Giulia Zonca per “la Stampa”
In attacco c' è l' Arabia Saudita, in porta il Qatar e in palio la Premier, lo sport, il Golfo: difficile stabilire il confine di una contesa tanto dura e globale.
bin salman
Il calcio, da terreno di conquista, si trasforma in arbitro: capriola che confonde e moltiplica l' ambiguità.
Un fondo saudita legato al principe Mohammed bin Salman ha messo sul piatto 300 milioni di sterline per comprare il Newcastle e sta per scoprire se avrà il permesso di spendere. Il campionato inglese è da tempo a maggioranza straniera e non si oppone alla colonizzazione, non si fa troppe domande sulla provenienza dei finanziamenti. Di solito incassa, ma i 20 club che devono dare il loro parere sulla legittimità del nuovo proprietario, futuro socio in affari che ogni triennio valgono 4 miliardi e mezzo di sterline, solo alla voce tv, stavolta devono considerare gli equilibri.
mohammed bin salman
Le proteste sul fronte diritti umani sono arrivate subito e non hanno spostato nessuno. Allarmi contro il capitale di uno stato che non concede libertà di espressione, lascia qualche spazio in più alle donne, ma tiene le dissidenti in galera, ha appena tolto la flagellazione dalle pene previste, però controlla l' opinione pubblica. Alzate di spalle. Appena il fronte si è spostato sul tesoro dei diritti televisivi si sono paralizzati tutti. Ora c' è pure un' inchiesta aperta, sollecitata da BeIn, network controllato dal Qatar che foraggia la Premier con più di 500 milioni. Da due anni accusano i sauditi di rubare il loro segnale per ritrasmettere partite in Medio Oriente. E hanno ragione, è l' ennesimo dispetto.
Dal 2017 Riad guida la cordata del boicottaggio per isolare il Qatar, fino a qui sono sopravvissuti piuttosto bene, ma l' Arabia ora cerca di contrastarli copiando la loro politica sportiva. Una cassa di risonanza che trasforma l' immagine. Il Qatar ospita i Mondiali nel 2022, li ha avuti barando, li mette in piedi con lo sfruttamento di una forza lavoro fatta di immigrati, ma li sta organizzando nel migliore dei modi.
NEWCASTLE ST JAMES' S PARK
E sa che una volta stupito il mondo resterà la loro capacità di gestire un grande evento a prescindere da tutte le storture che ci sono dietro. Sono sotto i riflettori quindi devono anche rendere conto e lentamente rivedere i contratti schiavisti, aggiornarsi, migliorare: lo sport ricicla denaro e coscienze ma spinge pure ai cambiamenti.
Purtroppo l' evoluzione è lenta, mentre la resa sul piano delle pubbliche relazioni è immediata. Per questo l' Arabia Saudita ha pagato Italia e Spagna per esportare le Coppe di lega, ha costruito ring per i pesi massimi e parchi per le gare di equitazione, ha imitato il Qatar. Ora lo affronta direttamente con la candidatura ai Giochi asiatici del 2030, progetto consegnato in simultanea tre giorni fa: Riad contro Doha, a tutto campo. Il centro della contesa è la compravendita del Newcastle.
I tifosi gongolano, vengono da 13 anni grami, gestiti da un padrone indifferente, Mike Ashley, uno che ha sempre pensato a galleggiare e non ha mai alimentato i sogni.
Adesso si parla del ritorno della bandiera Keagan nel management, di Allegri in panchina, addirittura di Neymar, mercato immaginario che si gonfia con la sola ipotesi dei fondi sauditi.
qatar 2022
E pensare che Qatar e Arabia Saudita insieme hanno dato la spallata alle convenzioni, sostenendo gli sceicchi di Abu Dhabi quanto si sono presi il Manchester City. Era il 2008 e conveniva a entrambi allargare le frontiere, volevano percorrere la stessa strada, il Qatar lo ha poi fatto con il Paris Saint Germain. Dodici anni dopo la volontà non è cambiata, ma gli schieramenti sì. BeIn avverte che le minacce di pirateria deprezzerebbero il pallone e fa tremare il sistema.
L' Arabia è pronta a segnare, sarebbe un vantaggio, non certo la fine di una partita senza limiti che rischia di rompere il gioco.
qatar 2022