Isabella Bufacchi per “la Repubblica”
angela merkel
Il dato negativo della produzione industriale di novembre 2018 in Germania, in termini statistici anno su anno (-4,7%) il maggior calo dal 2009 e cioè dalla fine della Grande Crisi e mese su mese (-1,9%) molto peggio del previsto -0,3%, non ha frenato ieri il Dax: l' indice delle 30 blue chip tedesche in corso di seduta ha superato per la prima volta nel 2019 la soglia dei 10.900 punti per poi chiudere a quota 10.800, oltre 300 punti in rialzo da inizio anno.
Questo mix in chiaroscuro riflette il clima volatile di inizio 2019, con il rallentamento della crescita tedesca in corso (prevista per ora quest' anno attorno all' 1,5% come media tra i principali think tank economici tedeschi) che può essere aggravato oppure alleviato dagli sviluppi della guerra commerciale tra Usa e Cina, dalla forma che prenderà Brexit, dagli scenari della politica in Europa, dalle politiche monetarie delle grandi banche centrali che potrebbero rivelarsi più accomodanti di quanto inizialmente atteso.
DONALD TRUMP XI JINPING
Intanto però il rischio di una recessione tecnica in Germania, che sarebbe data dall' andamento negativo del Pil nel terzo e quarto trimestre 2018, da ieri è più probabile - sia pur se questo pericolo resta modesto - per il dato sorprendentemente negativo della produzione industriale di novembre, pari a -1,9%, in calo per il terzo mese successivo. Il mercato si attendeva mese su mese -0,3% contro il -0,8% di ottobre (rivisto da -0,5%): a pesare ancora una volta l' imbuto sulle immatricolazioni delle auto causato dalla lentezza della certificazione in base ai nuovi standard europei WLTP.
Un problema che tende a risolversi. Altri fattori negativi sul dato della produzione industriale, anch' essi di natura temporanea, potrebbero essere stati tali da evitare un quarto trimestre del Pil in segno negativo: Barclays ha rivisto ieri al ribasso le sue previsioni del Pil nel quarto trimestre, calate da 0,2% a 0,1% (senza segno negativo). Philippe Waechter, chief economist di Ostrum Asset management, è più pessimista, ricordando che l' andamento del Pil tedesco nel terzo trimestre 2018 è stato trascinato in terreno negativo proprio dai cattivi dati della produzione industriale.
merkel diesel volkswagen
Altri indicatori di recente confermano il peggioramento del rallentamento della crescita in Germania: gli ordini dell' industria manifatturiera sono calati a novembre dell' 1% mese su mese, un calo di entità maggiore rispetto alle attese degli analisti, che si aspettavano un -0,4 per cento. Rispetto a novembre 2017, gli ordini sono diminuiti del 4,3 per cento. Anche gli indici sul clima di fiducia sono foschi.
La Borsa tedesca tuttavia si è lasciata trasportare ieri dalla speranza - alimentata da fievolissimi segnali di disgelo tra Usa e Cina - di un freno alla guerra commerciale e dunque all' escalation del rialzo dei dazi: il primo settore industriale a beneficiare da un clima più disteso sul commercio mondiale sarebbe infatti proprio quello dell' industria automobilistica tedesca che domina l' economia in Germania e traina il Pil. Ieri tra l' altro Volkswagen ha messo a segno un +2,9%, anche in risposta al suo ingresso nel settore della produzione di energia verde per le auto elettriche, per contribuire a sbloccare l' impasse infrastrutturale.
borsa tedesca
Un recessione tecnica in Germania nel terzo e quarto trimestre del 2018, per la quale si attende il dato sull' ultimo trimestre la prossima settimana, getterebbe comunque un' ombra sull' intera crescita europea, colpendo i Paesi più deboli come l' Italia. Prima del dato sulla produzione industriale ieri, le previsioni dei principali think tank tedeschi sulla crescita del Pil in Germania nel 2019 spaziavano tra un minimo di +1,1% a un massimo di +1,8%, e già riviste al ribasso contro la forchetta di +1,6% e + 2,2% di un anno prima.