Estratto dell’articolo di Vincenzo Bisbiglia per “il Fatto Quotidiano”
antonio angelucci
È finita su un binario morto la trattativa tra Tosinvest, holding della famiglia Angelucci, e l’Eni per l’acquisto delle quote dell’agenzia di stampa Agi. L’operazione non è ufficialmente saltata, ma in pratica non se ne parla più da settimane. Le interlocuzioni tra le parti, infatti, sono ormai sospese da prima dell’estate, come hanno confermato su entrambi i fronti fonti qualificate del Fatto, queste convinte che ormai non se ne faccia più nulla.
PROTESTA DEI GIORNALISTI DELL AGI CONTRO LA VENDITA AD ANTONIO ANGELUCCI.
La manifestazione di interesse da parte della società che fa capo al deputato della Lega, Antonio Angelucci, già imprenditore della sanità ed editore di quotidiani come Libero, Il Giornale e Il Tempo, era stata formalizzata all’inizio del 2024. Top secret le cifre, anche se quello che trapela è che ci sia sempre stata una certa distanza sul fronte economico, anche dopo la due diligence sul bilancio avviata dagli Angelucci e durata alcuni mesi.
Agi infatti è una società per azioni pubblica, controllata da un’importante partecipata dello Stato come Eni e dunque è sottoposta a un ferreo controllo da parte delle autorità: una eventuale “svendita” – o comunque una vendita a un prezzo trattato a “libero mercato” – non sarebbe passata sotto silenzio.
antonio angelucci 2 ricevimento quirinale 2 giugno 2024 foto lapresse
Cosa diversa per quanto riguarda l’organizzazione del personale e della struttura aziendale. Tosinvest e la famiglia Angelucci hanno sempre assicurato di voler proteggere il corpo redazionale, sia sul fronte economico sia su quello numerico [...]
Intanto ieri il comitato di redazione dell’Agi ha scritto all’editore chiedendo di fare definitivamente chiarezza sullo stato della trattativa. “Per tutto il 2024 – ha ricordato il cdr – il corpo redazionale si è battuto con dignità e determinazione, con scioperi ed iniziative di mobilitazione, contro la prospettiva di vendita della testata al gruppo editoriale riconducibile al parlamentare Antonio Angelucci, ravvisando il rischio di una anomalia unica in Europa nell’ambito delle fonti di informazione primaria”.
maurizio belpietro la verita
Ora, in assenza di “risposte sugli eventuali sviluppi della manifestazione di interesse”, il cdr si dice “pronto a nuove iniziative di mobilitazione”.
E sembra essersi arenata anche la trattativa che coinvolgeva sempre gli Angelucci e il quotidiano La Verità. “L’offerta c’è ma non vendiamo”, avrebbe detto alcune settimane fa il direttore-editore, Maurizio Belpietro, a un gruppo ristretto di suoi giornalisti. In quel caso più che sul prezzo si trattava sul destino delle altre testate del gruppo editoriale, a iniziare dal settimanale Panorama. [...]
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