Antonio Riello per Dagospia
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A casa. Una sera una bambina e un ragazzino stanno guardando annoiati la TV. Lei - le femmine sono sempre più intraprendenti - si alza e inizia a guardare la luna attraverso un potente e professionale telescopio che è piazzato vicino ad una finestra (probabilmente del padre astrofilo).
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Aumentando piano piano la potenza visiva dello strumento vede dettagli sempre più precisi, poi incuriosita da una specie di lampo di luce, riesce a mettere a fuoco su un cratere lunare dove intravede prima una casetta e poi un anziano signore che ne esce e si siede solitario e triste su una improbabile panchina. La bambina cerca in tutti i modi di salutare ed attirare l'attenzione dell' estraniato vecchio signore.
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Escogita, da bambina intelligente, vari sistemi. Invia messaggi attraverso aeroplani di carta, frecce giocattolo ed altro ancora. Invano. Lui è sempre solo, silenzioso ed incapace di essere contattato in alcun modo. Intanto l'atmosfera sulla Terra diventa sempre più natalizia e gioiosa. Arriva il fatidico giorno di Natale.
Ma improvvisamente, grazie all'ultimo stratagemma (un bel grappolo di palloncini colorati che ce l'ha fatta ad arrivare lassù) della indomita ragazzina al solissimo anziano arriva, strappandogli un bel sorriso, un pacco regalo. Lui lo apre e ci trova un cannocchiale. Inizia felice a guardare anche lui. Vede finalmente la Terra. E intravede anche la casa della nostra eroina. Alla fine riesce a individuare anche lei che lo sta salutando da una finestra.
LA PUBBLICITÀ DI JOHN LEWIS PER IL NATALE 2015:
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Lui piange di gioia, lei è raggiante. Il miracolo dell'amore ancora una volta ha funzionato. Il tutto strappa innumerevoli lacrime e singhiozzi anche agli spettatori di questo spettacolino. Difficile onestamente resistere. Il tutto tra l'altro ha come colona sonora la canzone "Man on the Moon" (come altro si poteva chiamare del resto...) molto ben cantata da una cantane norvegese di nome Aurora (la canzone è attualmente al undicesimo posto nella classifica dei brani musicali più venduti del Regno Unito).
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Non è il riassunto di un nuovo film. E' la pubblicità televisiva per il Natale 2015 di un notissimo grande magazzino britannico, John Lewis. A Londra ce ne sono tanti di grandi magazzini e ognuno ha la sua personalità ovviamente. Harrods, tempio del lusso per eccellenza, situato nella opulenta Knightsbridge è la meta deputata dei turisti, soprattutto europei e mediorientali.
LA PARODIA DI ALDI DELLA PUBBLICITÀ DI JOHN LEWIS:
la catena aldi ha pariodiato la pubblicita di john lewis
Selfridges in Oxford Street - giustamente famoso per le sue suntuose e creative vetrine - piace molto agli intellettuali e a quel tipo di londinese qui definito come "hipster" (una specie di "radical-chic tecnologizzato e molto "politicamente corretto"). John Lewis è invece ecumenico e popolare. Il magazzino degli inglesi insomma.
il vecchietto della parodia di aldi 1
Intanto perchè non c' è solo a Londra ma anche in diverse altre città, è interclassista ed è anche famoso per la professionalità e correttezza dei commessi. Ovvero si trova di tutto, naturalmente, ma in genere anche tanta competenza e consigli disinteressati. I dipendenti dell'azienda sono anche azionisti del business. Qui a Londra anche chi non ci va abitualmente sa benissimo di cosa si tratta e ne parla comunque con rispetto. Insomma una vera e propria istituzione britannica, tipo BBC o Royal Mail per capirci.
