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    “NON SIAMO UNA COMPAGNIA AEREA MA FACCIAMO VOLARE GLI AEREI”, ANCHE RYANAIR PERCULA DJOKOVIC DOPO LA SUA FRASE ("NON SONO UN NO VAX MA NON VOGLIO VACCINARMI”) – OLTRE CHE NEGLI USA, NOLE RISCHIA DI NON GIOCARE ANCHE A MONTECARLO E PARIGI. A ROMA PUO’ GIOCARE DA GUARITO MA L’ASSESSORE D’AMATO LO INFILZA: “SE TUTTI AVESSIMO RAGIONATO COME DJOKOVIC, AVREMMO AVUTO I MORTI NELLE STRADE”


     
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    IL TWEET IRONICO DI RYANAIR

    djokovic djokovic

    La sintesi del discorso di Nole (“Non sono un no vax ma non voglio vaccinarmi”) ha scatenato l’ironia dei social. In prima fila anche il colosso low cost Ryanair: “Non siamo una compagnia aerea ma facciamo volare gli aerei”

     

    DJOKOVIC

    Vincenzo Martucci per il Messaggero

     

    «Non sono un non vax, ma rinuncerei agli Slam piuttosto che essere costretto a vaccinarmi contro il Covid. Sì, questo è il prezzo che sono disposto a pagare. Con questa clamorosa dichiarazione nell'intervista in esclusiva alla BBC, Novak Djokovic è pronto a battere un altro record dopo quello di numero 1 della classifica ATP Tour che sta tenendo complessivamente da 350 settimane ma che lascerà automaticamente il 26 febbraio a Daniil Medvedev se il russo vincerà il titolo nella stessa settimana ad Acapulco.

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    A prescindere da come il 34enne serbo si comporterà al torneo di Dubai dal 21 febbraio, il primo stagionale, dalla coppa Davis di novembre a Madrid, e prima di un prolungato stop fino almeno a metà aprile se non addirittura fino a luglio a Wimbledon, il Major che a oggi potrebbe giocare con nun tampone negativo.

     

    Quest' anno Nole ha saltato il primo Slam, a Melbourne, ed è già virtualmente escluso anche dai primi tre Masters 1000 del 2022, sul cemento Usa, a Indian Wells e Miami, e sulla terra europea, a Montecarlo, oltre che dal secondo Major, sul rosso di Parigi. Come in Australia, infatti, le regole anti Covid dei paesi delle prossime principali prove del circuito ATP prevedono l'obbligo di vaccino per gli atleti, o almeno, nel caso francese, la guarigione dal Covid da non più di 4 mesi.

     

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    Il torneo di Montecarlo, che si disputa su territorio francese, rispetta le regole dettate dal presidente Macron, e ha informato il campione serbo - residente nel Principato - che, senza le necessarie dispense sanitarie, non ne accetterà l'iscrizione. Gli altri Masters 1000 sulla terra europea, Madrid e Roma che seguono a maggio, non si sono ancora pronunciati in merito ma, considerando che Parigi ha chiarito che nessuno potrà partecipare al Roland Garros dal 22 maggio se non è vaccinato, è ipotizzabile che si allineeranno.

     

    Nole può permettersi di lasciare tanto spazio ai rivali diretti, soprattutto a Rafa Nadal che ha appena superato lui e Federer a quota 21 negli Slam-record, e darà l'assalto al Roland Garros numero 14? E riuscirà a tenere testa agli sponsor che premono sul manager, l'italiano Dodo Artaldi, e sui 30 milioni di dollari l'anno che gli versano (a fronte di un patrimonio netto di 220 milioni di dollari)?

     

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    Anche se Novak ha confidato sempre alla BBC di sperare che le regole cambieranno nel prossimo futuro perché pensa «di poter giocare ancora per diversi anni», la sua immagine è in picchiata, forse in modo irrimediabile. Espulso dall'Australia, senza poter difendere il titolo, sulla sua testa pende la minaccia di un'esclusione per tre anni down under come per quelli cui è stato cancellato il visto.

     

    «Non mi piace che si pensi che abbia fatto qualcosa per ottenere un test positivo e alla fine andare in Australia. C'è stato un errore di dichiarazione del visto che non è stato commesso deliberatamente. Ma il motivo per cui sono stato espulso è perché il ministro dell'Immigrazione ha usato la sua discrezione per annullarmi il visto in base alla sua percezione che avrei potuto creare un sentimento anti-vax nel Paese, cosa con cui non sono d'accordo. Per me non è stato facile».

