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    APPALTI, HOTEL, GIORNALI E CONTANTI: VITA, AFFARI E “GUAPPARIE” DI ALFREDO ROMEO - UNA VOLTA RIUSCÌ A FAR SPOSTARE UN DISTRIBUTORE DI BENZINA TROPPO VICINO AL SUO HOTEL - QUELLA NAVE SNAV CHE TOGLIEVA LA VISTA AGLI OSPITI DELLE SUITE DEL SUO ALBERGO, TARTASSATA DI MULTE FINO A QUANDO NON HA ATTRACCATO ALTROVE


     
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    ALFREDO ROMEO ALFREDO ROMEO

    Franco Bechis per “Libero Quotidiano”

     

    Chi è Alfredo Romeo, il patron dell' omonimo gruppo al centro dell' inchiesta Consip? Risposta contenuta nelle mille pagine che raccontano due anni e più di intercettazioni telefoniche e ambientali allegate all’ordinanza che lo ha portato in carcere: un signore che quando vuole una cosa, deve ottenerla. E soprattutto sa come ottenerla.

     

    L' ultima passione dell'imprenditore ad esempio sono gli hotel di lusso. Rigorosamente 5 stelle lusso. Ne ha costruito uno sul lungomare di Napoli, ed è diventato lo scrigno più importante di quel gruppo imprenditoriale: serve per fare business, serve diciamo così per le relazioni pubbliche, e secondo le carte dei carabinieri del Noe è anche lo strumento più utilizzato per forme di piccola corruzione.

     

    Quando ha bisogno di oliare il percorso di qualche pratica pubblica, spunta sempre un soggiorno gratuito nella suite Skyline del suo hotel. Qualche volta basta un percorso nella bella spa: qualche massaggio, sauna, bagno turco e il funzionario pubblico gli fa ottenere quel che vuole. Altre volte regala un tavolo al ristorante Il Comandante interno alla struttura: ha già una stella Michelin, punta alla seconda ed è molto ambito. Per un bicchierino d' olio basta la spa.

    Alfredo Romeo 3 Alfredo Romeo 3

     

    Se serve un quartino, una cena al ristorante. Bisogna avere la bottiglia? Ecco il soggiorno completo: suite vista mare, cena a lume di candela al ristorante stellato e giornata di relax nella spa. Serve una magnum? A questo trattamento si unisce quello a un hotel 5 stelle di Ischia, l' Excelsior, di proprietà - dice Romeo - di alcuni cugini: è lui a saldare il conto per gli ospiti da spalmare di olio. Non basta? Ci vuole la damigiana?

     

    Beh, allora bisogna aggiungere l'oliatura più classica che esista: contanti. Secondo gli inquirenti in due banche negli ultimi 13 mesi che hanno preceduto il suo arresto Romeo ha ritirato attraverso decine di assegni firmati a se stesso qualcosina in più di 400 mila euro proprio per fare funzionare le giunture di quella burocrazia che viveva come un incubo.

     

    IL FILO CONDUTTORE

    AVVOCATI DI ALFREDO ROMEO AVVOCATI DI ALFREDO ROMEO

    Quell' hotel a 5 stelle lusso è il filo conduttore dell' inchiesta.

    È la soluzione a molti problemi di Romeo. Ma è anche il suo cruccio: ogni settimana il grande imprenditore che correva per lotti Consip da centinaia di milioni, passava ore a occuparsi del funzionamento e del miglioramento di quell' albergo.

     

    Primo problema: le 5 stelle lusso non erano proprio meritate di natura. Bisognava farle riconoscere chiudendo un occhio su qualche pecca (ad esempio aveva nelle stanze 80 televisori che non erano all' altezza). Così bisogna fare uso di quelle riserve anche fantasiose di olio per fare chiudere un occhio a tre funzionari del servizio unico attività produttive del comune di Napoli, che accettano di farlo mettendosi nei guai: Achille Tatangelo, Stefania De Angelis e Gaia Perrone.

