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    TARTUFOCRAZIA – COME SONO PACCHIANI E IGNORANTI A TAVOLA QUESTI INGLESI OSSESSIONATI DAL LUSSO – ANTONIO RIELLO DEMOLISCE IL GETTONATISSIMO RISTORANTE LONDINESE DI CUCINA ITALIANA “BACCHANALIA”: “IL MENÙ È IMPRONTATO SU CIBI RARI E COSTOSI: CAVIALE E TARTUFO. CI SI PUÒ FAR AFFETTARE LA TRUFOLA ANCHE SU UNA TAZZINA DI CAFFÈ ESPRESSO. UNO SPRECO INUTILE E GASTRONOMICAMENTE INOPPORTUNO. È UNA CARICATURA DELLA CUCINA ITALIANA CHE STORICAMENTE È SEMPRE STATA UNA VIRTUOSA MACCHINA PER RICICLARE GLI AVANZI” - VIDEO


     
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    il ristorante bacchanalia a londra

     

     

    Antonio Riello per Dagospia

     

     

    ristorante bacchanalia a londra 1 ristorante bacchanalia a londra 1

    In Italia c'è chi discute sui prezzi della catena Crazy Pizza (quella gestita da Flavio Briatore). Ci sono pizze che costano fino a 60 euro l'una (quella con il prosciutto Spagnolo Pata Negra). Alcuni vedono la spropositata carezza delle voci del menù come un insulto alla naturale e quasi-francescana semplicità della pizza.

     

    Consoliamo subito questi scontenti: fortunatamente una nutrita concorrenza offre ottime alternative a prezzi sicuramente più abbordabili e quindi uno non ci deve assolutamente andare per forza. Chi ci va lo fa per curiosità o per ostentare un certo status, inutile lamentarsi.

     

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    Comunque sia, Briatore è quasi a buon mercato: una pizzeria di Jesolo Lido offre una pizza decorata con foglia d'oro (commestibile) sui 100 Euro. Sicuramente l'idea è stata indirettamente suggerita dal famigerato Nusret Gökçe, il macellaio-cuoco di origine Turca che ha aperto, con il nome di Salt Bae, una serie di ristoranti di carne dove il pezzo forte è una bisteccona con rivestimento in foglia d'oro (the Golden Tomahawk). Una cosetta che viene a costare, nel 2023, intorno ai mille euro ciascuna. E' uno degli indiscussi capisaldi mondiali dell'esibizio-idiotismo culinario.

     

     

    Mayfair è il principale distretto del lusso londinese. Gioiellerie. Alberghi leggendari (e costosi) come il Claridge's o il Connaught. E non mancano certo i ristoranti dal conto impegnativo. Sexy Fish (ovviamente con menù principalmente ittico) è vistoso e pesantemente caratteristico. C'è poi il confortevole ed esclusivo ristorante di Annabel's (Annabel's è un prestigioso  Club e sono ammessi solo i soci e i loro ospiti).

     

     

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    Nei pressi si trova Jamavar che è senz'altro uno dei migliori ristoranti Indiani di tutta la città: "dimenticate il solito pollo al curry o voi che qui entrate". Scott's, in Mount Street, invece è uno dei classici luoghi dove si va per farsi vedere e vedere chi c'è. Il menù (come l'arredamento) è piuttosto tradizionale e rassicurante: la loro sogliola alla mugnaia vale comunque tutte le sterline che chiedono e in generale, dato il contesto, qui il rapporto qualità/prezzo resta abbastanza ragionevole.

     

    Nel novembre del 2022 sempre in Mount Street hanno aperto un nuovo locale che viene pomposamente venduto come la summa della cucina Mediterranea  e in particolare di quella italiana. Si chiama Bacchanalia (già il nome, decadente per definizione, dovrebbe mettere in allarme). Il proprietario è il miliardario Richard Caring. Non ha badato a spese per l'allestimento che è stato affidato all'artista Damien Hirst e al designer Martin Brudnizki.

     

     

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    Tra le tante attrazioni c'è anche un goffo tentativo, sul soffitto, di riesumare degli affreschi in stile Cappella Sistina (opera di Gary Myatt). Insomma l'idea di fondo è di avvolgere i clienti in una atmosfera da "Basso Impero" con tutto il contorno di ostentazione che il caso suggerisce: l'Antica Roma, in versione luna-park di lusso, come pretesto per eccessi e discutibili esibizioni. La lingua inglese usa in questi casi il termine "extravagance" che qui suona decisamente molto appropriato.

     

    Riello al Fornello Riello al Fornello

    Il codice di abbigliamento consigliato per la clientela è "Casual Elegant" (un bell'ossimoro...) o anche "Bacchic Chic" (chissà cosa vorrà dire?).  Il menù è vario (anche troppo forse) ma soprattutto improntato su cibi rari e assai costosi: caviale (posto all'inizio della lunghissima lista) e tartufo. Si spreca il termine "Decadent Additions": volendo ci si può far affettare la trufola anche su una tazzina di caffè espresso. Tanto per cominciare davvero poco Mediterraneo.

     

    Lo spreco inutile appare sempre disdicevole ma, in questo caso, è anche gastronomicamente del tutto inopportuno. Siamo di fronte ad una caricatura della cucina italiana che storicamente è invece sempre stata una virtuosa e straordinaria macchina per riciclare gli avanzi del giorno prima: sughi, tortelli e tortellini, polpette e supplì hanno avuto questo compito primario per le povere tavole del Bel Paese.

     

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    Una cucina povera e creativa per eccellenza. In pratica, nelle sue varie forme regionali, una magnifica forma d'Arte tradizionalmente capace di trasformare quel poco che c'era da mangiare in prelibatezze. Si può dire lo stesso, in forme forse anche più estreme, per la cucina Greca che è l'altro riferimento che ispira questo posto. Possiamo in ogni caso dire che il responsabile della cucina, lo chef Anglo-Greco Athinagoras Kostakos, almeno è riuscito ad evitare la lasagna al forno (o la Moussakà) guarnita di foglia d'oro.

     

     

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    Bacchanalia è dunque pervasa dall'ossessione (totalmente imperdonabile in questo ambito) per tutto ciò che viene considerato cibo di lusso. Per capirci: un piatto di paccheri con l'Aragosta e il tartufo nero viene 135 Sterline (a cui va obbligatoriamente aggiunto il 12% di servizio). Ma il problema non è tanto il prezzo in sé (se uno se lo può permettere ovviamente) ma proprio il clamoroso tradimento concettuale di un certo tipo di cucina che si vorrebbe celebrare.

     

     

    Si tende a confondere (ci sono o ci fanno?) la qualità con la reputazione di rarità. A cui vanno aggiunte molte riserve di carattere etico: ha senso sprecare, soprattutto nel 2023, risorse ingenti solo per una forma di patetica vanità?

     

     

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    Contemporaneamente e con molta serietà il fastoso locale esibisce (bizzarrie farsesche del politically correct spinto) diligentemente una lunga serie di informazioni circa il Modern Slavery Statement, ossia la propria posizione formale circa lo sfruttamento e la schiavitù.

     

    A dispetto della personalissima opinione di chi scrive, questo ristorante sta incontrando, a quanto sembra, molti consensi ed è davvero molto difficile riuscire a prenotare un tavolo. La tartufomania dilaga e regna sovrana a Londra. Sta diventando una "Tartufocrazia". Allora, malgrado tutto, "Lunga vita al Tartufo!" (speriamo solo che, bianco o nero che sia, almeno venga importato dall'Italia).

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