Gloria Satta per “il Messaggero”
umberto eco sul set de il nome della rosa
«Ho voluto Sean Connery contro tutto e tutti: anche Umberto Eco l' aveva inesorabilmente bocciato. Ma io sono andato avanti per la mia strada e non mi sono mai pentito». Da Parigi, mentre prepara il kolossal sull' incendio di Notre Dame, il grande regista francese Jean-Jacques Annaud, 77 anni, racconta l' avventurosa lavorazione di Il nome della rosa, il film del 1986 ispirato al best seller di Eco, con Connery protagonista nei panni dell' enigmatico monaco-detective Guglielmo da Baskerville: uno dei ruoli più incisivi della sua carriera.
sean connery il nome della rosa
Come mai pensò di scritturare proprio lui?
«All' inizio l' idea non mi passava proprio per la mente. Dal mio ufficio di Monaco di Baviera (il film era una grande coproduzione internazionale, per l' Italia c' era Franco Cristaldi, ndr) cercavo disperatamente il mio protagonista tra gli attori emergenti. Un giorno mi chiamò l' agente americano di Connery per propormi il suo cliente».
sean connery il nome della rosa 2
E lei ovviamente gli fece il contratto seduta stante?
«Ma nemmeno per sogno! Mi serviva un attore in grado di interpretare un intellettuale del XIV secolo, francescano, che ricordasse Sherlock Holmes. Aggiungere a questo mix anche James Bond mi pareva un po' troppo. Così rifiutai Connery e continuai a cercare tra i talenti poco noti».
E cosa le fece cambiare idea?
umberto eco sul set de il nome della rosa
«Un giorno bussano alla porta del mio ufficio, apro e mi trovo davanti proprio Sean. Era venuto di persona, senza avvertirmi, e stringeva il copione del film sotto il braccio. Mi fa: Listen, boy, ragazzo ascoltami, e comincia a recitare una pagina con la sua voce calda e avvolgente».
A qual punto lei è caduto ai suoi piedi?
«Di sicuro mi è venuta la pella d' oca. Ad impressionarmi, oltre al talento e all' intonazione che lo rendevano perfetto per il ruolo, fu il carisma di Sean: aveva una bellezza fuori dal comune. Molti attori, seducenti sullo schermo, da vicino si rivelano delle persone normali. Non lui. Era un uomo splendido, non mi viene un' altra parola per definirlo».
umberto eco
A quel punto gli fece firmare il contratto?
«Corsi al piano di sopra dal produttore e gli dissi urlando che avevo trovato Guglielmo. Il contratto venne stilato in pochi minuti, mentre Connery aspettava, e quindi firmato. Ma molti, a cominciare dal mio agente, mi dissero che avevo fatto una follia che mi avrebbe rovinato la carriera. E non parliamo di Umberto Eco».
Perché, come reagì lo scrittore?
«Quando gli comunicai di aver preso Connery ebbe una reazione catastrofica. Mi disse che la sua immagine popolare di grande seduttore non corrispondeva nemmeno lontanamente al personaggio che aveva creato. Eravamo a Milano e c' era anche Renate, la moglie di Umberto: Mio Dio, ma come ti è venuto in mente?, mi gridò in mezzo alla strada... Lo scrittore mi raccomandò: Sul set lo farai a pezzi.
UMBERTO ECO
Gli risposi che era il mio lavoro di regista».
Presentò mai Connery a Eco?
«Sì, Umberto venne sul set. Parlò con Sean poi mi disse con aria di sufficienza: È molto competente. Di calcio. Ma un anno e mezzo dopo, quando il film uscì e fu un successo mondiale, riconobbe che l' attore era fantastico».
Ma perché, secondo lei, teneva tanto a fare Guglielmo?
«Per scrollarsi di dosso l' immagine di James Bond. Fatica sprecata, sul set tutti continuavano a chiamarlo 007. E le donne cadevano ai suoi piedi, nessuna poteva resistere al suo sguardo».
SEAN CONNERY – ROMA BY NIGHT
Cos' altro ricorda del grande attore?
«Oltre a dimostrare un enorme talento, era un uomo tenerissimo, gentile, affettuoso. Mentre gli attori francesi o italiani inseguono l' ispirazione o la vibrazione poetica, per lui il cinema era soprattutto mestiere. È una concezione che viene dalla vecchia, grande scuola inglese».
Anche secondo lei è stato il James Bond migliore di sempre?
«Senza dubbio, il suo carisma non l' ha superato nessuno.
Nemmeno Daniel Craig che è un attore bravo e intelligente. Ma Connery è stato unico».
Ha mantenuto i rapporti con lui?
«Sì, abbiamo continuato a sentirci e ogni tanto ci vedevamo.
Qualche anno fa sono stato invitato al suo anniversario di matrimonio, era innamoratissimo della moglie francese Micheline. Mi spiegò che aveva abbandonato il cinema perché non si divertiva più. Ma era felice così».
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