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    “AMO UN UOMO MOLTO PIÙ GIOVANE DI ME. MA SE LO CHIAMANO 'TOY BOY' MI INCAZZO. È RIDICOLO E OFFENSIVO” – ANDREA DELOGU, 40 ANNI, PARLA DELLA SUA RELAZIONE CON IL MODELLO 23ENNE LUIGI BRUNO – “TANTI SI PERMETTONO DI CRITICARE LA DIFFERENZA D’ETÀ TRA DI NOI. MA PERCHÉ SUCCEDE SOLO SE È LA DONNA A ESSERE PIÙ GRANDE DEL COMPAGNO?” – BARBARA ALBERTI PARLA DI “TABU’”: “NOI FACCIAMO I MODERNI, MA RESTIAMO NEL MEDIOEVO. VIVIAMO DI CONFORMISMO. NON CI RENDIAMO CONTO QUANTO SIA IMPORTANTE SEGUIRE I NOSTRI SENTIMENTI. PERCHÉ…"


     
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    LEI È PIÙ GIOVANE DI LUI: IN AMORE È ANCORA TABÙ?

    Barbara Alberti per Oggi

     

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    Una donna che ha una storia d’amore con un uomo più giovane rappresenta ancora un’immagine tabù. Ma questa visione è vecchia: riporta al passato, a quando la donna doveva essere molto giovane per poter procreare. E così un uomo di 30 anni sposava una ragazza di 16. Ma quella società ora non c’è più.

     

    Oggi noi crediamo di essere moderni, ma siamo di un’arcaicità spaventosa se consideriamo strana la relazione tra una donna matura e un uomo più giovane. Invece, l’amore non chiede il permesso a nessuno. Io ho una coppia di amici che incarna questo legame considerato inusuale: lei ha 27 anni più di lui, stanno insieme da 20 e credo siano amanti felici.

     

    I parenti di lui cercano di rendere la vita impossibile a entrambi. Ma l’attrazione è un mistero che non si può spiegare. Va al di là di ogni regola sociale. L’amore suscita invidia e rancore. Il segreto - salvifico - è custodirlo e difenderlo. Noi facciamo i moderni, ma restiamo nel Medioevo. Abitiamo una società smarrita, disperata e cerchiamo regole che ci diano sicurezza. Viviamo di conformismo. Non ci rendiamo conto quanto sia importante seguire disperatamente, lietamente, coraggiosamente noi stessi, i nostri sentimenti, le nostre passioni.

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    Perché l’amore chiede eroismo. E perché certi amori non possono essere banali, normali, come scriveva il poeta Paul Verlaine.

     

    ANDREA DELOGU

    Da https://www.vanityfair.it

     

    La vasca da bagno in camera da letto non era prevista, l’architetto era stato categorico: non si può fare, non è pratica, non c’entra niente. Andrea Delogu però non ha ceduto: ma perché non si può fare? Io la voglio e basta, ha detto con una punta di determinazione che non aveva mai provato prima. «E infatti eccola qua»: Andrea inquadra con lo smartphone una vasca enorme dall’altro lato della stanza.

     

    ANDREA DELOGU LUIGI BRUNO ANDREA DELOGU LUIGI BRUNO

    È soddisfatta. Poi si alza dal letto e ci fa fare un piccolo tour virtuale di questo appartamento a Roma, tanto parquet e tanta luce, il primo che ha comprato in vita sua. Dice: «Era il mio sogno da sempre. E voglio sapere da ogni dettaglio che è mia, perché questa casa sono io».

     

    Vive qua da sola, il matrimonio con Francesco Montanari è finito due anni fa e in tutto questo tempo sono successe così tante cose che si fa fatica a starle dietro. In ordine sparso: un late night show, Tonica, sulla Rai; un romanzo distopico, Contrappasso (Harper Collins), nella classifica dei libri più venduti in Italia; un programma con Stefano Massini; la conduzione del premio Campiello; il debutto al cinema e a teatro; oggi la guida, in coppia con Stefano De Martino, di Tim Summer Hits, programma musicale itinerante della Rai che parte il 30 giugno e ricorda un po’ il Festivalbar del passato, con concerti in piazza e tanti ospiti. E poi c’è Luigi. Il nuovo fidanzato (di cognome fa Bruno), modello, 23 anni, di cui ha parlato per la prima volta in tv a marzo.

     

    Come vi siete conosciuti?

