Estratto dell’articolo di Ilaria Sacchettoni per “Sette” - “Corriere della Sera”
angelo izzo
Angelo Izzo sconta un doppio ergastolo per tre omicidi che hanno segnato la cronaca giudiziaria d’Italia (uno più degli altri: il massacro del Circeo) ma la sua militanza criminale va oltre con stupri, rapine, evasioni compiute in vari periodi della sua vita.
Condannato all’ergastolo per l’omicidio della diciannovenne Rosaria Lopez (1975) assieme allo stupro e al tentato omicidio dell’amica di Rosaria Donatella Colasanti – sevizie condivise con Andrea Ghira e Gianni Guido – Izzo ottiene la semilibertà nel 2004.Mesi dopo, nella primavera del 2005, strangola Maria Carmela Linciano e la figlia quattordicenne Valentina Maiorano moglie e figlia di un ex affiliato della Sacra Corona Unita che seppellisce sotto un metro di terra e calce a Ferrazzano (Campobasso). È nuovamente arrestato e condannato a un secondo ergastolo.
angelo izzo 3
Scrive ma non pubblica. Parla ma non collabora produttivamente. Fornisce contributi a delitti maturati negli ambienti della destra eversiva (è il caso della violenza contro l’attrice Franca Rame nel 1973) e offre la sua versione perfino sull’omicidio di Piersanti Mattarella accusando i Nar Valerio Fioravanti e Gilberto Cavallini. In questa intervista, realizzata anche grazie al suo difensore, l’avvocato Rolando Iorio, la consapevolezza del male compiuto si mescola alla lealtà nei confronti dell’uomo che è stato e alle vecchie ideologie di estrema destra.
angelo izzo 2
Le sue vittime Rosaria Lopez più Maria Carmela Linciano e Valentina Maiorano sono donne. Angelo Izzo lei si definirebbe un predatore?
«Potrà sembrare assurdo ma considero gli autori dei femminicidi dei miserabili. Mi danno idea di quei tipi che pigliano gli schiaffi al bar, poi vanno a casa e se la prendono con le loro donne, magari con i figli. Quando ero ragazzo ho commesso stupri e ho ucciso alcune donne ma l’ho fatto con lo stesso spirito con cu imi potevo impadronire di denaro o gioielli. Odio la società patriarcale. Chiunque mi conosce sa che non ho niente del misogino. Detto questo forse in un’età della mia vita sono stato un predatore»
ROSSELLA CORAZZIN - FRANCESCO NARDUCCI - ANGELO IZZO
Nella sua vita ha seguito un codice? Oppure si definirebbe un cane sciolto all’interno di un sistema criminale?
«Credo di aver avuto sempre un mio personalissimo codice. Un tempo ero orgoglioso di essere stato un estremista di destra romano degli anni Settanta. Mi piacevano molto i marsigliesi di Albert Bergamelli e la “banda delle belve” di Paolo Oldofredi ma ora di quel mondo non c’è più niente. Anche la malavita romana è finita. Deboli, drogati e sempre pronti a tradirsi.
Non parliamo di camorristi e mafiosi. Sono gente che a parole dà un valore sacro al vincolo associativo, nella realtà fratelli di sangue si sgozzano per un malinteso o per una partita di droga, ci sono picciotti abbagliati dal denaro che cambiano continuamente bandiera, boss in rapporti con i servizi segreti. Per non sembrare un vecchio nostalgico di tempi e regole che magari esistevano solo nella mia testa devo dire che mi piacciono i cinesi e i nigeriani, ragazzi seri».
ANGELO IZZO
Lei si autoaccusa dell’omicidio di Rossella Corazzin, la 17enne scomparsa nel Cadore (era il 1975), ma non tutti sono stati disposti a crederle.
«A premessa devo dire che non ho partecipato al rapimento né all’omicidio di Corazzin. Ne ho parlato nell’ambito di una confessione di una serie di reati fra cui parecchi omicidi. Comprendo che i giudici, a distanza di tanto tempo, hanno problemi a trovare riscontri. I miei eventuali coimputati, i vari Ghira, Viccei, Esposito, sono tutti deceduti. Quindi va bene così. Volevo mettere un punto per cominciare una vita diversa e avendo confessato tutto non sono più ricattabile da nessuno».
Lei è ritenuto una persona molto intelligente, così sostiene anche il suo avvocato. Quali sono le radici del male?
«Non ho alcun dubbio: sono stato per troppi anni prigioniero dei miei spettri di un’immagine superomistica di me, di una “comunità fantasma” a cui credevo di dover rendere conto. La madre di tutti gli errori e orrori che ho commesso è lì».
massacro del circeo angelo izzo
Che effetto le fa essere considerato un mostro?
«Onestamente il cosiddetto stigma sociale non mi pesa. Anche perché ogni volta che sono uscito dal carcere non ho mai incontrato problemi. Forse è triste da dire ma ho l’impressione che i rapporti sociali sono regolati solo dalla quantità di denaro che possiedi».
