Giancarlo Dotto per “Gioia” (2011)
piera degli esposti 2
“E chi sei, Rambo?”. Piera Degli Esposti non trattiene l’ammirazione e anche un po’ lo spavento. Mi ha appena visto entrare nel suo attico, strisciando carponi, dopo essermi infilato stile parà nell’unico varco possibile tra lo sbarramento dei nastri, quelli che usano di solito per recintare la scena del crimine.
Ero arrivato lassù strisciando lungo quattro piani di scale tra l’intonaco fresco delle pareti e pestando il cellophane che protegge i pavimenti, seguendo il richiamo della voce di Bono che arrivava dalla casa di Piera. Stanno ristrutturando il palazzo. Prendere l’ascensore sarebbe stato troppo banale.
Piera ha due possibilità, chiamare i carabinieri o accettare l’idea e accogliere lo svitato con un po’ di acqua e limone. Donna di mondo, sceglie la seconda. Mentre faccio Rambo, ho tutto il tempo di riflettere sulla storia di Piera, volume secondo ancora tutto da scrivere della celebre biografia diventata poi film nei primi anni ’80.
dacia maraini e piera degli esposti
Storia di una donna alchemica che converte il dolore in gaiezza, i calci nel sedere in partenze e volate da centometrista e che diventa oggi popolare perché ma soprattutto per come si traveste da Barbie e fa il verso a Beyoncè in televisione. Sto parlando, mi dico mentre faccio lo slalom tra i tubi innocenti, di una delle ultime attrici di quell’aristocrazia in via di estinzione che è il teatro, di una signora che per tutta la vita ha grandiosamente recitato Sofocle, Joyce, Shakespeare e Brecht.
PIERA DEGLI ESPOSTI
Piera va avanti e indietro. Sembra un nastro di Beckett. Associa liberamente. Dice e disdice. Esita e si lancia. Butta là frammenti che magari sembrano a caso e magari non lo sono. Sbuffa e ansima.
“Sai, mi hanno tolto la pleure, i miei polmoni non sono più un granché… Stavo pensando di fare una festa per ventisei persone, un bel tavolo qui sotto con il mio amatissimo caviale rosso e uno in terrazzo”.
Piera vive sola, da trent’anni, in questo attico al centro storico di Roma. Mi chiedo perché ventisei persone. Non lo sapremo mai.
piera degli esposti nei panni de la santa
“Chissà se farò mai questa festa, ho una forma di timidezza verso l’esterno. Ce l’ho sempre avuta… Più che altro vado a cena nelle terrazze degli altri. Mi piace curiosare. Sono un po’ ficcanasa. Anche Moravia aveva una bella casa, ma andava sempre alla feste degli altri. Si può avere una bella casa e tenerla tutta per sé…”.
Buttiamo giù insieme la lista dei ventisei.
“Le persone con cui sono più intima. Dacia Maraini. Tutti gli anni vado in vacanza nella sua casa di montagna a Pescasseroli. Da lei mi sento accudita, protetta. Se fosse a Roma, inviterei Lucio Dalla, mio compagno di scuola a Bologna. E poi Lina Wermuller, Chiara Valentini, i giovani registi con cui lavoro di questi tempi, Davide Minnella, Pippo Mezzapesa, Giorgio Arcelli. Superato il blocco, farò una festa dopo l’altra”.
Di questi tempi, Piera esce tutte le sere. Non la tieni a casa nemmeno con la camicia di forza.
“Il mio problema quando non lavoro è sistemare la sera. Resto a casa solo quando lavoro e devo alzarmi alle cinque. Allora faccio la suora. Ma non amo la mondanità, detesto la disinvoltura, non vado alle prime. E’ che, se vado nelle case altrui, dormo meglio, forse perché non ho mai voluto famiglia”.
piera degli esposti ne il divo
La signorina Degli Esposti risulta nubile all’anagrafe.
