […] voleva me e mia sorella per fare le ragazzine del suicida in La dolce vita. E un’altra volta sulla spiaggia, sempre con Gabriele, Fellini mi aveva predetto che avrei fatto cinema, mi aveva detto di andare a Cinecittà”.

     

    Il debutto con Storia di una monaca di clausura, scritto e prodotto da Tonino Cervi.

    eleonora giorgi angelo rizzoli eleonora giorgi angelo rizzoli

    “[…] Ho dovuto sostituire Ornella Muti, che era diventata famosa con il film di Damiano Damiani, era conosciuta anche in Spagna. Cervi aveva incontrato tutte le aspiranti attrici. Io andai per curiosità, per competizione con mia sorella, con il cappello di paglia e le zeppe, buffa, carina. Lui si incantò, mi chiese di fare questo provino, erano solo delle foto.

     

    Mi fecero indossare il vestito di Charlotte Rampling, mito assoluto della mia generazione, di Addio, fratello crudele che a me non entrava, ricordo il momento umiliante con i costumisti che stringevano i lacci del bustino come dannati. E poi c’era la scena di spogliatoio, mi era chiaro che fosse una specie di allusione. […] Gabriele delle scene di nudo disse: 'Ma che importa, il mondo è cambiato'. Alla conferenza stampa sono spigliata, piaccio ai giornalisti. Poi partiamo per Londra, in moto, dieci giorni. L’esame era saltato per via del film. Torno e scopro che avrò un contratto per quattro anni.

     

    Inizio Appassionata, il personaggio diventa una Lolita d'Italia. Da allora, mentre Gabriele resta ragazzo, io entro in un mondo di adulti. I set per me erano come stare con professori e preside, a scuola. Io e Gabriele ci lasciamo”.

     

     

    Con Ornella Muti sul set?

    ornella muti eleonora giorgi appassionata ornella muti eleonora giorgi appassionata

    “La prima vola che la vedo penso che sia la donna più bella del mondo, denti come perle, occhi pazzeschi, vestita firmata, mentre io sono una studentessa. Sul set c’è tra noi una sotterranea competizione per avere le attenzioni: Tonino era furbissimo, si divertiva come un pazzo, godendo nel dividerci. E il convento tutto costruito dentro al Palatino, il più bel teatro di posa del mondo. La mia vicina di camerino era Elizabeth Taylor”.

     

    Com’era?

    “Lontanissima. Dicevano fosse spesso ubriaca, sottobraccio con il produttore, ricordo un certo Peppe il Roscio, terribile: 'Elisabeth!', urlava e le pizzicava il fondoschiena. Quando facevo la principessa invece che la novizia volevo che lei mi vedesse con quei costumi […]'”.

    eleonora giorgi con il figlio andrea rizzoli eleonora giorgi con il figlio andrea rizzoli

     

    Si lascia, poi c’è Alessandro Momo.

    “La mia prima storia con uno del cinema, ma con origini comuni. All’epoca vivo da sola, lavoro tanto, sono introversa. Ma Alessandro è un ragazzo di questo quartiere, mio padre e suo nonno si conoscevano.

     

    Lui aveva una Honda piccola, io avevo comprato la moto di Gabriele. Era un pazzo vivacissimo. Lui girava Profumo di donna, ero in casa e mi sento chiamare dal cortile, è lui: 'Sono venuto a fare un giro'. Era venuto via dal set perché in quel mondo maschilista che c’era allora avevano sfottuto una comparsa, la 'comparsaccia', una vecchia signora procace,e a lui questo non era piaciuto.

     

    eleonora giorgi storia di una monaca di clausura eleonora giorgi storia di una monaca di clausura

    Poi io parto per Londra con degli amici del cinema, serate, sfilate di moda…torno, avevo prestato la moto ad Alessandro. Lui mi dice 'vado a lezione, poi te la restituisco'. Sto da amici, ma mio padre mi trova: 'Alessandro è caduto dalla moto, corri al Santo Spirito'. Arrivo che c’erano solo i genitori, lui era morto, me lo hanno fatto salutare. Un grandissimo trauma”.

     

    Una crisi profonda, la droga.

    “La morte di Alessandro, la solitudine, è stato troppo. Ma entra nella mia vita Angelo (Rizzoli ndr): ho sempre sognato con i libri, ho avuto sempre un senso romantico della vita e lui un angelo lo diventa davvero. Aveva anche profondi problemi. Ma siamo stati felici. La grande crisi è il risveglio con la Finanza in camera da letto. E quello che mi hanno fatto dopo…io sono una donna fiera, umile ma fiera. Non voglio il ritratto di una persona che ha subito torti gravi. […]”.

