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    1- IL CAVALIER IN BOLLETTA A CACCIA DI SOLDI! E TRA I DUE ETERNI BELLIGERANTI, SILVIO E CARLETTO, SI E’ APERTA UNA TRATTATIVA SEGRETA PER RIPORTARE SU BASI PIÙ RAGIONEVOLI I 560 MILIONI DI EURO (SOTTO RICORSO) CHE FININVEST HA SBORSATO ALL’INGEGNERE 2- LA PRIMA SFIDA DEGLI SMONTEZEMOLATI ENTRA NEL VIVO. ADESSO SI TRATTA DI VEDERE QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEL MERCATO AL QUALE VIENE OFFERTA ADDIRITTURA LA VISIONE DI UN FILM SUL TRENO CHE PARTE DA ROMA PER MILANO ALLE 5,50 DEL MATTINO! 3- MONTI VARA ENTRO MAGGIO L’AUTHORITY PER I TRASPORTI E LO SCORPORO DELLA RETE FERROVIARIA. UN COLPO A FAVORE DI NTV CHE MORETTI DOVRÀ DIGERIRE IN SILENZIO 4- PROFUMO DI SIENA: ARROGANCE VUOLE UNA CONVOCAZIONE RAPIDA DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE PER CONSACRARLO PRESIDENTE PER POI DECIDERE A CHI DEVE ANDARE IL 13% (NON IL 15%) DEL CAPITALE DELLA FONDAZIONE (MOSSA ANTI-MANCUSO) 5- DIETRO IL LEONE PALENZONA ALLE GENERALI SI INTRAVEDE IL PROFILO DI GUIDO ROSSI


     
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    1- APERTA UNA TRATTATIVA SEGRETA TRA I DUE BELLIGERANTI, SILVIO E CARLETTO
    Ormai non c'è più alcun dubbio: Silvio Berlusconi soffre di incubi.

    A dirlo non sono gli stretti collaboratori come Cicchitto, Verdini e La Russa che con le loro apparizioni televisive aumentano l'angoscia del Cavaliere, ma gli avvocati che dall'ottobre 2009 lo seguono nella vicenda del Lodo Mondadori, l'episodio della guerra di Segrate contro Carletto De Benedetti.

    L'incubo si è manifestato in tutta la sua pienezza il 9 giugno 2011 sul sagrato della Basilica di Sant'Ambrogio a Milano quando, al termine dei funerali del senatore Comincioli, Berlusconi confidò la sua angoscia con queste parole: "se i giudici mi condanneranno dove trovo i soldi?". In quel momento la cifra in ballo era di 750 milioni, tanto valeva il risarcimento dovuto dalla Fininvest alla Cir dopo il provvedimento di primo grado del giudice Raimondo Mesiano contro il quale le reti di Mediaset inaugurarono una sgradevole campagna di sputtanamento.

    Un mese dopo, esattamente il 9 luglio 2011, la corte d'appello di Milano confermò la condanna con un maxisconto di un quarto rispetto all'importo iniziale. Così da 750 milioni si è passati a 560, ma il risparmio di 190 milioni non ha contribuito a diluire il contenuto angoscioso di una sentenza che Marina Berlusconi ha definito "una rapina a mano armata" e che ancora oggi incombe sulla testa e sul testosterone dell'uomo che per anni ha occupato la classifica dei miliardari.

    Oggi si può dire che Berlusconi, abituato per decenni a vedere i soldi zampillare come da un pozzo artesiano, sta scoprendo la sindrome per lui del tutto inedita della povertà nell'abbondanza. Basta leggere le ultime dichiarazioni in cui rifiuta di buttare altri quattrini nel PDL per capire quanto sia grande la sua preoccupazione, e se a questo si aggiungono le voci e le notizie sui tagli di 250 milioni che Mediaset intende fare quest'anno, si ha il quadro della situazione che il Cavaliere sta soffrendo.

    Qualcosa però si sta muovendo dietro le quinte per evitare che l'incubo e l'angoscia lo portino a gesti insani e che debba mettere nelle mani del suo acerrimo nemico De Benedetti quel tesoro al quale i giudici di Milano lo hanno condannato con una sentenza di 283 pagine.