“Non mi mai sono sposata. Ho avuto parecchi compagni, gli ultimi due più piccoli di me, uno di diciotto, l’ultimo quasi trenta, morto in un incidente di macchina. Ma non c’entra la carnalità. Quella ginnastica non m’interessa. Mi ritengo donna più mentale che fisica. Non nego il piacere di un leggero profumo di scandalo, che peraltro poi va via e diventa prima affetto e poi noia. Difficile mantenere l’inquietudine in un rapporto a due”.
piera degli esposti photo andrea arriga
L’ultima volta l’avevo incontrata alla Casa del Cinema a Roma che leggeva pagine scabrose dal libro di Diego Mondella su Todd Solondz, il molto inquietante regista di “Happiness” e di “Perdona e dimentica”.
“Un ebreo coraggioso che va a indagare nei nostri intestini, al contrario di Woody Allen che parla solo di appartamenti, di cose frivole. Oggi è più utile Solondz che Allen. C’è un’opacità generale nel mondo. Ieri sera ho incontrato un ragazzo a una cena che diceva di leggere non meno di otto ore al giorno. Ero così ammirata…
piera degli esposti a muccassassina
Un segno che arriva dalle giovani generazioni. Sono convinta, non può durare questo stato di ottundimento, il mitra o il coltello che sostituiscono il dialogo dentro le pareti. E’ la passività che uccide. La bassa marea è sempre in agguato anche in persone vitali come me, figuriamoci in quelli che perdono l’identità passando ore davanti a uno schermo”.
Mi dichiaro ammirato. Leggo che sta facendo un mucchio di cose questa ragazza iperattiva, nonostante la pleure e i sette decenni sul groppone.
“Sono disoccupata” (fa lei con il piacere monellesco di azzerare il concetto). “Ho detto di no a un paio di proposte. Questo è pericoloso in un paese giovinologo come il nostro. E’ già una fortuna che autori come Tornatore (“Mi ha trattato come una regina. “Tu mi emozioni”, mi diceva. Uno che ha diretto Polanski e Noiret, capisci?”), Sorrentino (“Un grandissimo talento”), Bellocchio, Veronesi, Milani, abbiano scelto una signorina matura come me per ruoli seri ma anche di commedia”.
storia di piera dacia maraini e degli esposti
La sera prima mi ero piegato in due, vedendola nella sequenza di “Tutti pazzi per amore”, che fa il verso a Beyoncè ma anche a se stessa, cantando e danzando “Single ladies” con la pettinatura a banana e il braccio robotico. Divertimento puro.
“A una certa età, sono l’unica faccia rimasta nel mondo senza neanche una punturina. Ho deciso di mostrarla questa faccia da vicino. Ha funzionato. Poi ho giocato, diventando Beyoncè da nonna Clelia. Ecco la popolarità improvvisa.
Mi fermano per strada i bambini. Incredibile. Anche il mio analista s’interroga. Non ho internet, sono ferma alla diligenza, però mi dicono che il mio video impazza su…Come si dice, dimmi un nome…Sì, Youtube. Ragazzini che vanno a vedere chi sono, da dove vengo e magari scoprono che recito Palazzeschi. L’Orietta Berti che è sempre stata in me, gode. E ora capisco perché. La popolarità è affettuosa. Ti coccola”.
piera degli esposti al teatro greco di siracusa
È di nuovo lì che fruga come un’ossessa nei cassetti. A cercare cose che non trova. Il video in cui fa il verso a Beyoncè.
“Un ‘impresa. Ho dovuto battere tre demoni, il respiro, l’età e i movimenti. Ho dovuto ripetere all’infinito gesti lontani da me come la luna. Qui da sola, in casa, come una pazza. Io e Beyoncè. La magnifica. Che avevo finito per odiare.
