A.R. per “la Stampa”
chiara appendino
Le Olimpiadi targate Lega nascono (almeno per ora) senza l' ultima arrivata tra le regioni governate da Matteo Salvini: il Piemonte. Di sicuro nascono senza Torino, l' unica città governata dal Movimento 5 Stelle che, sfidando la storica ostilità dei grillini ai grandi eventi, si era candidata per tentare il bis del 2006. Ora la situazione si è capovolta e per Chiara Appendino somiglia tanto a una beffa: lei che voleva le Olimpiadi è l' unica tagliata fuori; il Movimento, che non le ha mai volute, adesso sale sul carro del Coni ed esulta insieme con il presidente del Consiglio Conte.
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La sindaca di Torino si ritrova un po' isolata: fuori da un grande evento internazionale e sorpresa dalla giravolta del suo partito. Eppure tiene il punto: «Ho fatto i complimenti ai sindaci di Milano e Cortina ma non mi pento. Non ho rimpianti: non sarebbe stata una riedizione del 2006 ma qualcosa di molto più ridotto; volevano darci due discipline in un quadro di grande incertezza sulla ripartizione degli oneri finanziari».
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Torino è fuori da questa avventura per sua scelta (e colpa), per non aver creduto nella candidatura delle Alpi e in un progetto che - in nome di una logica molto più politica che sportiva - cercava di mettere tutti d' accordo: Milano, che doveva essere candidata da sola, la Torino del Movimento 5 Stelle, e soprattutto Veneto e Lombardia, i due colossi leghisti. Appendino non ha voluto accettare questo spezzatino che considerava una riedizione stantia del 2006: poche gare, molta incertezza sulla gestione, troppi rischi (anche economici) per una città molto indebitata.
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Ora è lei la grande accusata. I suoi avversari l' attaccano, il presidente della Regione Cirio anche, le categorie produttive esprimono rammarico. Matteo Salvini punge perfido: «Mi spiace che qualcuno si sia sfilato perché avrebbero potuto essere le Olimpiadi di tutto l' arco alpino». La sindaca non sembra accusare il colpo, almeno per ora. Guarda avanti: «Abbiamo impiegato tutte le nostre energie in un qualcosa di molto ambizioso e assolutamente nuovo: ospitare le Atp Finals per cinque anni, un evento che ci permette di non generare nuovo debito e, soprattutto, di riutilizzare impianti già esistenti». Gli stessi che il Piemonte ora vorrebbe mettere a disposizione di Milano e Cortina: «L' ho già detto mesi fa: sarebbe naturale valutare l' opportunità di riutilizzarli».
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Il Cio ha sollevato dubbi su alcuni siti di gara veneti, in particolare la pista da bob di Cortina e Baselga di Pinè, sede del pattinaggio di velocità. Il Piemonte con una spesa di 40 milioni può mettere a disposizione i suoi. Appendino non si metterà di traverso. Ma non si farà nemmeno avanti.
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