     

     

    Prima delle cronache giudiziarie eravate una coppia socialmente molto corteggiata.

    angelo rizzoli con eleonora giorgi e il figlio andrea angelo rizzoli con eleonora giorgi e il figlio andrea

    “Sì, ne ridevamo, lui era più riservato e introverso di me. Poi sono successe cose molto pesanti. Ho passato gli ultimi trent’anni a ricostruire tutto quello che è successo davvero. Alla fine di quell'anno tragico, di arresti, in cui io scopro un mucchio di follie di cui non mi va di parlare […].

     

    […]  Perché il suo è stato uno dei primi esempi in Italia di un'operazione economico politica che ha usato un braccio giudiziario. […] Alla fine di tutto questo è chiaro che io sono bruciata, e dico ad Angelo di ricominciare. […] Ho mantenuto un rapporto grande con il pubblico che mi ha scelta brillante, ottimista, buona, senziente, un po’ ingenua. Tra tutti i miei film amati c’è questo personaggio. Faccio cinquant’anni di carriera a giugno, da quell’esame mancato, dal primo set”.

     

    […] Torniamo ad Angelo Rizzoli.

    “[…] Dopo la vicenda giudiziaria lui si lega a Berlusconi. Io gli faccio questo ultimatum. Così mai più. Perché io vedo che tutto ricomincia, uguale come prima. Ma non avevo capito, non ero abbastanza matura, che quella era l’azienda di suo nonno e c’era stato un furto e uno smacco, perché le testate erano fiorenti, l'azienda non aveva dei buchi, c'erano dei buchi per i soldi da dare ad Agnelli, avevano comprato sto maledetto Corriere della Sera, ma l'azienda era sana.

    laura antonelli e alessandro momo in malizia laura antonelli e alessandro momo in malizia

     

    I politici tornavano nella nostra villa, vivevamo al di sopra delle nostre possibilità e io non volevo. Io dicevo prendiamo una casa a New York, nascondiamoci, inventiamoci una nuova vita, lui mi disse che ero una piccola borghese. 'Io non accetto critiche da nessuno, meno che mai da mia moglie, la porta è quella, se vuoi'. Non era vero, ma io ne ho approfittato. Perché non potevo, non volevo. Però a me lui è mancato. Siamo rimasti molto legati”.

     

    […] Rimpianti o pentimenti?

    “Mi sono divertita a stilare mentalmente un elenco di tutte le volte che ho detto no a uomini considerati fantastici, da Alain Delon a Jack Nicholson fino ad Alberto Moravia. Mi sono detta: ma perché ero così? Perché tutti quei no? Ero traumatizzata dal fatto che al cinema mi avevano trasformato in un oggetto del desiderio.

     

    eleonora giorgi e carlo verdone borotalco eleonora giorgi e carlo verdone borotalco

    Alla fine ho avuto un numero di uomini piccolissimo. Perché avevo paura di essere usata, perché probabilmente ero immatura. Adesso mi sono pentita di avere avuto sempre paura del sesso e degli uomini e quindi poter dire sì solo con il grande amore, sennò no. Ho capito troppo tardi che avrei dovuto avere lo stesso coraggio da esploratrice che avevo nella vita, anche con gli uomini. Chiedo scusa a tutti loro perché sono stata una stupida”.

     

    paolo ciavarro eleonora giorgi paolo ciavarro eleonora giorgi

    A Warren Beatty ha detto sì.

    “Grande seduttore, una di quelle persone che usano armi psicologiche, adorano il narcisismo, la seduzione. Era un incredibile uomo di charme, ti faceva parlare, e aveva abitudini riservate, come me.

     

    I nostri vicini a Los Angeles erano Marlon Brando e Jack Nicholson. Brando non l’ho conosciuto, mentre un pomeriggio arriva una spider e un tizio con gli occhiali scuri e la camicia hawaiana, era Nicholson. Devo dire che lui si era fatto avanti quando non stavo più con Warren.

     

    eleonora giorgi nino manfredi nudo di donna eleonora giorgi nino manfredi nudo di donna

    […] Un ricordo bello fu quando Warren volle mostrare a un gruppo di amici Borotalco, ero stata premiata a Montreal. Ma, quando inizia la proiezione mi accorgo che la copia mandata da Cecchi Gori non ha i sottotitoli. Sobbalzo, ma Jack mi fa un cenno. Si guardano il film facendosi molte risate. 'Fantastico'".

