antonio di fazio
Sandro De Riccardis e Luca De Vito per www.repubblica.it
Per ogni violenza, un tentativo di giustificazione. Per ogni donna drogata, spogliata, fotografata e abusata, il tentativo di spiegare, smussare le accuse, trovare una via d'uscita. È il 10 dicembre scorso. Di fronte alle foto delle vittime che scorrono sul tavolo Antonio Di Fazio, a processo per sei episodi che seguono tutti lo stesso schema criminale, cerca ogni volta di trovare una ragione che giustifichi gli orrori. Ammette di aver attirato nei suoi uffici la studentessa bocconiana con la promessa di un lavoro in azienda, di aver presentato una pretestuosa denuncia di estorsione contro di lei e di aver minacciato il suo fidanzato.
Sorella Antonio Di Fazio
"Voglio precisare - dice davanti al procuratore aggiunto Letizia Mannella e al pm Alessia Menegazzo - di aver incontrato molte difficoltà personali nel mio percorso di crescita. Con un padre considerato perfetto, con una sorella di fama internazionale, mi sono misurato tutta la vita con l'ansia di prestazione.
Essere Antonio Di Fazio non è stato facile. Preciso che dal 2009 ho dipendenza da alcol e psicofarmaci. (..) È stata una pulsione irrazionale che mi ha colto senza premeditazione. Sto lavorando con i miei terapisti su questa pulsione che mi ha portato a drogare questa ragazza. (...) Sono talmente addolorato, adesso che ho capito quello che ho fatto, che ho anche pensato di togliermi la vita e vi ringrazio per avermi messo in isolamento".
antonio di fazio
L'uso del benzodiazepine era una consuetudine. Tanto che Di Fazio ha falsificato decine di ricette mediche rubandole alla sorella medico. "Le ho sottratte dalla sua abitazione. Lei è completamente estranea ai fatti. Avevo bisogno di una quantità sempre più elevata di farmaco perché, facendone uso da molto tempo in combinato con l'alcol, ormai non mi faceva più effetto. (..) Al fine di superare le frustrazioni quotidiane, lo stress, quando mio figlio non era con me univo le benzodiazepine all'alcol".
antonio di fazio
Nell'interrogatorio in procura, alla presenza anche dei carabinieri del reparto operativo e della compagnia Monforte, Di Fazio riconosce le immagini di molte altre ragazze. "Sto affrontando una terapia per un problema che ho legato a una pulsione sessuale sadomaso. Penso che questo spieghi anche la mia ossessione per la ricerca in rete sul tema "sesso con ragazze narcotizzate con cloroformio"".
Davanti alle foto di un'altra vittima, dice: "Le ho somministrato le benzodiazepine a sua insaputa per zittirla. Questo tipo di dinamica l'avevo posa in essere anche con la mia ex moglie, mi è capitato che per zittirla le avessi somministrato quella sostanza". È questo il caso per cui l'imprenditore deve rispondere anche di tentato omicidio. Altre immagini di donne scorrono sul tavolo.
antonio di fazio
"Lei l'ho conosciuta in un periodo in cui ero in crisi e solo per un weekend. (..) Le ho somministrato benzodiazepine senza il consenso, per zittirla e in una notte diversa da quella ritratta nelle foto del fascicolo". Altre foto della stessa ragazza: "Sono state scattate da me mentre era ubriaca e senza il suo consenso. (..) La sera dopo le ho somministrato la sostanza per farla tacere perché non mi piaceva".
Parlando ancora della ex moglie, ribadisce: "Le ho somministrato benzodiazepine non per fotografarla ma per paralizzare le sue iniziative moleste nei miei confronti". Poi ritorna a parlare della bocconiana, la ragazza che con la sua denuncia ha fatto scoprire le tante vittime finite nella sua trappola, fino ad allora rimaste in silenzio. "Ho somministrato benzodiazepine alle ragazze quando mio figlio non era in casa. L'unica volta in cui l'ho fatto con lui in casa è successo con la ragazza che mi ha denunciato perché non era stato pianificato ed è stato un impulso. Mio figlio quella sera è stato in salone fino alle 23. Quando ho drogato la ragazza mio figlio era nella sua camera e mia madre nella sua".
ANTONIO DI FAZIO. ANTONIO DI FAZIO