Francesca Angeleri per il “Corriere della Sera” - Estratti
«Non mi aspettavo questa attenzione».
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È pomeriggio e Giuliana De Sio scende dalla sua stanza d’albergo già perfetta. Esile, boccoli disegnati, la voce sussurrata e la sensazione che non si senta la grande attrice che è.
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Lei ha sofferto di depressione. Come va?
«Ci campo, con la depressione. Però, in quanto grande depressa, mi sento comunque coraggiosa, perché l’ho combattuta questa malattia. A testa alta, per tutta la vita».
Con quali mezzi?
«Innanzitutto il mio lavoro. È stata la cosa più importante per me. Anche se è sempre più stancante, sempre più difficile».
Perché?
«Gli attacchi di panico mi vengono sempre più spesso. Più forti. Ci sono volte che salgo in scena e non so dove sono. Chi sono. Ma ho imparato a gestirli e il pubblico non se ne accorge».
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Cosa le toglie di più questa malattia?
«La depressione non fa percepire i sentimenti. A me sembra di non provarne. L’altro giorno parlavo con la mia amica Andrée Ruth Shammah e mi diceva che, recitando, ne trasmetto invece tanti. E non importa alla fine se non ne sento, c’è ancora un canale misterioso che mi permette di esprimerli. Da qualche parte ce li avrò».
I complimenti le danno fastidio?
«Mi imbarazzano. C’è stato un danno a monte. Sono stata disturbata in età prescolare».
Ha mai subito avances non richieste sul lavoro?
«Io di molestie ne ho subite tante. Le definisco eleganti, tranne una che non lo fu per niente. È terribile perché non sai come tirartene fuori. Quegli abusi sono gravi come una violenza fisica».
Ha dichiarato di non avere avuto una famiglia.
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«È vero, non l’ho avuta. Mia madre era un’alcolista. Era bellissima, molto rappresentativa, non capivo... da una certa ora in avanti si trasformava in un’altra persona. Cercavo continuamente un contatto con lei... Eravamo due sorelle in sua balia, mio padre se n’era andato via da un pezzo. Poi si trovò un altro marito, un chirurgo simpaticissimo, intelligente, bello. Che aveva cercato di aiutarla».
Fortunata.
«Un c... pazzesco. Ma lei non ha mai smesso di bere. Continuava a essere infelice, depressa. Ha vissuto fino a 84 anni, era tosta. Per un periodo aveva anche preso degli antidepressivi e stava benissimo.Con mia sorella ci dicevamo: “Pensa se avesse preso sto’ Prozac quando eravamo piccole. Ti rendi conto?”. Improvvisamente ci si poteva parlare. Poi, dopo due mesi, ha smesso di prenderlo perché non ci poteva bere insieme. Io sono astemia».
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Però ha partorito due fuochi d’artificio. Va d’accordo con sua sorella Teresa?
«Da giovani abbiamo avuto un rapporto un po’ conflittuale. A diciott’anni e un minuto entrambe siamo andate via da casa. Credo che lei abbia avuto dei problemi nei miei riguardi».
Competizione?
«Non ne abbiamo mai parlato ma penso di sì. Io nei suoi mai. Teresa è una donna intelligente, con gli anni è cambiata. Deve avere fatto un po’ di autoanalisi, forse anche analisi. Io l’ho fatta per 40 anni. Adesso siamo molto complici, io mi preoccupo per lei e lei per me. Non c’è più nessuno della famiglia, siamo rimaste solo noi».
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Come si vive sempre in tournée?
«Con un perenne senso di spaesamento. Dall’anno scorso sto cominciando a pensare di smettere. Ma veramente. Rinunciare a questa vita non è facile».
Dove le piace stare quando non è in giro?
«Al mare. Ogni anno affitto una casa a Fregene, sempre la stessa, sulla spiaggia. Ci sono mari più belli ma almeno lì mi raggiungono tutti gli amici da Roma, non mi piace stare sola».
Prima ha detto che si sente vecchia.
«Ti guardi allo specchio e il tuo corpo non è più quello di una volta. Non ti senti più desiderabile, e non desideri. Ma io non desidero più da tantissimo tempo. Mi è successo anche di desiderare chi non mi ricambiava. Non ho più una vita sentimentale».
L’amore è sopravvalutato?
«Il sesso lo è. I sentimenti sono importanti, sarebbe bello non essere soli, condividere la vita con qualcuno che te la alleggerisce. Poi però vedo delle coppie che litigano e io una cosa così non la vorrei mai. Non ho patito per nulla a non sposarmi».
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E cosa ha patito?
«Non avere dei figli mi è dispiaciuto. Più di quanto l’informazione non mi sia arrivata al cervello. È merito dell’analisi se tante cose non mi arrivano al cervello. Ho sempre pensato che la maternità sia la più grande avventura umana, e forse poteva salvarmi».
Con chi lo avrebbe voluto fare un figlio?
«Ho provato a restare incinta con tutti gli uomini che ho avuto».
Uomini anche famosi. Ad esempio Haber con cui sta recitando ora.
«Io avevo 18 anni e lui 29, furono tre anni burrascosi, sappiamo lui com’è. Mi ha dedicato un capitolo del suo libro in cui si definisce il signor De Sio, un film, uno spettacolo in cui ha messo in scena la nostra storia. Sono indimenticabile per lui, credo».
E lui per lei?
«Meno».
Elio Petri.
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«È stato meraviglioso, fino alla sua morte. Muoiono tutti quelli che mi stanno vicino, anche Elvio Porta che è stata una delle persone migliori che abbia incontrato. Ci sono anche uomini di cui non ho mai parlato perché non volevo fare pettegolezzo».
Uno?
«Gian Maria Volonté. Era bello e molto complicato. Non sono cresciuta in mezzo a gente facile. Però interessantissima».
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Dovrebbe scrivere un libro.
«Non lo farò mai. E poi non mi ricordo niente. Guardi io non mi concedo niente, neanche i ricordi, neppure i falsi ricordi».
Ce l’ha un desiderio per il futuro?
«Un film, che mi consegni alla Storia. Tutto ciò che ho fatto finora non è stato all’altezza. O un amore. Che non sia necessariamente passionale. Ma che sia un amore».
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