1 – SPREAD BTP BUND APRE RIALZO, PIAZZA AFFARI IN CALO
Da www.ansa.it
DI MAIO SPREAD
Apertura in lieve rialzo per lo spread Btp Bund che segna 312 punti contro i 309 della chiusura di ieri. Il rendimento del titolo decennale italiano è pari al 3,50%.
Partenza chiaramente negativa per Piazza Affari in linea comunque con la debolezza dei principali listini europei: l'indice Ftse Mib, in un clima molto nervoso, dopo i primi scambi cede l'1%, con Eni in evidente controtendenza (+1,5%) dopo i conti. Nel paniere degli altri titoli principali, male Brembo (-3,4%), Fca e Prysmian (-2,8%), con Stm che cede il 2,6%. Tra le banche le peggiori sono Banca Generali, Mediobanca e Banca Bpm che cedono circa due punti percentuali, mentre Unicredit perde l'1,5% e Intesa poco più di un punto percentuale, in linea con Generali. Piatta Luxottica (-0,2% a 55,3 euro) con l'avvio lunedì dell'Ops della holding EssilorLuxottica per la fusione con il gruppo francese.
DRAGHI TRIA
Asia frena dopo corsa Wall street, pesa Amazon - Mercati asiatici e dell'area del Pacifico chiudono la settimana in calo sulla debolezza dei titoli tecnologici e sui futures di Wall street in frenata dopo la corsa di ieri, soprattutto per i risultati di Amazon sotto le attese. In particolare negativi i listini di Seul sui quali pesa particolarmente l'hi tech: l'indice Kospi ha chiuso in calo dell'1,7%, il Kosdaq in scivolata di oltre il 3%. Male anche Singapore (-1,5%), con Hong Kong che in chiusura cede circa un punto percentuale. Poco sotto la parità le Borse cinesi, mentre Tokyo ha perso lo 0,4% finale. In tenuta la chiusura di Sidney (+0,02%), mentre sono chiaramente negativi i futures sull'avvio dei mercati europei.
2 – CON LO STOP AL QE ANDRANNO PIAZZATI 60 MILIARDI DI BTP IN PIÙ AI PRIVATI
Roberta Amoruso per “il Messaggero”
DRAGHI HANDELSBLATT
Si era capito dalla riunione di settembre che Mario Draghi ha già in mente le carte da giocare dopo la fine del famoso Qe, a gennaio. Non sono moltissime, per la verità, ma ci sono. Chiuso completamente a fine dicembre il rubinetto degli acquisti di titoli governativi Ue, iniziato nel 2015 e ieri ridotto ulteriormente a 15 miliardi al mese, la Bce può continuare a far sentire la sua mano in acquisto modulando in maniera flessibile il piano degli utili da reinvestire in acquisti man mano che i titoli già acquistati arriveranno a scadenza.
Non solo. Francoforte può agire in altri modi, all' occorrenza, sulla liquidità del sistema euro, dicono gli esperti di politica monetaria. Purchè non sia una politica mirata soltanto all' Italia. C' è dunque ancora molto spazio prima di arrivare soltanto a considerare il famoso e tanto temuto Omt (Outright Monetary Transactions), il piano di acquisti di titoli mirato su un Paese previsto in caso di richiesta di aiuto.
SPREAD DI CITTADINANZA
Ma il punto non è se si arriverà così lontano. Anche per gli osservatori più pessimisti, a meno di uno choc finanziario difficile da immagine, questo scenario non è nemmeno da prendere in considerazione. Il punto è che ieri il mercato si aspettava anche un lieve accenno di Draghi al piano B, a come potrebbe essere rimodulato il reinvestimento che scatterà a gennaio, magari deviando seppur in misura minima dal criterio delle quote capitale per Paese utilizzate per l' acquisto dei bond, oppure estendendo il più possibile questo intervento, pur di arginare l' aumento dei rendimenti a lungo termine. Invece nessun accenno.
Ogni dettaglio è rinviato a dicembre, a quanto pare. E qualunque sarà la via da imboccare, dipenderà molto dalla temperatura che raggiungerà il rendimento dei Btp italiani e lo spread con i Bund tedeschi (ieri a 309 contro i 321 della vigilia). Ma conteranno anche i segnali di contagio, se ci saranno, sugli altri titoli dei Paesi periferici.
CONTE DI MAIO SALVINI
UN PIANO B FLESSIBILE
Cosa succederà sul mercato una volta chiusi i rubinetti del Qe? Venuto meno un acquirente importante di titoli Ue come Draghi, i rendimenti saliranno un po' in tutta Europa. Ma gli effetti si sentiranno di più sui Paesi più deboli, percepiti come più rischiosi. Il risultato sarà un maggior costo per il debito pubblico, ma anche effetti a cascata sull' aumento del costo dei prestiti per famiglie e imprese. Una mazzata per la crescita.
SALVINI DI MAIO CONTE BY SPINOZA
Quanto alla Bce, quando interromperà l' espansione del bilancio a fine 2018, avrà comprato circa 366 miliardi di euro di titoli di Stato italiani, il 17% del debito pubblico made in Italy. Ma la mission non sarà finita. Il «reinvestimento in titoli in scadenza sarà considerevole», secondo i calcoli di Marcela Meirelles, managing Director del settore obbligazionario di Tcw. Dato il profilo di maturity e la ripartizione sui diversi Paesi del portafoglio Bce, «ci si aspetta un reinvestimento di 30 miliardi di euro in obbligazioni italiane».
Ma non basta, «La fine degli acquisti netti di asset», fa notare Meirelles, significa che il settore privato dovrà assorbire una porzione maggiore del fabbisogno di finanziamento lordo dell' Italia, al ritmo di 4,5 miliardi di euro in più al mese». Non è poco visto che parliamo di un importo complessivo di quasi 60 miliardi in un anno, più del 20% delle esigenze di raccolta del Tesoro stimate dagli analisti per il 2019, per dare un' idea delle cifre in gioco.
DRAGHI
Ma «l' ammontare è gestibile», puntualizza Meirelles, almeno «finchè che l' indebitamento dell' Italia è considerato sostenibile». Devono pensarla così anche dalle parti della Bce se hanno rinviato i dettagli tecnici del dopo-Qe. Per ora Draghi ha passato la palla al governo. «Abbassare i toni», è il primo antidoto anti-spread. Sia chiaro a Matteo Salvini e Luigi Di Maio.