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    ANTONELLA RUGGIERO (EX MATIA BAZAR) FA 70 - ''HO FATTO QUELLO CHE VOLEVO, SENZA CHE NESSUNO MI METTESSE LA MUSERUOLA - A GENOVA HO INCONTRATO A UN CONCERTO DELLA PFM QUELLI CHE SAREBBERO DIVENTATI I MIEI SOCI PER 14 ANNI, ABBIAMO FORMATO I MATIA BAZAR E SIAMO PARTITI - L’ADDIO IN POLEMICA PER LE PRESSIONI DELLE CASE DISCOGRAFICHE: LI HO RIVISTI SOLO IN OCCASIONE DEI FUNERALI DI DUE DI LORO'' – BORDATE ALLA MUSICA DI OGGI – VIDEO


     
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    Dea Verna per “Oggi”

     

    ANTONELLA RUGGIERO 1 ANTONELLA RUGGIERO 1

    «Non ho mai festeggiato i compleanni, però ho sempre riflettuto all’inizio di un decennio nuovo. Ora ne inizia uno che mi porta nell’autunno della vita e questo mi piace. Ho fatto quello che volevo, senza che nessuno mi mettesse la museruola. Avere avuto l’ opportunità di esprimermi è stato il grande privilegio della mia vita». Antonella Ruggiero compie 70 anni con allegria, sempre sul palco.

     

    «Sono concerti tutti diversi, passo da voce e uno strumento alle grandi orchestre, dai cori alla musica sacra, non mi annoio». La sua vita artistica si divide in due parti: i 14 anni con i Matia Bazar, che lei lascia nel 1989 all’apice del successo, e la carriera solista che riparte dal 1996con l’album Libera (un titolo che è un programma). L’11 novembre esce un doppio vinile che le riassume entrambe: è la ripubblicazione di Registrazioni moderne, realizzato nel 1997, in cui cantava da solista i successi dei Ma ti a Bazar duettando con gruppi come i Subsonica, i Bluvertigo, i Timoria.

     

    E pensare che voleva fare la pittrice.

    «Volevo dedicarmi al disegno. Cantavo solo tra me e me e non pensavo di esibirmi. Poi a Genova, la mia città, ho incontrato a un concerto della Pfm quelli che sarebbero diventati i miei soci per 14 anni, abbiamo formato il gruppo e siamo partiti».

    ANTONELLA RUGGIERO MATIA BAZAR ANTONELLA RUGGIERO MATIA BAZAR

     

    Che famiglia era la sua?

    «Mio padre era artigiano. Ma la musica e l’arte sono sempre stati nella vita dei miei genitori, anche se non hanno potuto esprimere questa passione».

     

    Il ricordo più bello degli anni passati con i MatiaBazar?

    «I viaggi. Ci sono luoghi del mondo dove abbiamo fatto concerti ora profondamente cambiati se non distrutti, come la Siria, per esempio. Abbiamo suonato in Unione Sovietica quando si riempivano i palazzi dello sport, pieni di persone che volevano ascoltare la musica occidentale, con la polizia che non permetteva di fare un passo verso gli artisti».

     

    Altri ricordi?

    ANTONELLA RUGGIERO ANTONELLA RUGGIERO

    «Una volta a Roma, poco dopo l’uccisione di Aldo Moro, correvamo in auto verso l’aeroporto a Roma perché pensavamo di perdere l’aereo. La Polizia ci fermò e con i mitra spianati ci fecero scendere e chiesero i documenti. Era un momento di terrore, soprattutto nelle grandi città ».

     

    Era a suo agio nei panni della diva del gruppo?

    « Non mai sentito la necessità di salire su un palco per dire: ecco, sono qui, guardatemi. Il palcoscenico è il luogo dove si svolgono i concerti, punto. Fosse per me mi esibirei dietro a un paravento. L’esibizionismo è parte del mondo dell’arte, ma non per me, lo trovo ridicolo».

     

    Lei ha lasciato i Matia Bazar perché mal sopportava la routine e le pressioni delle case discografiche.

    «Quelle sono le regole che valgono tutt’oggi, se uno vuole raggiungere i grandi numeri. Nel 1996 ho ripreso a fare musica scollegata da quegli obblighi, con unamia etichetta. Così faccio quello che mi pare».

     

    Mai più visti i suoi colleghi dei Matia Bazar?

    «Solo in occasione dei funerali di due di loro. Però quando si vive intensamente un periodo della vita con qualcuno, i ricordi sono indelebili. Le personenon le vedi più, ma è come se fosse ieri».

    ANTONELLA RUGGIERO 55 ANTONELLA RUGGIERO 55

     

    Suo marito è il produttore Roberto Colombo, con cui è legata anche professionalmente. Come l’ha conosciuto?

    «Nel 1982 lo abbiamo chiamato per arrangiare Tango e Aristocratica, due dischi bellissimi, i migliori dei Matia Bazar. Abbiamo lavorato insieme, poi ognuno è andato avanti con la sua vita. Alla fine degli anni ’80, ecco che invece la storia è cambiata tra di noi».

     

    antonella ruggiero con i matia bazar antonella ruggiero con i matia bazar

    Le piace la musica di oggi?

    «Nulla mi stupisce. La mia generazione è stata travolta da cose vere, eccezionali, ora è tutto già visto, già sentito. Ci vorrebbero artisti e interpretazioni che facessero aprire la bocca dallo stupore; magari ci sono, ma nascoste. I media e quelli che vogliono vendere non vanno a cercarle. Prendono, usano, mettono sotto i riflettori, e poi? Vai via che ce n’è un altro. È una catena di montaggio, una cosa orribile».

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