    ANDREA DELOGU LUIGI BRUNO ANDREA DELOGU LUIGI BRUNO

    «Sui social. Lui ha cominciato a scrivermi dei messaggi in privato su Instagram, tra cui uno molto carino che diceva: se tra dieci anni nessuno dei due ha trovato l’amore della sua vita, ci sposiamo? Sono andata a vedere il suo account e c'è questo ragazzo molto giovane e molto bello. Abbiamo iniziato a scriverci, lui mi raccontava di sé e tutte le cose che diceva erano molto simili a me. Quindi ho pensato: no, non può essere, qualcosa non torna».ù

    Perché?

    «Era troppo giovane per avere così tante cose in comune con me. Ero certa che fosse un fake, un profilo finto. Mi immaginavo un uomo molto più adulto e infinitamente meno bello che usava foto di un giovane modello. Allora ho iniziato a infastidirmi, mi sentivo presa in giro: volevo smascherare il fake».

    E cos’ha fatto?

    ANDREA DELOGU LUIGI BRUNO ANDREA DELOGU LUIGI BRUNO

    «Un giorno vado a Napoli per lavoro e gli chiedo se ci prendiamo un caffè, visto che lui è di un paese lì vicino. Mi dice che non può venire, e io penso: ah ecco, avevo ragione io, ti ho beccato, stronzo. E non ho più risposto ai suoi messaggi».

     

    Immaginava un Mark Caltagirone.

    «Ero fuori di me. Finché lui mi scrive che viene a Roma perché deve assolutamente conoscermi e mi dà appuntamento vicino al Colosseo. Io arrivo con un misto di curiosità e rabbia, parcheggio il motorino e da lontano vedo il ragazzo di Instagram. Mi avvicino e dico: ma cos’è sta storia?».

     

    Già, che cos’è?

    «Una cosa che dura da quasi un anno».

    Una cosa?

    «Non riesco a darle un nome, ho troppa paura. Avevo dato un nome a una relazione importantissima, un matrimonio, ed è finita. Ora so solo che con lui sto bene, frequentarlo ha fatto riaffiorare sensazioni bellissime».

     

    ANDREA DELOGU LUIGI BRUNO ANDREA DELOGU LUIGI BRUNO

    Per esempio?

    «Luigi ha 23 anni, ha l’entusiasmo del crescere e di costruirsi il futuro giorno per giorno. Mi ha ricordato com’ero io quando muovevo i primi passi in televisione, la bellezza degli inizi».

     

    Che cosa vi accomuna?

    «La fiducia nel futuro. E poi la convinzione che se fai qualcosa perché ci credi non devi rendere conto a nessuno. Perché, se tanti mi scrivono per incoraggiarmi a vivermi questa storia come mi pare, tanti altri si permettono di criticare la differenza d’età. Ovviamente succede sempre se è la donna a essere più grande del suo compagno».

     

    Sessismo?

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    «Certo. Pensi che una volta un settimanale, nello stesso numero, a poche pagine di distanza ha pubblicato un servizio con alcune foto di Benedetta Porcaroli e Scamarcio insieme, con un titolo molto tenero sull’amore. E poi un altro servizio con me e Luigi: ecco Andrea, con un fidanzato molto più giovane, tutto un sottotesto fastidioso. Due coppie con la stessa differenza d’età, ma il trattamento di genere totalmente diverso. Questa cosa mi ha fatto arrabbiare tantissimo, così ho cominciato a parlare a tutti di lui, sono andata a Verissimo, ho pensato che era una situazione assurda. Perché la società mi deve mettere nella condizione di vergognarmi di essere legata a una persona straordinaria? Siamo fuori di testa».

     

    Quando lo chiamano toy boy come reagisce?

    «Mi incazzo. È ridicolo. Offensivo per Luigi, che è tutto tranne che un toy boy. Ma in lui trovo una consapevolezza straordinaria che alla fine mi porta a fregarmene».

    Livello di innamoramento?

    «Non lo dico perché non voglio che nessuno pensi più che sia per sempre. Stare insieme richiede lavoro, per tenere tutto acceso. Niente è dovuto, e pensarlo è uno dei motivi per cui è finita con Francesco».

     

    Con Luigi andrete a vivere insieme?

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    «Lui viaggia tantissimo per lavoro e quando è a Roma sta da me. È una storia in costruzione, vediamo cosa succede. In una relazione con una persona che sta conquistando il mondo adesso, sarebbe ingiusto da parte mia mettere dei punti al futuro, degli obiettivi obbligati. È vivere, punto. Noi stiamo vivendo».