     

    Il film in cui si è piaciuta di più?

    “Sicuramente Borotalco, l'unico dei miei film dove io, grazie alla fiducia di Carlo, che era un coetaneo, non avevo più 'presidi' e 'professori', ero con la mia generazione. Sicura di me ho costruito il personaggio, dentro e fuori, usando persino le mie scarpine turchesi…”.

     

    […] L'incontro con Massimo Troisi?

    “Sì, una storia d’amore breve, ai tempi di Non ci resta che piangere […]. Dopo la separazione da Angelo, in uno stato emotivo particolare, accetto un invito di un operatore turistico insieme a mezzo mondo del cinema.

    ELEONORA GIORGI MASSIMO TROISI ELEONORA GIORGI MASSIMO TROISI

     

    […] Una mattina Massimo mi racconta: 'Ho fatto un sogno bellissimo, ero su un’isola, io e mille donne belle e disponibili'. Rispondo: 'Io invece vorrei stare su un'isola col più figo del mondo che non mi vuole…'. Era poetico, pigro, spiritoso, sempre con Sergio Leone, in caftano, al bar. Io e la Muti siamo le attrici più giovani ad aver visto quel cinema.

     

    Ecco perché dopo Borotalco sono rimasta senza fiato per il fatto che Verdone non mi avesse richiamato. Pensavo a noi come a una nuova coppia comica, Sordi-Vitti, anche se loro sono irraggiungibili. Quando gira Io e mia sorella con Ornella Muti ero in Inghilterra, resto ferita, è spaventoso per me. Il personaggio di ragazzina rock, quello del film, ero io. Ho girato Compagni di scuola, un piccolo ruolo dopo quaranta film da protagonista. Mi sentivo mortificata ma non l’ho mostrato. Bisogna essere umili”.

     

    Adriano Celentano?

    eleonora giorgi. eleonora giorgi.

    “Uno degli uomini più sexy mai incontrati. Quando ho fatto il film con lui ero incinta e innamoratissima di Angelo, ma quando entra nella stanza sono comunque colpita dal suo sex appeal animalesco, che prescinde la sua volontà. Lui un lento, una bionda che parla veloce, personaggio che ho usato sul set anche con Pozzetto, Dorelli, Villaggio…”.

     

    Massimo Ciavarro, Sapore di mare 2.

    “Ci conosciamo sul set di Sapore di mare 2, io penso ad altro, la crisi con Angelo. A Forte dei Marmi in roulotte, bussa il regista ed entra con questo angelo, un putto, saltella da una gamba all'altra. Prima di uscire mi sussurra 'ahó io non te garantisco niente, le battute ecc'.

     

    funerale costanzo eleonora giorgi foto di bacco funerale costanzo eleonora giorgi foto di bacco

    L’ho amato, nella sua paura di sbagliare. La nostra scena culto è 'pizza fredda e birra calda', mi fanno tutti la battuta. L’ho amato non da cotta, quasi da sorella, non che non ci fosse il sesso, ma l’affinità, era un’oasi di verità, semplicità, di valori basici, sani. Siamo stati insieme dieci anni, a un certo punto mancava il romanticismo.

     

    Dopo che ci siamo lasciati, poi abbiamo fatto una piccola casa di produzione insieme. Lui mi odia per questo, perché effettivamente non era più il tempo dell'artigianato artistico. E poi è sparito di punto in bianco, per sempre, dalla mia vita. Lo vedo ogni tanto perché è nonno, ci sentiamo pochissimo. È la sua natura, è tenebrosissimo”.

     

    Andrea De Carlo?

    massimo ciavarro eleonora giorgi sapore di mare 2 massimo ciavarro eleonora giorgi sapore di mare 2

    “Era il ragazzo che avrei dovuto incontrare dopo Gabriele, un’affinità creativa pazzesca. […] Durata sei anni, ma lui con un piede dentro e uno sul pianerottolo. [..] Ero divisa tra lui e i figli, non avevo tempo per me. Non c’era parità, ne ho sofferto”.

     

    Oggi?

    “Non ho un compagno. Anche perché secondo me, nonostante stia tutto cambiando molto velocemente, esiste una figura discriminata e non prevista del decreto Zan, che è la donna sopra i 60 anni, di cui tranquillamente Dagospia può scrivere 'le carampane' o ' le vecchiacce'. Una sessantenne non è una merce sul mercato dell’amore. Ci avete allungato la vita ma dobbiamo fare trent’anni da vedove". […]

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