Non sapendo l’inglese, mi sono costruita i miei riferimenti. “I Got”, pensavo al gatto, ”need” pensavo ai nidi degli uccelli. Quando sono tornata a Cinecittà, dopo che ce l’avevo fatta, l’ho adorata, Beyoncè. Le ho gridato: “Ce l’abbiamo fatta ragazza!”. Più spiritosa lei di Liza Minnelli, che si esibisce nella stessa imitazione in “Sex and the city”. “Alla fine ero contenta come se avessi fatto un figlio… Sono grata a Riccardo Milani che mi ha convinto anche a travestirmi da Barbie”.
piera degli esposti
È già, mentre lo dice, a rovistare nei cassetti a cercare le sue foto da Barbie e questa volta le trova. Uno schianto. Lei dentro un vestito rosa di tulle, la coroncina in testa, i guanti lunghi, le spalle nude. Chissà perché penso al barman quando dice a Jack Lemmon in “Irma la dolce”: “La vita è una guerra totale, nessuno ha il diritto di fare l’obiettore di coscienza”. È lei a spiegarmi perché. La guerra di Piera. Guerra permanente.
“Da qualche tempo mi sento come un guerriero che prende il sole. Sono sempre stata copertissima. A furia di darci sotto, mi sono detta “scopriamoci”. Mi hanno convinta Marta Marzotto e Lina Wertmuller: “Fai vedere le spalle che sono belle”. E così, oggi, alla mia giurassica età, comincio a tirare fuori le spallette, fare meno il frate”.
piera degli esposti single ladies di beyonce
Capisco perché invitano Piera in tutte le terrazze di Roma. Piera è preziosa. Come quelle fatine mutanti e un po’ dislessiche che piombano dal loro mondo e ti raccontano che la bambina e la vecchia sono la stessa cosa, che il tempo non esiste, che non è poi così drammatico. Un’esorcista dal sorriso largo e folle, che ti aiuta a campare meglio.
piera degli esposti robert mitchum
“Non ho mai perso del tutto il controllo mia vita. Spesso, ho avuto il bisogno assillante di conferma. Di conquistare. Sono stata dongiovannesca, anche questo è un mio tratto maschile. Non che la cosa duri, ma che io abbia fatto presa.
L’aver dato spazio all’amore mi ha un po’ distolto dal lavoro. Sono stata inquieta anche nel voler esser a tutti i costi, negli anni del teatro, atletica nelle cantine, fuori dai velluti. Strehler mi aveva scelto per il ruolo di protagonista ne “Il temporale di Strindberg”. Gli dissi di no e lui da allora mi chiamava la “stronza”. Oggi ho come amante il lavoro”.
PIERA DEGLI ESPOSTI
Se la ricordano tutti, trasfigurata, nella parte di Enea, la devotissima segretaria di un fantasma collettivo, il “Divo” di Sorrentino.
“Sono figlia di un sindacalista e Andreotti era visto in famiglia come il male. “Lei è troppo sofisticata per fare Enea…”, mi disse la figlia maggiore di Andreotti. “Ora le spiego io chi è Enea….”. Il padre non prese bene il film, ma voleva conoscermi. “Lei piace al senatore”, mi fecero sapere. Mi fissarono un appuntamento con lui.
Farfugliai che non ero libera, chissà, attratta e impaurita allo stesso tempo. Mi richiamarono. “Abbiamo spostato l’appuntamento nel pomeriggio, al senato”. Risposi che dovevo prendere un treno per Bologna. Mi ero negata due volte ad Andreotti. Richiamai io, pentita, alcuni giorni dopo. Mi fecero capire che non era più il caso. Avevo perso il treno…Resta questa attrazione. A volte, vado sotto le finestre di casa sua e resto lì a fantasticare…Anche se Andreotti non è certo Robert Mitchum”.
giulio andreotti
Nessuno al mondo aveva mai accostato Andreotti a Mitchum. Ci voleva Piera. Quando parla di Mitchum è ustione di primo grado.
“A Robert sono stata fedele tutta la vita. Bisogna esser fedeli al proprio sogno. Lo amo da quando avevo 14 anni. Quando lui venne a girare “La battaglia di Anzio” andai a propormi nella parte dell’infermiera. Non mi presero per la mia faccia troppo poco italiana.
