PAPA FRANCESCO E IL CARDINALE BECCIU
Da quella sera del 24 settembre 2020, in cui in un'udienza-shock papa Francesco lo privò della carica di Curia e dei diritti del cardinalato, «iniziò per me una gogna pubblica di proporzione mondiale: addirittura in Angola, ove ero stato nunzio per sette anni e mezzo, mi hanno riferito che la tv nazionale dedicò all'argomento una settimana di dibattiti; fui sbattuto sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo; privato di ogni ufficio ecclesiastico; relegato ai margini della Curia e della Chiesa. Mi addolorava e continua ad addolorarmi, poi, aver esposto la mia famiglia ad una sofferenza lacerante quanto ingiusta».
Giovanni Angelo Becciu
Oltre che una ricostruzione dettagliata dei fatti su cui vertono le accuse a suo carico - da lui integralmente respinte -, sono state anche un lungo sfogo le due ore e mezza di «dichiarazioni spontanee» pronunciate dal card. Angelo Becciu nella 14/a udienza del processo in Vaticano sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato. Seguite poi, nel pomeriggio, da altre due ore e mezza di interrogatorio da parte del promotore di giustizia Alessandro Diddi.
Cecilia Marogna e Becciu
Becciu ha ripercorso dettagliatamente la sua vicenda lungo i sette anni (2011-2018) in cui è stato sostituto per gli Affari generali, prima di diventare prefetto per le Cause dei santi, e non si è sottratto neanche a dare la sua versione sul caso Marogna, su cui finora aveva opposto il «segreto pontificio», da cui però il Papa lo ha dispensato. Anzi, ha ringraziato il Pontefice per avergli consentito «così di poter parlare liberamente e difendermi con totale trasparenza».
CECILIA MAROGNA
Tra l'altro, anche sulla sua conoscenza della ex manager sarda ha espresso «una forte e vibrata indignazione per come questo rapporto è stato distorto con illazioni offensive, di infima natura, lesive - anche - della mia dignità sacerdotale. Credo che questo atteggiamento tradisca altresì una scarsa considerazione nei confronti della donna in generale, e mi sento obbligato a chiedermi se un simile trattamento sarebbe stato riservato ad un uomo».
angelo becciu papa francesco
Becciu ha ricordato comunque come conobbe la donna che gli chiese un'udienza per proporre una collaborazione nel campo della sicurezza e dell'intelligence, e apprezzandone le capacità decise - autorizzato passo dopo passo dal Papa - di avvalersi della sua consulenza in occasione del rapimento in Mali nel febbraio 2017 della suora colombiana Gloria Cecilia Navaes Goti, poi tornata libera quattro anni e mezzo dopo. Ecco quindi l'entrata in campo dell'agenzia londinese Inkermann, e anche i bonifici disposti nei confronti della Marogna (575 mila euro), che lei garantiva finalizzati alla liberazione di suor Gloria, finiti invece in buona parte in beni di lusso.
CECILIA MAROGNA
Becciu ha negato comunque di aver utilizzato per i vari investimenti, anche per il Palazzo di Sloane Avenue a Londra, l'Obolo di San Pietro, bensì «i fondi di riserva della Segreteria di Stato». E ha ribadito come i 125 mila euro bonificati alla Caritas di Ozieri, tramite la Cooperativa Spes retta dal fratello Tonino, avevano esclusivamente una «destinazione caritativa»: «da prete arrossisco quando penso all'impegno di Tonino per i poveri e per la comunità». E pensare che proprio quell'accusa, di «arricchire i miei familiari», »è stata la madre di tutte le mie disgrazie!».
Al centro proprio di quell'udienza del Papa, dopo la quale, la mattina successiva, si affrettò a convocare una conferenza stampa, poiché - ha spiegato - «il comunicato emesso era così asettico, la sera mi tempestavano di telefonate chiedendomi se mi dimettevo per 'crimini sessuali', una cosa che mi indignava». Ce n'è anche per i vari movimenti finanziari finiti nel fascicolo d'accusa, per i rapporti con gli altri imputati («avrei abusato dei miei poteri, non per lucro personale ma per far arricchire persone a me sostanzialmente sconosciute»). E sempre «ribadendo con forza la mia assoluta innocenza».
angelo becciu
Becciu ha smentito anche la «vergognosa accusa», la «gravissima insinuazione» di aver addirittura finanziato con i soldi della Segreteria di Stato false testimonianze contro il card. George Pell, poi assolto in patria dagli abusi sui minori. Intanto oggi, all'inizio dell'udienza, il testimone-chiave mons. Alberto Perlasca, si è costituito parte civile proprio contro Becciu per la «subornazione di testimone», e contro altri quattro imputati per truffa, per averlo «indotto in errore» nella firma dell'accordo sulle 1.000 azioni di controllo del Palazzo di Londra. Il Tribunale si è riservato.