Maurizio Crosetti per “la Repubblica”
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Isolati ma non soli, i giocatori della Juventus se la cavano con una battuta: è destino, noi dobbiamo essere sempre i primi in tutto.
Dalla loro quarantena abbracciano, ma ora solo a distanza, Daniele Rugani, il primo calciatore italiano positivo al coronavirus, seguito ieri dal sampdoriano Gabbiadini. «Doveva arrivare e doveva essere forte e rumorosa per scoprire che stavamo sbagliando. Ascoltate chi sta vivendo questa emergenza, non sottovalutatela ». Il duro messaggio social di Miralem Pjanic svela il pensiero dominante nello spogliatoio bianconero: è stato un errore giocare domenica sera contro l' Inter, anzi è stata una follia oltre che una barzelletta, questi sono i termini usati dai calciatori della Juve. Il campionato doveva fermarsi prima.
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Un grande albergo semivuoto accanto allo Stadium. Periferia torinese. Il capitano Giorgio Chiellini è in isolamento nella sua stanza, ha deciso così. La moglie e le figlie sono a Livorno e lui non le abbraccia da quasi un mese. Altri, come Giorgio, sono in quarantena alla Continassa. Gli stranieri vorrebbero tornare a casa, alcuni non hanno capito che non si può. Cristiano Ronaldo è a Madeira, al capezzale della madre colpita da ictus, ma adesso non le si può avvicinare. Anche per lui quarantena. Daniele Rugani rassicura su Instagram: «Sto bene, voglio ringraziare medici e infermieri e invito tutti a rispettare le regole». La Juventus gli scrive: «Siamo una squadra, forza Daniele!». In isolamento domiciliare volontario si sono messi tutti: 121 persone fra calciatori, staff, dirigenti e dipendenti. Anche il presidente Andrea Agnelli che lo ufficializzato via Twitter.
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Nessuno si aspettava che la situazione precipitasse in questo modo, ma nessuno si illudeva che la serie A potesse restare immune dall' onda di contagio che si è abbattuta su mezzo mondo. La paura che il coronavirus facesse il suo ingresso negli spogliatoi era già ben presente domenica, quando Damiano Tommasi ha parlato con molti suoi ex colleghi, Juventus compresa, ottenendo la stessa risposta: non si deve giocare. Invece, la follia e la barzelletta.
Ma è stata l' ultima volta, almeno fino alla fine di questo incubo orrendo. Ora però bisogna restare calmi, uniti e fiduciosi. È questo il pensiero che Giorgio Chellini, capitano bianconero e della Nazionale, consegna agli sportivi italiani. Non si tratta più solo di calcio, siamo tutti una squadra sola e bisogna stringersi e lottare. Ma con un atteggiamento positivo, senza troppa ansia ma con fermezza, e poi sarà bellissimo. I giocatori e il club hanno aperto una sottoscrizione e ora pensano alla salute. Come Rugani, che martedì sera aveva 37,5° di febbre e mercoledì è stato sottoposto al tampone. Ora è asintomatico, dopo avere avuto qualche linea e il mal di gola.
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Anche gli altri giocatori stanno facendo i test infettivologici. L' aspetto sportivo e agonistico diventa marginale. Il pensiero dello spogliatoio, assai condiviso, è la speranza di un rinvio degli Europei di anno per tentare di riprendere e chiudere almeno il campionato tra giugno e luglio, e se non sarà possibile pazienza. Per la Champions c' è rassegnazione: si è capito che non sarà più possibile disputarla, se ne riparlerà nel 2021. E il campionato? Gli juventini non vogliono vincerlo a tavolino. Gli scudetti di cartone, dicono, li lasciamo agli altri. Il sospetto, ma è qualcosa in più, è che il presidente della Lazio, Claudio Lotito, abbia spinto in tutti i modi la Lega Calcio a giocare ancora un turno di serie A sperando di restare primo in classifica anche dopo Juventus- Inter, e nel caso provare a prendersi lo scudetto così. Meglio, a questo punto, i playoff, o comunque una soluzione da cercare solo in campo e non fuori. Oppure, se non sarà possibile, che lo scudetto 2019/2020 non venga assegnato. L' Italia, in questo momento, ha ben altre urgenze e priorità.
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