FRATTASI, IA È ARMA DIFENSIVA PER IL CLOUD PUBBLICO
BRUNO FRATTASI E STEFANO PONTECORVO CON LA MAGLIETTA DI FRATELLI D'ITALIA A PESCARA
(ANSA) - L'Agenzia per la cybersicurezza nazionale "sta ragionando sulla necessità di sviluppare iniziative per far sì che la sicurezza del cloud pubblico possa essere garantita anche attraverso l'Intelligenza artificiale", a cui si deve guardare "anche come un'arma difensiva": a dirlo è stato oggi il direttore generale dell'Agenzia, Bruno Frattasi, intervenendo al Forum Pa 2024 in corso a Roma, incentrato proprio sull'Ia nella pubblica amministrazione.
Ricordando il recente G7 Cyber tenuto alla Farnesina, Frattasi ha al tempo stesso sottolineato come "il tema della cybersicurezza applicata ai sistemi di Intelligenza artificiale sia sentito da tutte e due le sponde dell'Atlantico per ragioni comuni". "Controlli comuni di cybersicurezza sui sistemi di Ia sono avvertiti come una priorità e - ha detto - ragionare su come difendersi da questa minaccia è importante".
APP SICURA PER COMUNICAZIONI TRA MINISTRI,GOVERNO RIFLETTE
(ANSA) - Una app sicura per tutelare le comunicazioni tra i membri del Governo. C'è una riflessione in corso su questo, spiega all'ANSA il direttore dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, Bruno Frattasi, "visto l'attuale momento di tensione geopolitica e l'innalzamento delle minacce che attori ostili possono portare verso il blocco occidentale".
bruno frattasi foto di bacco
E si guarda anche al rischio rappresentato dall'installazione di social come Tik Tok sui cellulari dei dipendenti della Pa. "Commissione e Parlamento europeo - ricorda Frattasi - hanno disposto il divieto per i funzionari europei: è una decisione che corrisponde all'esigenza di ridurre la superficie digitale di attacco, eliminando così una porta dalla quale malintenzionati potrebbero accedere alle altre applicazioni presenti sul dispositivo"
Il ragionamento sulla 'app sicura', sottolinea il direttore dell'Agenzia cyber, "tiene sempre sullo sfondo l'attuale momento di grave turbolenza mondiale che stiamo vivendo, con una 'terza guerra mondiale a pezzi' come l'ha definita papa Francesco, in corso e la minaccia ibrida sempre più pervasiva. In questo quadro - aggiunge - ha un senso aumentare il livello di protezione sui flussi comunicativi più delicati, più sensibili. In prima battuta, quindi, quelli che avvengono tra le autorità di governo, che riguardano la sicurezza nazionale".
bruno frattasi foto di bacco
Ci sarà, dunque, anche in Italia come avvenuto lo scorso dicembre in Francia l'indicazione ai ministri di usare due app francesi, certificate dall'Agenzia cyber nazionale, dismettendo le app di messaggistica potenzialmente vulnerabili come WhatsApp, Signal e Telegram? Al momento c'è una fase di riflessione, fa sapere Frattasi.
"Non è stata fatta - precisa - nessuna indagine esplorativa di mercato su un'eventuale app italiana, nessuna gara. Abbiamo cominciato, insieme ai colleghi del Dipartimento per la trasformazione digitale, a pensare a questo progetto ma non coinvolgendo i produttori di app: prima viene il progetto e poi la sua realizzazione".
E un aiuto, prosegue il prefetto, potrebbe arrivare dal disegno di legge cyber appena approdato al Senato, dopo l'approvazione della Camera. Nel provvedimento, infatti, "sono previste misure di premialità per gli appalti di servizi e prodotti digitali che riguarderanno la sicurezza nazionale: ad usufruirne potranno essere le imprese italiane, ma anche quelle Ue, dei Paesi Nato e dei Paesi con cui abbiamo accordi di collaborazione".
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