Da la Stampa
MARIO DRAGHI
Che Mario Draghi godesse della fiducia della finanza internazionale era cosa risaputa, ma adesso ci sono anche documenti che ufficializzano questa posizione: le agenzie di rating Moody' s e Fitch fanno sapere che se Draghi resta al timone l'Italia avrà vita più facile, mentre senza di lui il quadro economico e finanziario per il Paese si farebbe fosco: le riforme diventerebbero meno probabili, i finanziamenti europei del Pnrr più difficili da ottenere, e il merito di credito del Paese sarebbe a rischio; tradotto, quest' ultimo punto significa aumento dei tassi di interesse e dello spread rispetto ai Paesi nostri concorrenti.
Moody' s ammonisce che «i recenti eventi politici sono negativi sul credito. Le sfide per l'Italia cresceranno perché gli obiettivi del Pnrr diventeranno più quantitativi dal 2023, lasciando meno spazio per l'interpretazione. La diminuzione dello slancio degli investimenti e delle riforme quest' anno indebolirà l'economia». Moody' s ritiene che senza Draghi «il governo italiano potrebbe avere difficoltà a trovare un accordo sul bilancio 2023, che deve presentare alla Commissione europea entro ottobre, o sulle politiche di gestione dei rischi per la dipendenza dell'Italia dal gas russo».
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Stesso spartito dall'agenzia Fitch, secondo cui senza Mario Draghi «l'Italia è destinata a entrare in un periodo politicamente incerto dopo quasi diciotto mesi di relativa stabilità. Per l'eventuale nuovo governo sarà più difficile portare avanti le riforme e il risanamento di bilancio». Fitch si preoccupa che le dimissioni di Draghi avvicinino le elezioni anticipate, ma nota che anche se tale prospettiva venisse evitata nell'immediato, il rinvio sarebbe solo di pochi mesi, con quello che ne consegue. «Ci aspettiamo - scrive l'agenzia - che i partiti che sostengono il governo cerchino più visibilità con l'avvicinarsi del voto, amplificando le tensioni».
Sul piano della tecnica parlamentare, «con le elezioni anticipate si farebbero stretti i tempi per l'approvazione della legge di Bilancio. Potrebbero anche rendere più difficile per l'Italia raggiungere le pietre miliari per la prossima erogazione dei fondi NextGenerationEu a dicembre, e si potrebbe indebolire la capacità italiana di impiegare i fondi già ricevuti».
MARIO DRAGHI fitch MOODY'S