    Alfredo Romeo Alfredo Romeo

     

    Il giorno in cui viene a controllare l'albergo la De Angelis viene colpita da una pianta grassa davanti all' ingresso. È rarissima, e le piace da morire: «Una Myrtillocactus Geometrizian Crestata» dell' altezza di circa 90 centimetri", scrivono gli inquirenti. Romeo ne trova un'altra e gliela manda a casa: 450 euro spesi per la pianta, più 90 per la spedizione. Ma non basta. A tutti pranzo gratis, e ci mancherebbe e alle due donne un vaucher gratuito per la spa. L'uomo invece non è un maniaco del relax, però ha due colleghe che ci terrebbero tantissimo: ecco due voucher per loro. E la pratica 5 stelle lusso va in porto.

     

    INCHIESTA CONSIP - I PIZZINI DI ALFREDO ROMEO INCHIESTA CONSIP - I PIZZINI DI ALFREDO ROMEO

    Romeo però è uno che non si accontenta mai. Alcune cose nei pressi dell' hotel non gli vanno giù. Ma per fortuna l'imprenditore può contare sul rapporto stretto stretto con un dirigente del comune di Napoli che è passato in settori per lui cruciali. Si chiama Giovanni Annunziata, e dietro vari compensi fra cui l'assunzione di un amico nel gruppo Romeo è solito risolvere problemi.

     

    Alcuni sono veri, altri sono un po' maniaci. Ma bisogna accontentare l' imprenditore. Primo problema: a Romeo dà fastidio un distributore della Esso troppo vicino al suo albergo: odori cattivi, gente in coda. Annunziata si dà da fare. Butta giù uno studio sulle norme dei distributori di benzina, fa una relazione in comune, la prende alla lontana. Romeo si spazientisce e in una telefonata gli ricorda minaccioso: «C'è troppa benzina in città». L'altro capisce, si dà da fare, delibere comunali, incontri vari ed ecco che sparisce il distributore. Ma non basta.

     

    VIA QUELLA NAVE

    alfredo romeo1 alfredo romeo1

    Romeo è angustiato da un altro problema: proprio davanti al suo hotel c' è una banchina del porto dove staziona sempre una nave Snav che toglie la vista agli ospiti delle suite del suo albergo. Bisogna mandarla via, anche perché tiene i motori accesi, fa suonare la sirena spesso, gli ospiti si lamentano.

     

    La facciamo breve: olia di qui, tratta di là, parla con la capitaneria di porto, vai dal vicesindaco per spiegare il problema ecologico, ecco che alla povera nave arrivano a raffica multe salatissime per inquinamento acustico e per inquinamento ecologico, e regole stringentissime della capitaneria di porto che costringono la nave Snav a fermarsi altrove e la vista dell' hotel è salva.

    Alfredo Romeo esce dal carcere Alfredo Romeo esce dal carcere

     

    Non è finita, perché Romeo ci tiene tantissimo anche ad avere delle strisce pedonali personalizzate davanti all' hotel. Il povero Annunziata si batte come un leone, e alla fine manda lì i vigili urbani per un sopralluogo. Ma la pratica viene bocciata: ci sono le strisce 20 metri prima e 20 metri dopo, se ne vengono fatte altre sul lungomare il traffico si blocca. Romeo si infuria, il povero Annunziata sembra perdere la pazienza e con un amico si sfoga: «E pure questo, e pure questo! Io devo capire dove deve arrivare con lo scassamento di cazzo, perché mi sono rotto, adesso dico basta, eh?».

     

    Le piante grasse sono un'altra passione. Le ha messe intorno all' albergo in fioriere che non sono autorizzate all' occupazione di suolo pubblico. Ci pensa un altro funzionario comunale, Leandro De Felice. Come ringraziarlo? Offrendo nella skyline la prima notte di nozze alla figlia Serena. Più spa e più cena gratis - vini compresi - al ristorante stellato interno. Fatto un albergo bisogna farne un altro. Ed ecco che Romeo progetta un 5 stelle a Roma in un suo immobile da ristrutturare in via di Ripetta: palazzo Capponi. C'è bisogno qui di lasciapassare delle belle arti.

    ALFREDO ROMEO ALFREDO ROMEO

     

    E di un po' di olio, naturalmente. Si trova la persona giusta: Rossella Pesoli, funzionario della soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio per il Comune. Il progetto è realizzato da un costruttore della capitale, Carlo Mannelli. Mentre si ristruttura scoppia un problema: scavando nelle fondamenta saltano fuori reperti archeologici. Fra questa una cinta muraria di epoca romana, di grande valore archeologico. Se si scopre l' hotel non si fa più.

