renzo arbore nino frassica

 

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Da www.davidemaggio.it

 

Su Rai2 Indietro Tutta Trenta e l’Ode ha interessato 3.067.000 spettatori pari al 15.4% di share (presentazione di 11 minuti: 2.021.000 – 7.8%).

 

 

Michela Tamburrino per “la Stampa”

 

Dai e dai, gli è venuto pure il «cuore t' Oro» e di «nanetti» non ne ha mai abbastanza. Eccolo Nino Frassica e a chi non piace, difficile ma può sempre capitare, lui replica: «Non è bello ciò che è bello ma che bello che bello che bello».

 

Professionista della goliardia da quando aveva l' età della «sragione», Frassica è diventato professionista secondo l' accezione comune del termine e a furor di pubblico, grazie a Quelli della notte . Lì pose le basi del surrealismo ultima maniera, il surreale in divisa da frate.

 

E sarà merito del santo protettore di Scasazza, Sani Gesualdi, che la traslazione in Nino ebbe un effetto dirompente. Tanto da portarlo, a fine trasmissione, a scrivere un libro agiografico appunto sul Santo. Un successo. Oggi Sani Gesualdi, che nel frattempo si è montato la testa e si sente simile a Jesus Christ, diventa Superstar e per Mondadori, dopo 32 anni, replica tanto successo. A riconferma che «t' Oro», Frassica non ha solo il «cuore» .

 

arbore e frassica indeitro tutta 30 e l ode

Nino, lei è una sorta di Re Mida, ciò che tocca ha successo.

Anche «Indietro tutta 30 e l' Ode» ha fatto quasi 4 milioni di telespettatori con uno share del 19,2%.

«Il successo significa che trent' anni fa eravamo avanti e che oggi siamo in tempo, perciò attuali. I calcoli erano ben fatti. Anche il libro, che ha due anni in più, sembra scritto ieri. E, diventando Superstar, ora gli regaliamo la consacrazione».

 

L' operaio che smette di lavorare e perciò non opera più, il cuoco che ha fatto così tante ricette da essere arrestato per ricettazione. È un gioco di parole dal senso altro?

«Frasi come istantanee che fermano l' attimo in cui giochiamo alla goliardia. Ieri, simili a quelle di oggi. La storpiatura delle parole la fanno in tanti, a me interessa il surreale che sta nella patologica confusione mentale del frate che parlava di un santo assurdo».

 

Avete distrutto il talk show ma il talk è ancora vivo.

arbore delogu e frassica indeitro tutta 30 e l ode

«Con ironia abbiamo sbeffeggiato il quiz e i talk paludati, la fabbrica degli ospiti e tutto il resto. Certo che restano, magari hanno cercato di migliorare qualcosa».

 

La tv è migliorata?

«Sì perché ci sono più offerte, nel mucchio qualcosa trovi. Un tempo vedevi 10 fiction, ora 150, 500 film, 1000 show. Prima c' era il pranzo fisso, più curato e meno scelta.

Ora a buffet trovi di tutto».

 

Lei li prende in giro però i talk li frequenta. Da Fabio Fazio è ospite fisso.

«Da Fazio mi diverto perché c' è l' atmosfera e l' aria che si respira con Arbore. Fabio ha una grande voglia di comicità, se fosse per lui farebbe solo quello. Io ho carta bianca e questo mi dà la libertà di sperimentare. Su Rai 1 mi sono calibrato diversamente. C' è un umorismo più raffinato e uno più facile, dipende dal contesto. E poi Fazio ha gusto e il gusto è fondamentale, condiziona le scelte».

andrea delogu renzo arbore nino frassica

 

Chi fa ridere Frassica?

«Tanti. Albanese è un genio. Con Cetto la Qualunque ha creato la maschera degli ultimi 10 anni, era da Fantozzi che non si vedeva altrettanta grandezza. Ha centrato il meglio del peggio italiano. Qualunquemente è la vera commedia all' italiana. Ma anche Littizzetto, Milani, Aldo Giovanni e Giacomo e sono ingordo di Verdone. Tra i giovani, Maccio Capatonda e Herbert Ballerina, Massimo Bagnato».

 

Dal Frate buono da Scasazza a Fra Giacinto colluso con la mafia de «La mafia uccide solo d' estate». Nella seconda serie il suo ruolo è cresciuto?

andrea delogu renzo arbore nino frassica copia

«Ho suggerito gli autori di far tatuare questo frate perché la mentalità quella è, la conosco bene, di chi approfitta dell' abito per fare i suoi interessi. Il frate doveva morire nella prima serie poi gli hanno salvato la vita. In lui si vede la mano di Pif, il suo ridere grottesco anche sull' orrore. Prima lo aveva fatto solo Roberta Torre in Tano da morire . Il ridicolo offende più di tutto. Il cattivo si inorgoglisce di essere tale».

 

Invece?

«Metti che mi danno dello scemo, entro in crisi. Lo scemo è in una condizione stabile che non conosce guarigione, è penalizzante la scemità. Non ha remissione di peccato. Te la porti a vita».

 

FRASSICA INSINNA

Infatti il maresciallo Cecchini di Don Matteo è tutto fuorché scemo. Forse un sempliciotto?

«È un uomo che in questa undicesima serie di Don Matteo che andrà in onda dall' 11 di gennaio, scava ancora di più nella sua interiorità. Il personaggio va avanti, ha una nuova capitana in caserma e lui si sentirà paterno. Il privato di Cecchini mi piace, è la variante. Il resto va da solo, omicidi, indagini, soluzione. La parte borghese di quest' uomo mi prende molto e la storie sono bellissime».

Quante cose fa...

«E non ci dimentichiamo della radio. Io ho imparato questo mestiere studiando Alto Gradimento e su Radio 2 faccio Programmone il fine settimana e visto che me lo scrivo e me lo interpreto, sperimento novità. Novella Bella è nata alla radio, io adatto per la tv le trovate più divertenti. Alla radio ogni puntata è come un film, sei regista, autore e interprete. Grande scuola».

 

nino frassica foto di luciano di bacco

Agli albori Frassica che faceva?

«Tutto quello che gli capitava. Il dj. il presentatore di défilé. Dove c' era spettacolo mi ficcavo. Però mi piaceva anche fare l' attore, drammatico. Il surreale è la mia cifra. Spesso utilizzo il cabaret».

 

Poi Arbore l' ha scoperta no?

«In realtà non è stato Arbore a scoprire me ma io ad aver scoperto che era lui a dovermi scoprire. Potevo bussare a Baudo a Bongiorno, invece no.

FRASSICA FAZIO

Ho capito che potevo piacergli, gli ho inviato cose e lui mi ha chiamato a Messina: "Quando passi per Roma vienimi a trovare". La mattina dopo mi trovai a passare per Roma. Cominciò Radio anche noi con Arbore, Marenco e Bracardi, poi tutto il resto».

 

Quando ha capito di essere Frassica?

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«Quando ho guardato la carta d' identità».

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