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Nel 1968 Tokyo visse le sue più sanguinose e violente proteste. In un incidente del 21 ottobre, noto come la rivolta di Shinjuku del 1968, i dimostranti che manifestavano in onore della Giornata internazionale contro la guerra si scontrarono con la polizia nella stazione di Shinjuku.
In una sola notte, la stazione fu incendiata e centinaia di manifestanti vennero arrestati. Le sommosse rappresentavano il dissenso di una società alle prese con uno Stato soffocante e conservatore che era essenzialmente governato dagli Stati Uniti in seguito alla risoluzione della seconda guerra mondiale.
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Mentre i movimenti studenteschi come Zenkyoto, la lega anarchica comunista Zengakuren e gli attuali SEALD (Students Emergency Action for Liberal Democracy) hanno compiuto sforzi visibili contro questa oppressione, le sottoculture giovanili di Tokyo hanno attraversato i cambiamenti radicali della società in una moltitudine di modi: dalle bande di motociclisti, alle ragazze Lolita, all'otaku, un termine spregiativo che designa i fanatici di anime e manga. Di seguito, alcuni fotografi che hanno catturato l’anima della cultura giovanile di Tokyo.
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Shomei Tomatsu negli anni ’60 fotografò due fondamentali movimenti culturali giovanili nella storia giapponese: le proteste studentesche e la devianza sessuale. Diversamente da Tomatsu, Hitomi Watanabe ha fotografato le proteste studentesche giapponesi non da estraneo, ma come parte del movimento Zenkyoto.
Watanabe è riuscito ad avere un accesso privilegiato giorno dopo giorno. Le sue immagini catturano sia la passione divorante degli studenti, sia la spietatezza dello Stato: elicotteri che scaricano gas lacrimogeni, violenti scontri con la polizia, e un campus distrutto.
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Katsumi Watanabe vagava per le strade di Shinjuku con la sua macchina fotografica in mano. A quel tempo, Shinjuku era il triste ventre di Tokyo, dove si rifugiarono le persone ai margini della vita postbellica giapponese, tra cui gli yakuza (membri del crimine organizzato), le prostitute, la comunità LGBTQ, i musicisti e gli artisti di strada. Watanabe si dedicò proprio a loro, collezionando un documento straordinario.
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E se Nan Goldin fotografò la nuova gioventù giapponese per le strade di Tokyo, Estevan Oriol si è dedicato ai bosozoku, le gang di motociclisti della città. Il fotografo Shoichi Aoki, dal 1977 al 1998, riuscì a catturare l’anima eclettica della città: i giovani vestiti in stile gotico, il cyberpunk e tutte le sottoculture giovanili.
Monika Mogi, negli anni ‘90, ha invece fotografato una sottocultura femminile altamente stigmatizzata: le kogal, ragazze occidentalizzate, dalla pelle fortemente abbronzata, i capelli tinti di biondo e i vestiti alla marinara.
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