     

    Ma ci pensa la Pesoli: fa una relazione dove racconta la presenza di «opere murarie risalenti probabilmente al 1700» e concede l' autorizzazione alla rimozione, gabbando anche i suoi superiori. Il progetto però deve essere approvato da loro nella sua completezza anche una volta rimosso l' ostacolo. Sembra impossibile, ma la Pesole ci riesce quasi completamente: l' unica variante non approvata è la piscina sul tetto, incompatibile con le regole Unesco sul patrimonio storico di Roma. Romeo e si infuria.

    ALFREDO ROMEO ALFREDO ROMEO

     

    Ma poi capisce che quel problema andrà risolto in un secondo tempo, e che tante altre cose border line di quel progetto sono invece passate. La funzionaria delle belle arti viene ospitata per un week end nel 5 stelle lusso di Romeo insieme alla figlia: suite, cena stellata e spa. E le viene regalata anche una settimana di vacanza nel 5 stelle di Ischia Excelsior insieme a una amica.

     

    Di episodi così nell' inchiesta ce ne sono tanti. Se accade questo per gli hotel, figurarsi quanto olio scorre quando si tratta di prendere grandi appalti.

    Quello che scatena l' inchiesta riguarda le pulizie del Cardarelli. Ha una difficoltà: una impresa concorrente - la Florida della famiglia Esposito - che è appoggiata anche da un politico influente in zona, Marcello Taglialatela di Fratelli di Italia.

     

    Questo prova a mettersi d' accordo con Romeo, ma non ci riesce. Allora prova ad escluderlo parlando con il dirigente appalti del Cardarelli. Romeo si attrezza, scatena Italo Bocchino e la sua rete di conoscenze, e alla fine vince lui. Ma non onora al meglio quell' appalto, come scopriranno i carabinieri. Risparmia perfino sulle lavatrici per pulire gli stracci con cui vengono fatte le pulizie: ne dovrebbe installare 20 da 6 kg, ne installa solo una da 24 kg.

     

    ALFREDO ROMEO ALFREDO ROMEO

    Poi dice che ne ha altre due. E in effetti le usa, ma non stanno lì. Le ha messe dentro il palazzo di Giustizia di Napoli, servito da Romeo. Piccolo particolare: quando pulisce i panni del Cardarelli che lì non dovrebbero stare, «ruba» la corrente elettrica ai magistrati, e il conto lo deve pagare il tribunale. Così è anche per tutti gli altri servizi inseriti nella convenzione con il Cardarelli: c' è sempre di meno di quello che era l' impegno, e così cresce impropriamente il margine della Romeo.

     

    RAPPORTO SPECIALE

    Il rapporto con Bocchino diventa sempre più centrale negli ultimi due anni, Lui ha sempre soluzioni per tutto, e fornisce buoni consigli per difendersi dalla magistratura. A Romeo spiega che se vuole telefonare, meglio lo faccia su whatsapp che non è intercettabile. Sembra una boutade, ma nelle pagine dell' inchiesta si dimostra che è così. Quando dal 5 dicembre la procura trova il coraggio di fare intercettare il telefonino di Tiziano Renzi (sono passate 24 ore dalla batosta referendaria del figlio Matteo), chi lo segue e ascolta improvvisamente lo perde: babbo Renzi chiama con whatsapp l' amico Carlo Russo e nessuno può sentire quello che si dicono e in quel momento potrebbe essere fondamentale.

    ALFREDO ROMEO CON ROSETTA IERVOLINO ALFREDO ROMEO CON ROSETTA IERVOLINO

     

    Questa parte dell' inchiesta è la più pubblicata in questi giorni, e l' avete letta praticamente tutta. C' è qualche episodio che manca. Una chicca finale: l' intenzione di acquistare l' Unità. Glielo ha chiesto Russo, che poi torna sui suoi passi proprio quando Romeo si era ingolosito: «Ci sarebbero troppe polemiche politiche, anche della minoranza Pd». Russo aggiunge: «E D' Alema...». Romeo lo ferma: «Chi D' Alema? ci parlo io...», precisando ancora una volta: «Ci parlo io! D' Alema a me... non attacca!». Aggiunge che i 5 stelle «non li riesco a bloccare. Ma alla sinistra se...mi ricevo la benedizione da questo punto di vista parlo io con D' Alema. So, so che cosa devo dire... per, per dire non rompere "non rompa il ... omissis....”

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