    Sembra infatti che tra i due belligeranti, Silvio e Carletto, si sia aperta una trattativa segreta per riportare su basi più ragionevoli l'importo che Fininvest dovrà pagare all'Ingegnere. Quest'ultimo finora non ha toccato un centesimo dei 560 milioni perché da finanziere incallito ha compreso fin dall'inizio che un tesoro così grande doveva rimanere integro di fronte a eventuali ricorsi, e che prima o poi si sarebbe aperta la strada di una trattativa. Da qui il messaggio pervenuto agli avvocati di Berlusconi che si potrebbe arrivare a una transazione con uno sconto intorno al 20-30% del mostruoso importo. Da parte sua il Cavaliere peccaminoso ha messo l'asticella dello sconto al 50%, e per adesso tiene fermo questo limite che a suo dire coincide con il valore complessivo della Mondadori.

    Siamo alla logica del suk arabo dove si parte da posizioni rigide per poi trovare un compromesso in un valore intermedio. Nella loro vita i due protagonisti hanno fatto un'infinità di trattative. Sono due mercanti di razza con un pelo così lungo sullo stomaco che in alcuni casi non è bastato per evitare le figuracce e le aule dei tribunali.

    Entrambi comunque hanno voglia di chiudere la partita. Berlusconi deve buttarsi alle spalle l'incubo della povertà nell'abbondanza, De Benedetti deve dimostrare che un vero riformista riesce a conciliare gli opposti.


    2-LA PRIMA SFIDA DI LUCHINO, DIEGUITO, PUNZO, SCIARRONE E DEGLI ALTRI SOCI DI NTV COMINCIA A ENTRARE NEL VIVO
    Gli uscieri del palazzo-obitorio delle Ferrovie questa mattina hanno applaudito in maniera discreta quando sul sito di Ntv, la società di Luchino di Montezemolo per l'Alta Velocità, hanno saputo che finalmente il treno "Italo" è pronto a partire.

    Dopo settimane di attesa e di continui rinvii che hanno fatto temere il peggio, oggi finalmente sul sito internet di Ntv è apparsa la scritta: "Ecco gli orari di Italo, si parte con Napoli-Milano". Poco più in basso si legge: "il servizio ad Alta Velocità dopo Pasqua", e questo significa che a partire dalla seconda metà di aprile i primi cinque treni prodotti dai francesi di Alstom potranno cominciare a muoversi.

    Un'attenta lettura dell'annuncio porta però a scoprire una postilla davvero curiosa dove si avverte che questo non è l'orario completo e operativo perché soltanto la disponibilità dell'intera flotta composta da 25 treni consentirà a Ntv di presentarsi in tutta la sua potenza.

    Agli uscieri delle Ferrovie, che si aspettavano una presentazione efficace ed esplosiva del nuovo orario, la postilla ha suscitato grandi risate perché sanno che la flotta dei 25 treni sarà pronta non prima di due anni, e aggiungono con malizia che con tutti i soldi spesi con la società di consulenza Accenture, il nuovo orario sembra avere un contenuto più virtuale che reale.

    Resta il fatto che la prima sfida di Luchino, Dieguito, Punzo, Sciarrone e degli altri soci di Ntv comincia a entrare nel vivo. Adesso si tratta di vedere quale sarà la risposta del mercato al quale viene offerta addirittura la visione di un film sul treno che parte da Roma per Milano alle 5,50 del mattino. Secondo gli uscieri e i tecnici delle Ferrovie, Ntv muoverà due treni al giorno sulla direttrice che lega la capitale della politica a quella degli affari, e un paio di corse da Napoli a Milano con fermate intermedie.

    Ma queste sono le loro illazioni alle quali si aggiunge lo scetticismo sulla possibilità che ogni giorno 30mila passeggeri utilizzino le carrozze ipermoderne di "Italo".

    Da parte loro i manager di Ntv pare che stiano comprando spazi pubblicitari per un lancio in grande stile di "Italo" e si parla anche di uno spot televisivo particolarmente "impressive". Dentro la società sembra che le redini operative siano passate dalle mani di Sciarrone a quelle del vicepresidente Vincenzo Cannatelli, intenzionato a rendere la vita dura alle Ferrovie di Moretti che stanno vendendo i biglietti a 9 euro e hanno messo le mani anche sul redditizio business delle gite scolastiche.

    L'euforia per la partenza è grande e i problemi finanziari sono per il momento accantonati anche se molti fornitori restano in lista d'attesa.

