RASSEGNATI STAMPA - SUI VOLI ALITALIA VERRANNO OFFERTE, DURANTE IL VOLO, ALCUNE DOSI DI CRACK - LA FALLACI RAPITA DA ROSSELLA - GIULIO PANE E OJO. E PRENOTAZIONE.


1 - Alitalia crack
Gianni Boncompagni per Il Foglio

- Forse, dico forse, le donne islamiche non si sapranno consolare degli errori che non hanno commesso.
- Berlusconi vuole eliminare domeniche, Natale e Pasqua, e allungare a 435 giorni il calendario gregoriano. Non è che lo manderanno in pensione?
- E' Berlusconi o è Fini a voler tagliare i ponti?
- Oggi non c'è più chi Lega i Fiori ai Cè.
- Da oggi in tutta Italia i giubbotti fosforescenti. Nel napoletano invece giubbotti antiproiettile.
- Sui voli Alitalia verranno offerte, durante il volo, alcune dosi di crack.
- Gli italiani non risparmiano più. Gli unici soldi che uno veramente possiede sono quelli che si spendono.

2 - La forza della redazione
Riccardo Chiaberge per il Domenicale de Il Sole 24 Ore


Un altro audace colpo dei soliti ignoti di Panorama. Nel giorno stesso in
cui il Corriere, quotidiano della Rcs, annunciava per l'indomani
l'anticipazione esclusiva di alcune pagine della nuova invettiva di Oriana
Fallaci, edita dalla Rcs libri, il settimanale della Mondadori ne scodellava
ai suoi lettori i contenuti essenziali. Rabbia in via Solferino, e Orgoglio
a Segrate. «Non abbiamo potuto ancora leggere l'ultimo saggio di Oriana - si legge nell'editoriale non firmato, probabilmente del direttore Carlo
Rossella. - Si intitola La forza della ragione e sarà in libreria il 5
aprile. I cronisti di Panorama, con grande fatica (sic), hanno potuto avere
notizie su questo libro, tenuto nascosto da un'eccezionale cortina di
ferro». Nemmeno i documenti del Pentagono sono così inaccessibili. Et pour
cause: con le rivoluzionarie tesi di questo saggio, esposte come sempre in
tono sereno e pacato, la Fallaci si potrebbe candidare al Nobel per la pace.
Ma come hanno fatto i diabolici colleghi a metterci le mani? Le Vespe sono
in grado di ricostruire i retroscena della clamorosa impresa. Un commando di cinquanta kamikaze mondadoriani, incappucciati nel burka e armati di
machete, si è aperto un varco nottetempo nella fitta giungla tra Segrate e
via Mecenate, e con le lance termiche ha perforato la cortina di ferro che
protegge la casa rivale. Mentre quarantanove uomini sollevavano, con grande fatica, la catasta degli agognati volumi (trecentomila copie), il
cinquantesimo ne sfilava un esemplare portandolo al sicuro nell'ufficio di
Rossella. La forza della redazione.

3 - Giulio Pane e Ojo. E prenotazione.
Camilla Baresani per Ventiquattro del Sole 24 Ore




Raggiunta una certa maturità e consapevolezza di sé e dei propri denari, capita di non esser più disposti a subire angherie in cambio di un tavolo al ristorante.
Quali? Partiamo dall'inizio: e cioè da quei locali dove bisogna prenotare con giorni e giorni d'anticipo. Per me, rimarrà memorabile una signora che pochi mesi fa, da Giulio Pane e Ojo, piccola osteria romanesca di Milano, mi rispose: "Cara, ti posso dare le disponibilità della settimana prossima". Come per una mammografia con la mutua! E passi per il sentirsi dare del tu da una sconosciuta, ma quel "cara" fa prudere le mani, contiene tutto un retropensiero che include lezioni di vita pratica, sorrisi di sufficienza, tentativi di imporre ai clienti un'iperprogrammazione del tempo libero. Mai più!, ho pensato, e mai più è stato.

Se nel frattempo la crisi avesse colpito anche lì, mi rifiuterei di approfittarne. In tempi più floridi, il proprietario de I Malavoglia, eccellente ristorante siculo-milanese, recalcitrava nell'accettare prenotazioni per le nove, perché gli azzoppavano i doppi turni. A I Malavoglia si mangia da anni - da quando non era di moda - il miglior tonno di Milano. E i giapponesi lo sanno. Dunque il tentativo era questo: dalle otto alle dieci i giapponesi e gli anglosassoni; segue l'italiano tardivo, ma entro le dieci e mezza, perché poi chiude la cucina. Poche settimane fa ci sono tornata: "Alle nove?", ho tentato. "Alle nove!", ha confermato allegro il titolare, che di solito invece ti sgrida. E c'erano tavoli vuoti, ché ormai la gente stringe la cinghia, e la categoria degli "in nota spese" è stata falcidiata dalle aziende.

Ma a parte questi casi di successi e di nemesi, i peggiori e più insopportabili sono i locali che accettano prenotazioni tanto per non lasciare il cliente ad altri ristoranti. Poi va come dal medico: prenoti per le nove e ti fanno sedere alle dieci. Il loro tempo vale, il tuo - che oltretutto sei quello che paga - non è considerato. A Milano, campioni di questo sistema sono stati La Libera, La Risacca 6, e soprattutto la Trattoria Milanese di via Santa Marta. Schiaffato in un angolo tra le cucine e i tavoli, col soprabito in braccio, il tempo scorre col contagocce mentre camerieri innervositi ti fanno il contropelo nel viavai di piatti. Ogni poco chiedi alla cassa, e ti dicono: "Ancora dieci minuti". E' falso, e intanto ti logori i nervi scommettendo quale tavolo ti sia destinato e facendo una sorta di pressione oculare colpevolizzante su chi ancora chiacchiera nonostante sia già al caffè. In pratica ti ritrovi costretto a detestare chi se la prende comoda: proprio il motivo cui si va al ristorante!


Dagospia 07 Aprile 2004