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    APOCALISSE MESSICANA – IL PAESE SUPERA I 30MILA DECESSI E RAGGIUNGE GLI OLTRE 252MILA CONTAGIATI, L’OTTAVO BILANCIO PIÙ PENSANTE DEL MONDO: NUMERI AIUTATI DALL’AZIONE DEL PRESIDENTE ANDRÉS MANUEL LÓPEZ OBRADOR, NEGAZIONISTA DELLA PRIMA ORA, CHE HA TARDATO A MUOVERSI PER CONTENERE IL CONTAGIO E POI HA RIAPERTO TROPPO PRESTO – LA SITUAZIONE, IN REALTÀ, POTREBBE ESSERE PIÙ CATASTROFICA, MA PIÙ DEL VIRUS FA PAURA LA FAME…


     
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    Monica Ricci Sargentini per il "Corriere della Sera"

     

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    Il Messico ha oltrepassato la soglia dei 30 mila decessi per Covid-19, superando così la Francia con il quinto numero più alto di morti dall'inizio della pandemia dopo Stati Uniti, Brasile, Regno Unito e Italia. Un tasso di mortalità che è quasi il doppio di quello di un mese fa. I casi di contagio sono aumentati di 5.914 raggiungendo i 252.165 positivi, l'ottavo bilancio più pesante al mondo.

     

     Un risultato che è stato anche aiutato dal fatto che il presidente Andrés Manuel López Obrador è stato un negazionista della prima ora e ha tardato a implementare le misure giuste per combattere la pandemia per poi decidere troppo presto di riaprire il Paese. I dati potrebbero essere anche peggiori perché il numero dei tamponi effettuati è molto basso.

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    Il sottosegretario alla Sanità Hugo López-Gatell, in una conferenza stampa, ha parlato di un rapporto, ancora non reso pubblico, che rivela come il numero dei decessi a Città del Messico tra marzo e maggio sia tre volte superiore a quello degli anni precedenti «Probabilmente - ha detto - molte di quelle morti sono dovute al Covid».

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    Nonostante la gravità della situazione, sabato scorso, 200 venditori ambulanti hanno bloccato brevemente diverse strade nel centro di Città del Messico, che è stata la più colpita dal Covid-19, per chiedere che fosse loro permesso di vendere di nuovo nelle strade, visto che alcune attività non essenziali hanno ripreso. Di certo l'economia è in seria crisi. Il vettore AeroMexico, solo per fare un esempio, ha dichiarato bancarotta la scorsa settimana.

     

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    Il Paese rischia un crollo del Pil del 9% e la perdita di 1,4 milioni di posti di lavoro. Il presidente preme per far ripartire le attività. A metà giugno centinaia di migliaia di operai sono tornati a lavorare nelle fabbriche. E a Città del Messico, lunedì scorso, è iniziata una parziale riapertura dei servizi non essenziali ma la sindaca Claudia Sheinbaum ha dovuto decidere una sospensione di due giorni in alcune zone della capitale dopo aver constatato che molti negozi non riducevano il numero di clienti ammessi o fornivano il gel disinfettante.

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    Sono in molti a temere che la riapertura sia stata frettolosa: «Siamo nel pieno dell'epidemia - ha detto il sottosegretario alla Sanità - il rischio è che se riapriamo le attività sociali le infezioni aumenteranno». È troppo presto per brindare al futuro nelle strade della capitale

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