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    UN’ALTRA SCONFITTA GIUDIZIARIA PER MASSIMO BOSSETTI – E' STATO ARCHIVIATO IL PROCEDIMENTO CHE VEDEVA INDAGATA PER FRODE PROCESSUALE LA PM DEL CASO YARA, LETIZIA RUGGERI – IL PROCEDIMENTO NASCEVA DALLA DENUNCIA DI MASSIMO BOSSETTI IN ORDINE AI REPERTI DEL PROCESSO CHE PORTARONO ALLA CONDANNA DEL MURATORE ALL'ERGASTOLO PER L'OMICIDIO DELLA TREDICENNE SCOMPARSA IL 26 NOVEMBRE DEL 2010 E TROVATA MORTA TRE MESI DOPO...


     
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    (ANSA) -  E' stato archiviato il procedimento che vedeva indagata per frode processuale la pm del caso Yara Letizia Ruggeri a Venezia. Il procedimento nasceva da una denuncia di Massimo Bossetti contro un giudice e una cancelleria della Corte d'assise di Bergamo in ordine ai reperti del processo che portarono alla condanna del muratore all'ergastolo per l'omicidio della tredicenne scomparsa il 26 novembre del 2010 e trovata morta tre mesi dopo.

     

    Il gip di Venezia di fronte a una richiesta di archiviazione aveva disposto l'iscrizione nel registro degli indagati del pm. I legali di Bossetti si erano opposti all'archiviazione che invece il gip di Venezia ha disposto. 

     

    Per il gip di Venezia Alberto Scaramuzza la decisione della pm di Bergamo Letizia Ruggeri di spostare dal frigorifero dell'ospedale milanese San Raffaele all'ufficio Corpo di reati del tribunale di Bergamo le 54 provette contenenti Dna (decisione su cui verteva la denuncia) "non è affatto un comportamento illegittimo o anomalo o deviante tale da far dedurre che fosse stato mosso da finalità diverse e illecite". Il giudice, archiviando la posizione del pm nel provvedimento cita anche le dichiarazioni spontanee rese da Letizia Ruggeri al pm di Venezia il 13 febbraio 2023 da cui si evince che il magistrato bergamasco "si era formata il preciso convincimento, più volte ribadito, che le eventuali nuove analisi sul Dna mitocondriale non avrebbero comunque potuto mettere in discussione l'individuazione certa del Bossetti avvenuta sulla base del Dna nucleare".

     

    Un convincimento formato "sulla base delle sentenze di merito di primo e secondo grado, confermate dalla Cassazione". Per il giudice gli esiti delle analisi effettuate in fase di indagini sulla base del Dna nucleare, "potevano legittimare l'indagata a formarsi il pieno convincimento dell'indiscutibilità della prova raggiunta" e che "l'esito raggiunto dagli accertamenti tecnici in fase di indagini preliminari sulla base del Dna nucleare non potesse essere comunque messo in discussione da ulteriori analisi sul Dna mitocondriale".

     

    Per i legali di Massimo Bossetti, Claudio Salvagni e Paolo Camporini l'archiviazione della posizione del pm Ruggeri "non fa venir meno il fatto storico" della destinazione dei reperti a un luogo non refrigerato dal momento che l'archiviazione esclude il dolo ma conferma quanto accaduto. Il provvedimento dei giudice veneziano quindi non influirebbe su un'eventuale richiesta di revisione della sentenza di condanna che il muratore bergamasco potrebbe presentare.

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