     

    La leggerezza è una conquista?

    «Per me sì. Vivo e basta, senza avere quell’ansia che prima mi toglieva tutto, l’ansia di dover rispondere alle domande della società».

    Quali domande?

    «Quando fai un figlio? Quando fai un programma più importante? Quando cresci, insomma? Ma io ho capito che crescere non è obbligatorio, solo maturare lo è».

     

    Qual è la differenza?

    «Crescere è associato a una certa idea di diventare adulti e cioè essere persone serie, pacate, prevedibili. Ma io non sono così e non voglio essere così».

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    Quando l’ha capito?

    «Con il divorzio da Francesco. Dai 30 ai 38 anni, come succede a tanti, mi ero rilassata su quello che ero. Mi dicevo: io sono così, questa è la mia vita, questo è quel che ho scelto. Per tanti anni ho indossato una maschera, quella della persona rassicurante, buona per fare una famiglia. Mi ero messa nella condizione di dover rispondere alle domande degli altri. L’occasione per cambiare è stata appunto il divorzio. Mi sono guardata allo specchio e mi sono detta: e adesso che faccio? Muoio o mi ricostruisco? In quel momento c’è stato lo scatto».

     

    Qual era la domanda più fastidiosa a cui sentiva di dover rispondere? Quella sul figlio?

    «Sì, perché sembra che solo se diventi madre sei una persona adulta e hai fatto il tuo dovere nel mondo. Io adoro i bambini, ma un figlio lo devi sentire. Non devi farlo perché c’è qualcuno che ti dice che lo devi fare, perché solo così vai bene. Io non ho mai desiderato avere un figlio. Ho sempre desiderato stare con una persona con cui forse riuscire a fare un figlio».

    Da sola no.

    «Non è la mia storia. Combatto perché chi vuole possa farlo, ma io non ho mai avuto la necessità di sentirmi completa solo se diventerò madre».

    il bacio tra gaia e andrea delogu a tonica il bacio tra gaia e andrea delogu a tonica

    Cos’altro ha scoperto di sé?

    «Mi sto piacendo. Da piccola non pensavo di diventare così. Sono sarcastica, mi diverto, mi piace sorridere, stare con gli altri, ma è difficile che mi fidi, mi piace tanto anche stare da sola. E ho una necessità immensa di creare. Questo l’ho capito piangendo un giorno sì e l’altro pure nella doccia, con Max Pezzali in sottofondo».

     

    Ha ricominciato tutto verso i quarant’anni. Com’è andata?

    «A novembre farò un tour teatrale con uno spettacolo che parla proprio di questo, della difficoltà di tornare nel mondo delle relazioni dopo anni di matrimonio».

     

    E com’è il mondo lì fuori?

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    «Pazzo. Approcci assurdi…».

    Tipo?

    «Tipo che dopo il primo ciao ti mandano la foto del pene. È stato tutto divertente e tragico insieme. Ho fatto tante cazzate, mi sono ritrovata diverse notti a guardare il soffitto e pensare: ma cos’ho fatto? È tutto finito».

     

    Racconti.

    «Ho preso tante di quelle sberle in faccia… ho ricevuto no a non finire, due di picche clamorosi. Gente che magari quando ero impegnata ci provava e poi, quando mi sono fatta viva io, mi ha rifiutato. Uno a cui avevo solo detto di venire a prendere un caffè a casa mi ha risposto: eh no, io non sono un uomo oggetto. A un altro, dopo un po’ che ci frequentavamo, ho solo chiesto se eravamo amici, per capire, e lui mi ha risposto che voleva tenermi a distanza perché aveva paura di essere usato da me».

     

    Ma perché?

    «Io non lo so, glielo giuro!».

    Poi però è arrivato Luigi.

    «Così, all’improvviso. Sui social ricevo tanti messaggi e non rispondo a tutti ovviamente. È stato quasi destino che leggessi i suoi».

     

    Ha qualche rimpianto?

    andrea delogu e francesco montanari andrea delogu e francesco montanari

    «Forse farei alcune cose diversamente, ma senza gli errori che ho fatto non sarei qui».

    Dove?

    «Mi sento molto centrata. Ho questa sensazione chiarissima, mai sentita prima, che tutto è possibile. Non ho rimpianti, perché alla fine forse ho avuto fortuna, forse mi sono meritata quel che ho, o un mix tra le due cose, ma sono qua. E ora me lo accollo».

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