Dal profilo Instagram di Marino Bartoletti
vincenzo nibali a tokyo 2020
Vincenzo Nibali, un po' emozionato ma sorridente (e alla fine anche commosso), ha appena annunciato nella sua Messina al "Processo alla tappa" che questo sarà il suo ultimo Giro d'Italia e che alla fine dell'anno si ritirerà dal ciclismo. Solo gratitudine per questo campione galantuomo che ha vinto tutto quello che poteva, che ha tenuto altissimo il buon nome del ciclismo italiano in anni non facili e che forse è in credito di un titolo olimpico e probabilmente anche di un titolo mondiale. Grazie Squalo buono! Regalaci ancora una pinnata d'orgoglio.
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Federico Danesi per "Libero quotidiano"
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Là dove era cominciato tutto, era anche giusto che tutto finisse anche se in realtà mancano ancora cinque mesi prima di chiudere il sipario. Ma Vincenzo Nibali non poteva che scegliere la sua Messina per dire basta, perché anche se da tempo vive nel Canton Ticino questa rimarrà casa sua per sempre.
«Ho aspettato la tappa di Messina, in realtà la aspettavo da qualche anno. Voglio annunciare che questo sarà il mio ultimo Giro d'Italia e a fine anno mi ritirerò. Ho raccolto tanto, cercando di dare il meglio di me. Il ciclismo mi ha sempre dato tanto, ma adesso è arrivato il momento di restituire qualcosa alla mia famiglia, ai miei amici, a chi mi è sempre stato vicino». Lo Squalo, per l'annuncio, ha scelto la sua terra ma anche un programma storico come il Processo alla Tappa che festeggia i suoi primi 60 anni.
VINCENZO NIBALI
Vincenzo ne compirà 37 a novembre, ma in realtà le ultime stagioni sono state faticose da portare avanti e anche poco appaganti. In gruppo dal 2005, può tranquillamente staccare la spina senza pentimenti perché nell'ultima decade ha vinto tutto. Ha cominciato con la Vuelta nel 2010 e chiuso con il Giro d'Italia 2016, mettendoci in mezzo un altro Giro nel 2013 ma soprattutto il Tour de France nel 2014. Prima di lui solo Felice Gimondi tra gli italiani era riuscito a mettere insieme i tre Grandi Giri in carriera. Non roba da poco.
I SUCCESSI GIUSTI Nibali non è un recordman di vittorie, ma ha scelto decisamente quelle giuste. Il Giro di Lombardia, tosto come lui e che porta la sua firma nel 2015 e nel 2017. Nessuno invece pensava che potesse fare lo stesso alla Sanremo e invece in quella del 2018 si è inventato il numero.
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Da allora però, tanto fatica e soddisfazioni con il contagocce: la tappa del Tour a Val Thorens nel 2019, il Giro di Sicilia dello scorso anno, tutto qui.
In compenso è stato molto quello che ha regalato al ciclismo, soprattutto quando l'Italia aveva perso credibilità: «Ci sono state tante belle storie, tanti momenti speciali da vivere ma anche difficili con gli infortuni. In questo sport c'è il bello e il brutto, il ciclismo è passione, sacrificio, dedizione ma anche il tuo lavoro. Ora spero di poter fare in un modo diverso qualcosa per il ciclismo».
Restano alcune delusioni, come i Mondiali senza mai recitare veramente un ruolo da protagonista. Come le Olimpiadi di Rio che senza quella caduta nel finale difficilmente avrebbero visto Greg Van Avermaet mettersi al collo l'oro. Almeno però da oggi non potremo ricondurre tutto a lui e usarlo come scudo per difendere un movimento in rottura prolungata. A Messina, intanto, è stata volata, come era già scritto da tempo. Vittoria di Arnaud Démare (sesta tappa al Giro in carriera) su Fernando Gaviria. Terzo posto per Giacomo Nizzolo che si è trovato chiuso nel finale, e quarto per Davide Ballerini. In classifica generale resta al comando il giovane spagnolo Juan Pedro Lopez della Trek Segafredo. E oggi altra volata quasi certa a Scalea.
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