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Meglio così, sarei morta ad accudirlo nella sua roulotte…Lo incontrai grazie alla Wertmuller. Trovai un messaggio in camerino: “Lunedì cenerai con Mitchum”. Pensavo a uno scherzo. Poi la voce di Lina: “Cocca, è tutto vero”. Quella sera mi feci tutta carina. Pensavo a Marilyn, ad Ava Gardner, che lo voleva sposare. La cosa più difficile era mantenere la calma…Entra lui, con quella sua camminata in dentro, un marcantonio più alto di te…Io mi ero portata la lettera che gli avevo scritto”.
La sa a memoria. Come la canzone di Beyoncè.
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“Caro Robert, sono un’attrice italiana… so che ho poche speranze, eppure lo meriterei d’incontrarti…Costringevo fidanzati e parenti a camminare in dentro come te. Nessuno ci riesce, neanche tuo figlio…Ho odiato tutte le tue partner che ti preferivano Gregory Peck…l’America puritana non amava questo tuo ventre dilatato che avanzava accarezzando mobili e persone. Tutto in te è osceno e speranzoso, amo tutto di te perché tutto in te è un inno all’abbandono, io che non mi abbandono mai…”. Lui ascoltava divertitissimo…”.
La bambina giurassica ha un lampo. Sa come stupire il prossimo.
VACANZE DEI VIP ROBERT MITCHUM AL LAGO MEAD
“Ho le foto….”. E’ già lì che fruga nei cassetti. “Morì due anni dopo, ho fatto appena in tempo a vederlo…Non ho voluto andare più in là quella sera…Lui avrebbe voluto, eccome”.
Mitica Piera, la donna che può dire di essersi negata a Strehler, Andreotti e a Mitchum. Apre il cassetto delle foto. Esce di tutto. Hanna Schygulla, Bellocchio, il fratello di Piera, Dacia Maraini, la mamma della Maraini, Irene Papas, i fidanzati di Piera, quelli di Dacia, Marco Ferreri, Pasolini. Recitava da ancella in “Medea”, testimone sul set della passione tra la Callas e Pasolini.
“Una passione reciproca. Ho letto le lettere che si scambiavano. Lei pazza di lui. “Non mi tiro indietro”, scriveva Pierpaolo. Li ho visti baciarsi”.
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Pasolini e la Callas che si baciano. Non faccio in tempo a fantasticarci sopra.
“Le ho trovate!…”.
Lui non è al meglio nelle foto. L’occhialone alla Renato Zero, lievemente imbolsito e anche un po’ travolto dalla furia della giovane Piera che gli sta addosso come una polipa. “Guardalo…Guarda che torace. Lui mi guardava sempre le gambe. Era fatto così…Ora ti mostro la foto in cui ci baciamo con la lingua”.
Non la trova. Si dispera. Forse finge, ma nel suo caso è irrilevante.
“Ora sembra che io m’invento le cose…Nessuno ci crederà mai a questa storia del bacio”.
Mancano le prove.
piera degli esposti dacia maraini marco ferreri
“Non è mica un uomo da copione, Robert. Gli chiesi: cosa fai la sera a casa e lui: “Spengo tutte le luci e piango…”. Stavamo nel divano, mano nella mano. “Adesso è ora di andare a letto”, sospirai. “Questa è la proposta che volevo farti”, mi disse lui”.
Sbuffa. La foto con il bacio proprio non esce fuori dal mucchio.
“Ho i testimoni, ce lo siamo dato in bocca davanti a tutti. Gli sono piaciuta molto, anche di carattere…Abbiamo fatto un gran caos e non ho detto nulla di “Tutti pazzi per amore”, di nonna Clelia. Non ho detto che sto per fare la terza serie. Ma forse non si deve dire…Ormai l’ho detto…Ora cerco la foto e te la mando”.
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patty pravo piera degli esposti
Nuova immagine torta luxuria con piera degli esposti pino strabioli fiamma satta carmen pignataro COPERTINA DEL LIBRO DI PIERA DEGLI ESPOSTI E DACIA MARAINI PIERA DEGLI ESPOSTI 2 piera degli esposti