Lettera di Michele Anzaldi al ''Corriere della Sera''
ivana vaccari
In queste ore una notizia ha alimentato commenti e interrogativi in rete: la giornalista di Rai Sport Ivana Vaccari avrebbe vinto una causa con la Rai per il demansionamento subito quattro anni fa. I giudici avrebbero stabilito un risarcimento record, 1 milione di euro, per il suo allontanamento di pochi mesi riconoscendole un’invalidità permanente del 7% a causa delle sofferenze psicologiche patite sul lavoro. Viene naturale il raffronto con un caso drammatico, sempre in Rai: l’incidente che ha colpito Lamberto Sposini.
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Difficile non paragonare le due vicende e, vista la differenza di trattamento, non pensare che, talvolta, l’applicazione della legge comporti anomalie difficili da comprendere. Forse andrebbe colta l’occasione di questa situazione paradossale per fare uno sforzo in più: magistrati, Rai, avvocati, parti in causa, dovrebbero impegnarsi per trovare una conclusione positiva, che darebbe un segnale di speranza non limitato al caso specifico. Forse dovrebbero esprimersi anche i membri del CdA, a partire da Carlo Freccero, che magari ne parlerà nella sua prossima intervista.
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Sposini, colto da malore il 29 aprile 2011 poco prima di andare in onda a «La vita in diretta», era uno dei volti televisivi più amati; oggi con grande fatica, e grazie ai sacrifici della famiglia e delle persone che gli sono rimaste accanto, riesce a pagare le spese mediche e la riabilitazione. Il Tribunale di Roma, infatti, il 26 febbraio scorso, ha respinto il ricorso dei suoi legali contro la Rai per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e non, conseguenti all’evento invalidante, per un importo superiore a 10 milioni di euro.
Sposini contestava all'azienda di non avere adottato ogni misura idonea a gestire l’urgenza, mentre i medici della Rai non avevano valutato adeguatamente la situazione. Ricoverato al Santo Spirito, fu poi trasportato al Gemelli, e operato a 4 ore di distanza dall’emorragia cerebrale. Ci sono nella vicenda delle responsabilità certe che però la legge ancora non ha riconosciuto. Sposini è stato strappato via dal suo lavoro e costretto ad una nuova vita, in cui parla solo attraverso i movimenti degli occhi.
SPOSINI
Due vicende che stonano, emblemi di come l’applicazione della legge a volte generi delle storture che si fatica a comprendere e che rischiano di alimentare un clima di sfiducia nei confronti della giustizia.