Francesco Grignetti e Edoardo Izzo per “la Stampa”
arata
È stato il gran giorno di Francesco Paolo Arata, il poliedrico e misterioso professore genovese, imprenditore dell' eolico, già parlamentare di Forza Italia, ora in stretti rapporti d' affari con il siciliano in odore di mafia Vito Nicastri e con i vertici leghisti. Dopo tre ore di interrogatorio in una sede distaccata, lontano dalle telecamere, il verbale d' interrogatorio è stato secretato.
L EMENDAMENTO PRO ARATA PROPOSTO DA ARMANDO SIRI AI LEGHISTI
Mossa che racconta innanzitutto la delicatezza delle questioni in ballo. Si limita a spiegare l' avvocato Gaetano Scalise: «Abbiamo reso dichiarazioni sulla vicenda che chiama in causa il mio assistito. Arata ha fornito la sua versione dei fatti. L' interrogatorio è stato secretato per cui non è possibile riferirne alcun contenuto». Forse se ne saprà di più dopo che Siri avrà reso le sue «dichiarazioni spontanee», probabilmente tra qualche giorno.
La mazzetta di 30mila euro
ARMANDO SIRI
L' interrogatorio verteva soprattutto sulla questione che sta facendo traballare il governo. Arata ha pagato o no il sottosegretario Armando Siri per un «interessamento» ad un emendamento sul mini-eolico (bocciato dai grillini, ma che lui ha sponsorizzato pienamente) che gli avrebbe fatto incassare milioni di euro? La risposta esatta di Arata a questo punto è coperta da segreto giudiziario, ma la sostanza di quel che ha detto al procuratore aggiunto Paolo Ielo e al sostituto procuratore Mario Palazzi è presto detta: ha spiegato di essersi comportato sempre in maniera corretta, e tutto lo scandalo sarebbe un equivoco generato da un' intercettazione fumosa.
armando siri 2
Un mare di intercettazioni
A proposito di intercettazioni, il fascicolo che riguarda Arata è ricchissimo. L' inchiesta che lo riguarda, infatti, è una costola del procedimento che riguarda i rapporti tra Vito Nicastri, suo socio occulto, e il boss Matteo Messina Denaro. In quel procedimento, Nicastri, detto «il signore del vento», uno che da semplice elettricista diventò titolare di numerosi parchi eolici, viene mandato ai domiciliari e il tribunale gli sequestra la stratosferica cifra di 1,3 miliardi di euro.
francesco arata con manlio e vito nicastri
Accade nel 2010 con il sequestro di 43 società, 100 beni immobili, 7 autovetture e 66 tra conti correnti e fondi di investimento, accusandolo di essere in rapporti d' affari con Matteo Messina Denaro. Era talmente salito in alto, l' elettricista di Alcamo, che volle il cantante Marco Masini sul suo yacht a cantare per il compleanno della figlia. Ebbene, secondo la procura di Palermo si può parlare di gruppo Nicastri-Arata, molto attivi nel business come nella politica.
VITO NICASTRI
Dalle intercettazioni emerge che Francesco Paolo Arata non ha mai perduto i contatti con Forza Italia, li ha anzi arricchiti con la Lega di Matteo Salvini, ma nel frattempo è riuscito ad agganciare anche figure non strettamente politiche quali l' ideologo Steve Bannon e il cardinale Raymond Leo Burke. Entrambi americani, entrambi ultraconservatori, entrambi vicini alla galassia del sovranismo. Anche quello italiano di Salvini.
ARMANDO SIRI
Che cosa c' entra la piccola vicenda di Armando Siri, in questo schema? Perché Arata si è dato così da fare, nel maggio scorso, per far approdare il genovese Siri, che tratta quasi da figlioccio, al governo? E perché Arata spingeva per metterlo allo Sviluppo economico (dove si elaborano le politiche energetiche) e ha accettato come una mezza sconfitta che l' 11 giugno finisse al ministero per le Infrastrutture? Secondo indiscrezioni, dalle intercettazioni emerge che Arata si è rivolto a mezzo mondo, perfino ai suoi interlocutori in Vaticano, per sponsorizzare le ambizioni di Siri. È quel che è scritto nella stessa ordinanza di sequestro che ha fatto emergere il caso, dove il professore-imprenditore Arata viene definito «sponsor per la nomina di Siri».
FEDERICO ARATA FEDERICO ARATA (A DESTRA) DURANTE UNA VISITA IN PAKISTAN A COLLOQUIO CON IL PRIMO MINISTRO IMRAN KHAN ARMANDO SIRI PAOLO ARATA