la nonnina di aldi atterra sulla luna parodia
Le pubblicità di John Lewis sono, da quando esiste la TV, un ingrediente importante dell' immaginario popolare britannico. Quella dell'anno scorso, ad esempio, raccontava dell'amicizia tra un bambino e un buffo pinguino (la colonna sonora cantata da Tom Odell, "Real Love", una "cover" di John Lennon del 1967 arrivò addirittura al settimo posto delle classifiche di vendita) e divenne un elemento imprescindibile dell'atmosfera natalizia del 2014. Una storia davvero molto amata dal pubblico, tanto che qualcuno quest'anno si aspettava proprio una specie di seguito di quella, o che almeno ci fossero almeno degli altri pinguini. Invece tutta una altra cosa.
la nonnina in poltrona in poltrona della parodia di aldi
Il Times e il Guardian, i principali quotidiani, sempre divisi su tutto di solito, sono abbastanza in sintonia stavolta nel raccogliere su questa nuova reclame una enorme quantità di articoli (anche di grandi firme), lettere e commenti. Un turbine di opinioni che ormai divide la nazione tra nostalgici dei pinguini e fanatici della luna.
occhio del nonno di aldi
Naturalmente anche in Italia abbiamo avuto delle pubblicità televisive epocali capaci di segnare l'atmosfera di certi anni. E anche di entrare nel linguaggio comune e pure nei dizionari. Chi non ricorda certi tormentoni come "Più va giù e Più ti tira su", il "What else ?" sciorinato da George Clooney, o il più recente ossessivo "Prezzi Bassi e Fissi". Ma certo le pubblicità non sono mai state divisive dell'opinione pubblica.
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Nel "Bel Paese" questo accadeva piuttosto con le competizioni sportive (calcio e ciclismo) e forse anche con il Festival di Sanremo. Oggi, come ben si sa, sono tipicamente alcuni crimini spettacolari e particolarmente controversi che dividono radicalmente gli italiani in "colpevolisti" e "innocentisti".
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Il Regno Unito è il paese leader in Europa in fatto di "politically correct". Tutto deve essere, non solo nelle pubblicità, assolutamente "educativo", rispettosissimo di tutto e di tutti, a prova insomma di rimorsi coloniali e condivisi sensi di colpa imperiali. A volte esagerano, ma è giusto così. Su questo aspetto in realtà sono tutti d'accordo. Il tema - l'isolamento fisico e psicologico dei vecchi (pardon, volevo parlare di quelli dell'"età d'argento" naturalmente...) è assolutamente un tema contemporaneo, che possiamo definire, sinceramente anche per Italia, come una questione importante, urgente e necessaria.
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La bagarre si è scatenata infatti piuttosto sull'alto grado di "schmalzyness" (che potremmo tradurre come "estrema sdolcinatezza") che contraddistingue la faccenda. Si piange, si piange tanto. I pinguini erano simpatici e divertenti. Questo filmato invece è disperatamente e irrimediabilmente triste e, anche se lascia un po' di spazio alla speranza alla fine, ha un suo evidente ed insidioso gradiente depressivo.
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Qualcuno pensa ci sia il pericolo concreto di una ondata di depressione collettiva, tra l'altro proprio sotto le feste, quando la gente deve essere pimpante per poter guadagnare e (ancora più importante) spendere al meglio. Quasi una possibile duplice minaccia alla salute e al business nazionale.
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Di fatto comunque tutti ne parlano, nel bene e nel male, e questa faccenda ha preso il posto, anche nei talk show televisivi, delle ossessioni mediatiche dell'ultimo decennio: cibo e sesso. Elemento aggiuntivo (non banale) dell'acceso dibattito: un costo astronomico di circa 7 milioni di sterline, dovuto anche all'utilizzo in esclusiva e per la prima volta, di immagini realizzate dalla NASA durante le missioni spaziali lunari.
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Immagini sicuramente splendide. Qualcuno dice semplicemente che per far piangere si poteva spendere molto meno. Certo, almeno in questo, noi italiani siamo più bravi e creativi: ultimamente ci fanno piangere proprio perchè non spendono abbastanza.
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