Monica Ricci Sargentini per il “Corriere della Sera”
recep tayyip erdogan
La sconfitta è amarissima per l' opposizione turca. Il piano del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che aveva convocato elezioni anticipate per assumere poteri visti raramente in uno Stato democratico, è riuscito.
Nonostante la caduta della lira e l' inflazione galoppante, i turchi hanno scelto ancora una volta lui. Dei 59 milioni di cittadini chiamati alle urne ha votato quasi l' 87%, un' affluenza altissima anche per la Turchia. All' uomo che governa il Paese da 16 anni è andato più del 52% dei voti.
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Il suo principale rivale, il socialdemocratico Muharrem Ince ha superato il 30%, un risultato insperato soltanto due mesi fa quando l' ex professore di fisica era poco conosciuto ma che non è abbastanza per arrivare al secondo turno.
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«La competizione non è stata equa, ma accetto che Erdogan ha vinto». ha dichiarato Ince. Ieri sera Erdogan, 64 anni, è apparso in televisione con il volto stanco, segnato dalle occhiaie, per rivendicare «la vittoria della democrazia». «Il popolo ha parlato e ci ha chiesto di portare avanti la riforma presidenziale - ha detto -.
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Spero che nessuno ora voglia gettare ombre sui risultati e danneggiare la democrazia per nascondere il proprio fallimento». Un chiaro monito ai socialdemocratici del Chp che ha subito parlato di «manipolazioni del voto».
In molte città i sostenitori dell' Akp sono scesi in piazza suonando i clacson senza sosta per festeggiare la vittoria. «Da domani i prezzi di patate e cipolle torneranno alla normalità - ha detto sicuro Habib, 32 anni -. Questo è stato solo un complotto contro Erdogan per farlo perdere». È d' accordo con questa tesi Sadrettin, 62 anni: «Ma quale crisi economica! Il destino è nelle nostre mani».
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Di certo da oggi la Turchia ha ancora di più un solo uomo al comando. La riforma costituzionale concentra il potere esecutivo nelle mani del capo dello Stato. Sarà lui a nominare i membri del governo e i vicepresidenti senza dover ricorrere alla fiducia parlamentare. Ma non solo: Erdogan sceglierà anche diversi alti funzionari dello Stato, molti dei giudici più importanti, diplomatici e rettori universitari.
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In particolare, potrà scegliere 12 dei 15 componenti della Corte costituzionale e 6 sui 13 del Csm. Le aspettative di chi voleva rovesciare il regno del Sultano sono state deluse anche in Parlamento dove l' alleanza del Popolo, che comprende l' Akp e i nazionalisti dell' Mhp, ha raggiunto la maggioranza assoluta con oltre il 52% ma il partito di Erdogan non ha ottenuto i 301 seggi necessari per governare senza scendere a compromessi con il compagno di cordata Devlet Bahceli che in diverse occasioni si è mostrato critico verso alcune decisioni dell' esecutivo.
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Per quanto riguarda l' opposizione il socialdemocratico Chp ha avuto il 22% e, nell' alleanza con il partito Buono di Meral Aksener e l' islamista Saadet, raggiunge il 34%.
L' unico neo nei progetti del presidente è l' affermazione dell' Hdp, il partito filo curdo, che riesce a superare la mostruosa soglia di sbarramento del 10% ed entrare in Parlamento con 66 deputati.
Il suo leader Selahattin Demirtas, che dal carcere si era candidato alla presidenza, ha ottenuto quasi l' 8%. Una bella affermazione data la totale impossibilità a fare campagna elettorale. Ma per lui il futuro non appare roseo. Erdogan chiede da tempo una sua condanna esemplare.
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