barbara durso 1
Giovanna Cavalli e Ilaria Sacchettoni per il "Corriere della Sera"
Prima che da quella sciarpa stretta intorno al collo, Teodosio Losito è stato strangolato dai debiti. Accumulati l'uno dopo l'altro, in una spirale perpetua di cambiali, prestiti e pagherò. Da cui Alberto Tarallo, l'ex compagno e produttore delle fiction melo-pop sfornate per Mediaset sotto la bandiera della Ares Film, ammainata per fallimento nel 2020, aveva cercato di salvarlo sborsando oltre 1 milione e 600 mila euro, più angelo che diavolo.
ALBERTO TARALLO TEODOSIO LOSITO
Così almeno spiega lui, attraverso l'avvocato Daria Pesce, raccontando la sua verità sulla morte di Teo. O quel poco che può svelare, mentre aspetta la convocazione (da lui richiesta) del pm Carlo Villani (ieri è toccato a Barbara D'Urso, come persona informata sui fatti), che indaga sul suicidio dello sceneggiatore, che si impiccò a un termosifone a villa Dafne, Zagarolo, l'8 gennaio del 2019. Per capire se qualcuno lo abbia spinto, come suggerito dalle confidenze dell'ex musa Adua Del Vesco, in diretta dal GF Vip, su un innominabile «Lucifero» che li teneva soggiogati.
alberto tarallo
«Teo prelevava e spendeva soldi da un conto corrente cointestato, fino a prosciugarlo». Tarallo lo avrebbe soccorso due volte. Con un bonifico da 800 mila euro, poi con una fideiussione bancaria da 850 mila, per saldare altre pendenze. Mentre la sua eredità (che esistano uno o due testamenti), al netto dei debiti, sarebbe poca cosa, non i 7 milioni che furono: la vendita dell' appartamento di New York ne fruttò soltanto uno.
teodosio losito
Il tracollo sarebbe cominciato nel 2018, con la fiction Donne d' onore , costata 400 mila euro e mai andata in onda. Teo provò a rilanciarsi in Portogallo, ma l' avventura professionale fu breve e sfortunata. «Era già avvitato nella sua depressione». Schiacciato dai sensi di colpa, come appare da una mail al cugino Enzo, che Tarallo conserva: «Ho ingannato Alberto, ho sbagliato in modo inqualificabile, mi porto dentro un dolore acuto per come l' ho trattato... è come se, una volta scivolato, continuassi a rotolare».
gabriel garko adua del vesco
Quanto alle rigide regole di comportamento, anche sentimentali, che la Ares avrebbe imposto ai suoi attori, il produttore minimizza: «Se Gabriel Garko impersonava un mafioso sciupafemmine, gli sconsigliavo di dichiararsi gay, perché avrebbe danneggiato la fiction, nessuna costrizione, soltanto suggerimenti di buon senso».
alberto tarallo