    In tutta questa battaglia Corradino Passera, l'ex-banchiere che ha portato tra i soci Banca Intesa, si è tenuto in disparte mentre il governo sembra intenzionato a realizzare entro maggio l'Authority per i Trasporti e a procedere nello scorporo della Rete ferroviaria.

    Un colpo a favore di Ntv che Mauro Moretti dovrà digerire in silenzio.


    3- PROFUMO DI SIENA
    Alessandro Profumo e la moglie Sabina Ratti stanno preparando le valigie per Siena dove sembra ormai certo che l'ex-boyscout di Genova arrivi alla presidenza di MontePaschi.

    In questo modo continua la cavalcata dell'ex-bocconiano e ex-McKinsey che è iniziata nel 1994 quando a 37 anni iniziò la sua carriera al Credito Italiano.

    Quando ha lasciato Unicredit davanti al portone di piazza Cordusio c'era la moglie che lo aspettava con una Ducati rossa e a Milano sono in molti a ricordare quella fuga nella notte con una valigetta stretta tra le mani dentro la quale Profumo aveva raccolto i 40 milioni di euro della sua liquidazione.

    Nessuno però ha mai pensato che un uomo così famoso per la sua audacia e soprattutto per la sua arroganza, potesse scomparire nella nebbia, ed eccolo rispuntare dopo una breve parentesi in una piccola boutique finanziaria e dentro i consigli di amministrazione dell'Eni e della banca russa Sberbank.

    Nemmeno l'inchiesta "Brontos" che lo ha coinvolto a novembre insieme ad altri 17 dirigenti e ha portato al sequestro di 245 milioni di Unicredit, sembra avere compromesso il suo percorso.

    Adesso Profumo ha fretta di chiudere la partita con il MontePaschi dove arriva con il consenso del PD nazionale mentre qualche esponente cattolico del PD locale sta ancora cercando di mettersi di traverso facendo presa sul presidente della Fondazione, Gabriello Mancini.

    Dovranno mettersi tutti l'anima in pace perché l'arrivo di Profumo nella più antica banca italiana è l'unica soluzione per uscire dal tunnel nel quale si era cacciata con Peppiniello Mussari, che ieri si è dimesso (platealmente e provvisoriamente) anche dalla presidenza dell'Abi.

    Dietro parole di circostanza del tipo: "meglio non dire nulla per rispetto delle persone coinvolte", Profumo ha fatto capire ai contradaioli e ai vertici della Fondazione che bisogna stringere i tempi ed è per questo che vorrebbe una convocazione rapida del consiglio di amministrazione per consacrarlo presidente prima che scatti la vendita del 15% del capitale della Fondazione.

    Su questa operazione, che appare necessaria per rimettere a posto il miliardo di debiti accumulati dalla Fondazione, l'ex-boyscout di Genova ha fatto sapere che sarebbe opportuno ridurre al 13% la quota del capitale in modo da non indebolire la maggioranza "di blocco" che la governa. In questo modo si renderà meno consistente la presenza dei soggetti che intendono comprare la quota e si potranno contenere le ambizioni di Salvatore Mancuso, il siciliano del Fondo Equinox, che sta ancora sgomitando per sfilare a Profumo la poltrona della banca.


    4- GUIDO ROSSI PER PALENZONA
    Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che negli ambienti della finanza milanese ha fatto molta sensazione la notizia, anticipata ieri da "Il Giornale" che Fabrizio Pallenzona punterebbe alla presidenza delle Generali.

    L'immagine del banchiere di Novi Ligure che si piazza con la sua mole possente sulla testa del povero Perissinotto (per gli amici Perissirotto) è uno spettacolo dai risvolti gustosi. Non sarà facile per Pallenzona raggiungere questo obiettivo anche se il silenzio davvero curioso di Dieguito Della Valle che ha sparato cannonate contro Cesarone Geronzi (banchiere "relazionale" alla pari di Pallenzona) porta acqua al mulino di un esito positivo.

    C'è poi da aggiungere che dietro il massiccio ex-camionista di Novi Ligure si intravede il profilo di un consigliere occulto di grandissimo spessore che oltre a curargli alcune vicende giudiziarie, lo rifornisce di preziosi suggerimenti.

    È il superavvocato e supergiurista Guido Rossi".

     

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