KIT CAT TRAVOLTO DA UN INSOLITO DESTINO: OGGI IL SUO ALLEATO E' LUCY
TRA L'INCUDINE MEDIASET E IL MARTELLO RAI, ESPLODE IL CENTRODESTRA TV
I RETROSCENA CHE HANNO PORTATO LA "NUOVA" RAI A DENUNCIARE MEDIASET

Mercoledì scorso, la consueta riunione del comitato editoriale Rai ha ospitato un convitato di pietra: "Striscia la notizia". Mentre andavano in onda le immagini di "Paolo Tarocchis", sbeffeggiato da Greggio e Iacchetti, gli occhi di Alessio Gorla, responsabile dei palinsesti, e di Agostino Saccà, a capo della fiction, non sapevano dove cavolo guardare. L'imbarazzo, che aveva trafitto i due garanti della pax televisiva Rai-Mediaset, faceva ridere sotto i baffi gli aziendalisti presenti, a partire da Giancarlo Leone.

Essi. Qualcosa è cambiato, nulla sarà come prima, le regole si sono rotte. I tempi di Rai-invest, e poi quelli di Rai-set, tanto per indicare l'era dell'inciucio, quando mai e poi mai la Rai di Saccà avrebbe ipotizzato un anti-"Striscia", sono decisamente passé, out, finiti in quelle palle di neve con dentro la neve finta. "Io me ne vado in pensione", avrebbe sibilato l'ex dipendente Mediaset Alessio Gorla. "Tra l'incudine e il martello non ci voglio stare.".

Più precisamente: tra l'incudine Mediaset e il martello Rai. Nessuno, ma proprio nessuno, all'epoca della nomina di Flavio Cattaneo alla direzione generale, poteva immaginare uno scenario "degenere": viale Mazzini che porta in tribunale Confalonieri e Piersilvio Berlusconi per diffamazione. La sorprendente scelta di Kit Cat a direttore generale ebbe origine dalle trame milanesi di 'Gnazio La Russa in combutta con il ministro Mau-vizio Gasparri, per quanto riguarda AN; quindi il duo salda l'alleanza col responsabile della comunicazione di Forza Italia Paolo Romani, e per finire Paolo Berlusconi tranquillizza il fratello sull'affidabilità di Kit Cat, del tutto sconosciuto al Cavaliere. Aggiungere, poi, che Giulietto Tremonti, come azionista di maggioranza Rai e riferimento politico della Lega di Bossi, controfirma la nomina dell'amministratore delegato della Fiera di Milano. E tutti i giornali, non solo di sinistra, tuonarono: Rai nelle mani di un berluscones.

Ora è chiaro che tale scenario politico non esiste più. Con il Parmacrac e il Fazio-cric, i rapporti tra An e Lega sono ai materassi, Fini vuole ridimensionare Tremonti, Bossi manda tutti a vaffanculo, e Berlusconi gode il suo trionfo nel vedere nella polvere i frondisti Fini e Casini, incauti alleati di Fazio-Geronzi. Gasparri, poi, con l'affondamento della sua legge da parte di Ciampi, è politicamente un dead-man-walking.



Intanto, mentre si sfarina la task force che l'ha issato al potere, giorno dopo giorno, programma dopo programma, Kit Cat cade preda del video-incantesimo romano. Si innamora della televisione. Dopo mesi e mesi di assenza mediatica, si fa riprendere da tutte le telecamere. Ma soprattutto il ragazzo della Fiera di Milano non ci sta a perdere la battaglia degli ascolti. Diventa "Raista", si mette in capa addirittura di battere Mediaset, prende al volo Bonolis (incautamente lasciato libero da Piersilvio). Di qui è facile comprendere la crisi di identità dei berluscones di viale Mazzini, da Saccà a Gorla.

Oggi, paradossalmente, il miglior alleato di Kit Cat è diventata la "sinistra" Lucia Annunziata, fino a ieri sbeffeggiata e combattuta. Una prova? La telefonata, due giorni fa, alle dieci sera di Cattaneo alla Badessa di viale Mazzini. "Dobbiamo vederci, domani, occorre rispondere a Ricci e Mediaset, la Rai non può subire oltre..". Lucy nicchia, basita dal cambio ghiandolare di Kit Cat. Il mattino dopo, scortato dal consigliere Rai Angelo Maria Petroni, un trafelato Cattaneo bussa alla porta della stanza del presidente per invitarla alla riunione. Capita al volo la situazione, l'Annunziata approfitta subito per cavalcare la divisione che sta deflagrando nel centro-destra televisivo.

L'incontro per definire il contrattacco al perfido Gabibbo si svolge nella sala Orsello del settimo piano. Sono presenti, oltre al vertice, i fratelli Paolo e Marco Bassetti, Endemol-producer di "Affari Tuoi", un incazzatissimo Paolino Bonolis con il suo agente Lucio Presta, l'avvocato della Rai Rubens Esposito. Tutti inviperiti, pronti a menar le mani. La tesi Endemol, riguardo agli ospiti con precedenti "artistici" di comparse, è che tutti lo fanno. Come servizio pubblico, sottolinea l'Annunziata, la trasparenza non è un optional. Comunque, conclude, se avete le prove che Ricci e compagni stanno carpendo con metodi artefatti la buona fede delle persone, siamo davanti a reati penali: denunciateli. E per la prima volta nella sua storia, la Rai querela Mediaset.



Dagospia.com 16 Gennaio 2004