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    LA PATRIA DEI PROCLAMI – ANCHE LA MADIA FA LA VOCE GROSSA CONTRO LE VOLPI DEL CARTELLINO: “LICENZIAMOLI” – LA REALTÀ È CHE LA LEGGE C’È (L’HA FATTA BRUNETTA) MA NON VIENE APPLICATA – NEL 2013 SOLO 99 LICENZIAMENTI IN TUTTO IL PUBBLICO IMPIEGO


     
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    Luisa Grion per “la Repubblica

    maria elena boschi marianna madia maria elena boschi marianna madia

     

    Licenziare chi timbra il cartellino e poi esce a far la spesa, torna a casa o magari si dedicarsi ad un secondo lavoro: la legge per c’è , ma non sempre si applica e la lotta all’assenteismo resta uno degli obiettivi dichiarati da tutti i ministri della Funzione Pubblica degli ultimi decenni.

     

    Ieri a rilanciare il tema è stata Marianna Madia: «Un dipendente pubblico che dice che va a lavorare e poi non ci va deve essere licenziato» ha detto parlando ad una platea di commercianti e artigiani a convegno sui costi della burocrazia. Ragionamento che in sé non dovrebbe fare una piega, ma che tutte le volte che viene esplicitato sollecita dibattiti e luoghi comuni. A sfatare uno dei più ricorrenti ci ha pensato ieri lo stesso ministro Madia, precisando che gli statali «non sono fannulloni» come gli imprenditori «non sono evasori ».

     

    Certo è però che l’assenteismo del settore pubblico e l’evasione continuano ad essere due nodi che stringono la competitività del sistema Italia e che le cronache recenti pullulano di casi da «furbetti del cartellino»: l’ultimo quello dei dipendenti del Comune di Sanremo.

     

    MARIANNA MADIA MARIANNA MADIA

    La legge per punire tali comportamenti c’è. «E’ il decreto legislativo 150 del 27 ottobre 2009, che attua la legge 15 del 4 marzo 2009, la cosiddetta legge Brunetta» ha detto lo stesso ex ministro Renato Brunetta alla collega Madia. Il licenziamento disciplinare è espressamente previsto per la «falsa attestazione della presenza in servizio» e fa cenno «all’alterazione dei sistemi di rilevamento» e ad «altre modalità fraudolente»

     

     Anche le applicazioni ci sono: nel 2013, ultimi dati disponibili e resi pubblici dall’Ispettorato sul sito della Funzione Pubblica, ci sono stati 220 licenziamenti fra i dipendenti del settore pubblico, in grande maggioranza (il 45 per cento) proprio per frequenti e ingiustificabili assenze: 99 casi contro i 7 di doppio lavoro. Altri 78 dipendenti sono stati mandati a casa per aver commesso reato, 35 per negligenze, disservizio o comportamento scorretto.

    COMUNE DI SANREMO TIMBRARE IL CARTELLINO IN MUTANDE COMUNE DI SANREMO TIMBRARE IL CARTELLINO IN MUTANDE

     

    Questo a fronte di 2.923 dipendenti colpiti da sanzioni minori, 1.393 da sospensioni di servizio e 1.766 casi chiusi per proscioglimento e archiviazioni.

     

    A licenziare è stato soprattutto il settore scuola, che tenendo conto di tutte le possibili motivazioni, ha mandato a casa 81 persone (più 5 nelle Università) contro le 66 di ministeri e agenzie. Asl e aziende ospedaliere ne hanno licenziati 39; gli enti pubblici di varia natura 22.

     

    Molti di meno i provvedimenti presi dagli enti locali: negli oltre ottomila comuni italiani sono state licenziate 7 persone. Nelle province nessuna, solo 2 sospensioni.

     

    guardia di finanza al comune di sanremo guardia di finanza al comune di sanremo

    Quindi nel 2013 lo Stato ha mandato a casa in tutto 220 persone su circa 7 mila procedimenti avviati nelle varie fattispecie: una quota decisamente bassa se si fa il confronto con le centinaia di migliaia di posti persi, nello stesso periodo, nel settore privato. Certo, fare paragoni fra i due fronti è impossibile oltre che scorretto, visto che la causa principale dei licenziamenti nel privato è dovuta ad un fattore che non ha prodotto effetti sulla occupazione del settore pubblico.

     

    impiegati fancazzisti al comune di sanremo 8 impiegati fancazzisti al comune di sanremo 8

    Fra gli statali la crisi economica ha causato infatti «solo» blocco del turn over e degli stipendi, ma non licenziamenti. D’altra parte né le nuove regole sull’articolo 18, né il Jobs Act trovano applicazione nel settore pubblico.

     

    Ora, secondo le imprese, quei 99 posti in meno causa assenteismo sono decisamente pochi. Non bastano a placare gli animi delle piccole aziende, commercianti e artigiani, che ieri hanno presentato al ministro Madia il conto della burocrazia e delle sue tante lentezze.

     

    Semplificare la pubblica amministrazione, tagliare di 9 miliardi gli oneri amministrativi impropri - obiettivo possibile e sacrosanto secondo Rete imprese Italia - consentirebbe al Pil di crescere dell’1per cento in quattro anni, per 16 miliardi di ricchezza aggiuntiva. Anche secondo Confindustria lo Stato «punisce» poco. «Potendo, noi avremmo licenziato gli assenteisti già molti anni fa» ha detto il presidente Giorgio Squinzi.

     

    impiegati fancazzisti al comune di sanremo 7 impiegati fancazzisti al comune di sanremo 7

    Quindi le regole ci sono, ma secondo molti, governo incluso vanno cambiate. La riforma della pubblica amministrazione già prevede infatti un «restyling » della legge Brunetta, o meglio dell’azione disciplinare che oggi segue un meccanismo con diversi passaggi e attori. Il decreto attuativo che porterà a un nuovo testo unico sul pubblico impiego non farà però parte del primo pacchetto di provvedimenti applicativi della riforma (che dovrebbe arrivare a metà novembre). Bisognerà aspettare il 2016.

    impiegati fancazzisti al comune di sanremo 4 impiegati fancazzisti al comune di sanremo 4

     

    La partita da giocare sul tavolo adesso è un’altra e riguarda il rinnovo dei contratti di lavoro del pubblico impiego, fermi praticamente da nove anni. Anche lì la questione si presenta complessa. La legge di Stabilità stanzia 300 milioni, una dotazione nettamente inferiore a quella stimata dalla Corte dei Conti, che reputa necessari «2 miliardi». I sindacati sono sul piede di guerra, il 28 novembre manifesteranno a Roma.

     

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