Sul massacro del Circeo da cui tutto ha avuto origine sono stati scritti libri e realizzati film. Lei vive questo con compiacimento?
«Ho collaborato alla stesura del libro della giornalista Amenta (Ilaria Amenta, Io sono l’uomo nero, RaiLibri) e mi sono compiaciuto del successo di vendite che ha avuto, ho ricevuto centinaia di lettere di sconosciuti lettori quindi sarebbe ipocrita dire che ne sono irritato. Però se escludiamo i libri di Selvetella (Yari Selvetella, Uccidere ancora, Newton Compton Editori) e di Trabalzini (Rosalba Trabalzini, La rabbia, Meltemi) gli altri libri sull’argomento, per non parlare dei film e dei serial televisivi, li ho trovati banali e se hanno annoiato me che nutro un interesse particolare per la storia figuriamoci gli altri...».
ANGELO IZZO
Cos’è la rabbia per lei?
«La rabbia è un sentimento che purtroppo ben conosco. […] Ci sto ancora lavorando sul controllo della rabbia».
Lei ha trascorso anni di carcere. Ora sta scontando due ergastoli a Velletri. Come vive oggi?
«Per quanto strano possa sembrare quando ero più giovane in carcere mi divertivo. Ora mi pesa di più e mi annoio molto. Cerco di riempire le mie giornate studiando: mi manca un solo esame per terminare il corso di laurea in legge. Leggo molto specie libri sull’attualità. Ho avuto modo di praticare yoga e il Qi Gong e quindi faccio un po’ di esercizio fisico. Inoltre cucino che è un impegno giornaliero, faccio anche qualche partita a carte e amo conoscere e discutere con i miei compagni di sventura. Cerco di restare attivo e non abbattermi mai».
arresto di angelo izzo
Libri che ha letto e che le sono piaciuti?
«In carcere ho letto tantissimo però diciamo che i libri che hanno avuto una grossa influenza su di me e come si dice “mi hanno cambiato la vita” sono La condizione umana sulla rivolta del 1927 a Shangai di Andrè Malraux e I proscritti sull’epopea dei corpi franchi di Ernst Von Salomon».
Si è dato un obiettivo all’interno del perimetro carcerario?
«Sto scrivendo un libro che vorrebbe essere la continuazione di Io sono l’uomo nero, nel quale raccontare le esperienze carcerarie dal 1975 al 1984 nelle carceri speciali, i permessi e altro fino almio nuovo arresto a Parigi nel 1993. Naturalmente però in carcere l’unica cosa seria è la speranza di rimettere un piede fuori e quindi il mio principale obiettivo è cercare di ottenere i benefici penitenziari. Ho fatto 18 anni e posso ragionevolmente sperarci».
io sono l uomo nero angelo izzo ilaria amenta
Il carcere impedisce una vita normale. Lei ha detto di essersi sentito una “vittima” in questi anni...
«Non ci penso spesso ma per esempio il processo a Latina per l’omicidio del Circeo fatto dopo pochi mesi, sostenuto da una traballante istruttoria, in cui non si è accertato nulla, in presenza di una folla tumultuante in aula in cui non ci è stata concessa la perizia psichiatrica, in cui mi è stato rifiutato il confronto con l’accusatrice... Vi sembra che abbia ottenuto giustizia? Tuttavia ho commesso nella mia vita tante e tali ingiustizie che credo sia una specie di legge del contrappasso».
Quali persone le hanno insegnato qualcosa?
«Ho imparato da tutti quelli che ho incontrato. Se però devo indicare un fratello maggiore credo sia un gangster romano della vecchia scuola: Danilo Abbruciati (tra i capi della banda dellaMagliana,ndr) è stata la figura adulta che quando ero ragazzo mi ha insegnato, come dicono gli inglesi, grace under pressure, a sorridere della vita nei momenti difficili. L’amicizia per me è un sentimento fondamentale. Ho molti amici e anche amiche sia fuori che dentro. Loro sanno chi sono e il bene che gli voglio».
angelo izzo e giovanni guido a processo per il massacro del circeo
Si è mai innamorato?
«C’è una cosa di cui un po’mi vergogno. Quando ho divorziato da Donatella Papi, ex signora Fanfani, ho preso corrispondenza con una ragazza molto giovane, bellissima in tutti i sensi. Ci siamo scritti per un paio di anni e io me ne sono innamorato. Forse era tutta una fantasia visto che era un rapporto virtuale. Ma lei ha fatto breccia nel mio cuore. Poi la cosa è finita. E io sono stato malissimo, anche fisicamente. Può sembrare incredibile ma ho avuto delle ischemie, stati d’ansia e confusionali. Può sembrare una cosa da vecchio patetico ma c’è una scena nel film Angelo Azzurro (di Joseph Von Sternberg, ndr) in cui il dignitoso professore per amore si mette a fare “chicchirichì” in pubblico. Ho sempre pensato che fosse un poverino ma invece ora penso che poverino sia colui che non ha mai provato un sentimento così forte da mettersi a urlare “chicchirichì”».
angelo izzo angelo izzo 1 angelo izzo