     

    MEME SU DJOKOVIC IN AUSTRALIA MEME SU DJOKOVIC IN AUSTRALIA

    Il campione, fierissimo rappresentante della sua Serbia, ha chiarito a suo modo: «Non sono contrario alle vaccinazioni, non escludo di vaccinarmi in futuro, e capisco che a livello globale, tutti stanno cercando di fare un grande sforzo per gestire questo virus e mettere, si spera, una parola fine a questa situazione.

     

    Ma per me la libertà di scegliere che cosa far entrare o no nel proprio corpo è essenziale. Il principio è capire che cosa è giusto e che cosa è sbagliato per ciascuno di noi. E io come atleta professionista di alto livello ho sempre controllato, studiato, verificato attentamente tutti gli integratori che assumo: tutto ciò che entra nel mio corpo come carburante. E, sulla base delle informazioni che ho raccolto, ho deciso per il momento di non ricevere il vaccino». E' un no-vax oppure no? Ormai ha gettato la maschera.

     

     

    A ROMA PUÒ GIOCARE DA GUARITO

    Da il Messaggero

     

    Un mese fa, in pieno Nolegate, l'inossidabile Sergio Palmieri, direttorissimo degli Internazionali d'Italia, ebbe a dire: «Chi sta alle regole può entrare e giocare, e alle regole attuali Djokovic può giocare il torneo».

    djokovic con una fan a marbella djokovic con una fan a marbella

     

    Lapalissiano. Ma leggete tra le righe: non sarà un sussulto etico a mettere in discussione la partecipazione del numero uno del mondo (che per quella data potrebbe aver perso il trono) alla settantanovesima edizione degli Internazionali, in programma dal 2 al 15 maggio. Se le norme glielo consentiranno, e se il potenziale danno d'immagine provocato dalla sua presenza non sarà superiore al danno economico che produrrebbe la sua assenza, re Nole ci sarà, con la tutta la sua aura di no vax.

     

    NESSUN TIMORE Del resto, va detto che della presenza di sportivi non vaccinati, o vaccinati con sieri non riconosciuti, non si preoccupano nemmeno quelli del calcio, e sì che Italia-Macedonia (con discreta presenza tra i rivali di non immunizzati o immunizzati con Sputnik) è assai più incombente, essendo stata fissata il 24 marzo prossimo, dunque ancora dentro lo stato di emergenza.

     

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    A maggio, ci si augura tutti di muoverci con maggiore libertà. Djokovic, comunque, ci arriverà con la patente di guarito ancora valida, se le regole saranno le stesse di oggi, e se - innanzitutto - diamo per buona la sua positività al Covid, su cui nei caldi giorni australiani lungamente ci si è interrogati, ma tant' è: secondo i suoi avvocati lo ha contratto il 16 dicembre, e dunque sarebbe coperto fino a giugno (attenzione: non per la Francia, dove hanno ridotto a 4 mesi la validità del pass vaccinale da guariti).

     

    Peraltro, se non avesse i requisiti per il green pass rafforzato, sulla carta al campione serbo non sarebbe vietato giocare, non essendo il tennis uno sport di squadra, ma gli sarebbero preclusi spogliatoi, alberghi, mezzi di trasporto, almeno tutti quelli che prendono i comuni cittadini.

     

    djokovic djokovic

    A ben vedere, una vita difficile da sostenere per una quindicina di giorni. Certo, se in questi mesi montasse nuovamente l'ondata di indignazione per il fiero capopopolo no vax, che nei giorni del tira e molla di Melbourne convinse definitivamente il governo australiano a non indietreggiare, prendendosi il rischio di cause milionarie, come si metterebbero gli organizzatori di Roma?

     

    E dei tornei spagnoli a cavallo del nostro appuntamento (Barcellona e Madrid)? Va detto che a queste latitudini, da quando è scoppiato il caso Djokovic, un po' tutti hanno osservato un religioso (e conveniente) silenzio. Solo l'assessore alla Sanità del Lazio, l'ormai popolarissimo Alessio D'Amato, un mese fa minacciò di non farlo avvicinare alla Capitale, e ieri ha saggiamente ricordato: «Se tutti avessimo ragionato come Djokovic, avremmo avuto i morti nelle strade. È solo grazie ai vaccini che possiamo guardare con fiducia al futuro e le scelte individuali devono sempre collimare con gli interessi generali».

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    Djokovic arriva a Melbourne Djokovic arriva a Melbourne novak djokovic e la moglie novak djokovic e la moglie DJOKOVIC19 DJOKOVIC19

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