DI MAIO SCANZI
“I 5 stelle sono delle capre, hanno sbagliato tutto”: parole dure quelle che Andrea Scanzi ha pronunciato in collegamento con Lilli Gruber a Otto e Mezzo su La7. Secondo il giornalista del Fatto Quotidiano, i 5 Stelle non ne avrebbero azzeccata una dopo la caduta del governo Conte II. In particolare, secondo lui, i grillini non avrebbero beneficiato di alcun vantaggio. Anzi, hanno perso la posizione di prestigio di cui godevano prima. "Avevano il coltello dalla parte del manico, se non ci fossero stati dentro loro non sarebbe partito Draghi. Hanno fatto tutto questo gran teatro con il ministero della Transizione ecologica e alla fine non lo hanno nemmeno ottenuto", ha spiegato Scanzi.
“Hanno ottenuto quattro ministeri, di cui due senza portafoglio”, ha continuato Scanzi, riferendosi a Farnesina, Agricoltura, Rapporti col Parlamento e Politiche giovanili, destinati rispettivamente a Luigi Di Maio, Stefano Patuanelli, Fabiana Dadone e Federico D’Incà. Parole al veleno, insomma, che non hanno risparmiato nessuno. Il giornalista, infatti, ha poi puntato il dito anche contro le altre scelte dell'ex numero uno della Banca centrale europea Mario Draghi.
ANDREA SCANZI E LUIGI DI MAIO
E infatti ha detto: “Se qualcun altro continua a dire che, a livello politico, questo è il governo dei migliori imbraccio il kalashnikov, a livello metaforico”. Il riferimento è soprattutto ai ministri azzurri: “Se il meglio della politica sono Renato Brunetta, Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini allora è bene andare via da questo Paese”. Secondo la firma del Fatto, poi, i grillini hanno subito un’altra pesante sconfitta: “Giorgetti al Mise, ministero dello Sviluppo economico, che era sempre stato dei 5 stelle”, ha detto riferendosi all'importante ruolo ottenuto dal numero due della Lega.