EDITORIA IN ALLEGRA - "IL RIFORMISTA" UCCELLA IL COLOMBO DELLA "DISUNITA'": "CITIZEN BERLUSCONI" E L'INTERVISTA AL «DIRETTORE DI UN PICCOLO QUOTIDIANO DI SINISTRA» - NEW "MANIFESTO" HORROR, REGIA DI DARIO ARGENTO.
Da Il Riformista
1 - Ieri sull'Unità, in prima pagina, c'era un inserto pubblicitario che reclamizzava l'ultima novità editoriale contro il Cavaliere: un video americano intitolato "Citizen Berlusconi/ Il presidente e la stampa". Per quanto riguarda il premier, nulla di nuovo. Semmai il particolare più divertente del documentario, che sta facendo sorridere e interrogare tutti quelli che lo guardano, interessa da vicino proprio il direttore dell'Unità, Furio Colombo. La scena comincia con un giornalista d'oltreoceano che annuncia l'intervista al «direttore di un piccolo quotidiano di sinistra».
A questo punto, visto l'aggettivo «piccolo», uno si aspetterebbe di vedere Curzi o Polo o Polito. Invece no, compare proprio lui: Furio Colombo. E a noi rimane la curiosità di sapere perché il quotidiano che dirige sarebbe «piccolo». Forse il giornalista si riferisce all'organico della redazione (la metà di quella di un tempo)? Oppure all'autorevolezza politica? Insomma, vorremmo capire se quel «piccolo» ha un valore quantitativo o qualitativo. Servirebbe una spiegazione da parte degli americani o quantomeno, in caso di gaffe o errore o lapsus, una rettifica del doppiaggio.
2 - Pax colombiana. Ancora a proposito di Colombo. Passata la bufera del caso Unità-Fassino-mazzate dei pacifisti-titolo di taglio, il direttore dell'Unità starebbe lavorando, come racconta una fonte ds, per una sua «conferma ad libitum». Tramontata, infatti, come sembra, l'ipotesi di una candidatura alle Europee (casomai se ne riparla alle prossime politiche, magari con un seggio sicuro al Senato), Colombo avrebbe ricucito con successo i suoi rapporti con il segretario ds, cui è legato da un'amicizia solida, e vorrebbe rimanere a fare il direttore anche dopo il 13 giugno.
Il problema, però, per lo stesso Fassino, è vedere come l'Unità di Colombo (e anche di Padellaro) attraverserà il deserto di fuoco della prossima campagna elettorale. Ovvero se il quotidiano dei Ds si schiererà senza se e senza ma con la lista unitaria oppure sceglierà l'equidistanza fra il Triciclo e il tandem Occhetto-Di Pietro, editorialista quest'ultimo del giornale fondato da Gramsci e adesso diretto da Colombo. Per questo motivo, nelle prossime settimane, le firme dell'Unità saranno monitorate con la massima attenzione.
3 - Trentatré anni. Il Manifesto compie gli anni di Cristo, cioè trentatré, e per l'occasione si regala un restyling grafico curato dal solito e bravissimo Pier Giorgio Maoloni. Il debutto del «nuovo Manifesto», questo lo slogan della campagna pubblicitaria, retto dalla diarchia Polo-Ciotta è previsto per il 27 aprile prossimo, un giorno prima del compleanno ufficiale (il quotidiano comunista nacque il 28 aprile 1971). In sostanza, il formato resta lo stesso di oggi ma i lettori troveranno in edicola un giornale con nuove sezioni (inchieste e storia, per esempio) e la rubrica delle lettere spostata all'interno.
Il restyling sarà promosso da una serie di spot d'autore che verranno proiettati nei cinema. Tra i registi che hanno girato i video figurano anche Bernardo Bertolucci e Dario Argento, mentre tra i testimonial che daranno il loro volto alla pubblicità su carta ci sono Paolo Rossi, Serena Dandini e lo stesso Bertolucci.
Dagospia 17 Aprile 2004
1 - Ieri sull'Unità, in prima pagina, c'era un inserto pubblicitario che reclamizzava l'ultima novità editoriale contro il Cavaliere: un video americano intitolato "Citizen Berlusconi/ Il presidente e la stampa". Per quanto riguarda il premier, nulla di nuovo. Semmai il particolare più divertente del documentario, che sta facendo sorridere e interrogare tutti quelli che lo guardano, interessa da vicino proprio il direttore dell'Unità, Furio Colombo. La scena comincia con un giornalista d'oltreoceano che annuncia l'intervista al «direttore di un piccolo quotidiano di sinistra».
A questo punto, visto l'aggettivo «piccolo», uno si aspetterebbe di vedere Curzi o Polo o Polito. Invece no, compare proprio lui: Furio Colombo. E a noi rimane la curiosità di sapere perché il quotidiano che dirige sarebbe «piccolo». Forse il giornalista si riferisce all'organico della redazione (la metà di quella di un tempo)? Oppure all'autorevolezza politica? Insomma, vorremmo capire se quel «piccolo» ha un valore quantitativo o qualitativo. Servirebbe una spiegazione da parte degli americani o quantomeno, in caso di gaffe o errore o lapsus, una rettifica del doppiaggio.
2 - Pax colombiana. Ancora a proposito di Colombo. Passata la bufera del caso Unità-Fassino-mazzate dei pacifisti-titolo di taglio, il direttore dell'Unità starebbe lavorando, come racconta una fonte ds, per una sua «conferma ad libitum». Tramontata, infatti, come sembra, l'ipotesi di una candidatura alle Europee (casomai se ne riparla alle prossime politiche, magari con un seggio sicuro al Senato), Colombo avrebbe ricucito con successo i suoi rapporti con il segretario ds, cui è legato da un'amicizia solida, e vorrebbe rimanere a fare il direttore anche dopo il 13 giugno.
Il problema, però, per lo stesso Fassino, è vedere come l'Unità di Colombo (e anche di Padellaro) attraverserà il deserto di fuoco della prossima campagna elettorale. Ovvero se il quotidiano dei Ds si schiererà senza se e senza ma con la lista unitaria oppure sceglierà l'equidistanza fra il Triciclo e il tandem Occhetto-Di Pietro, editorialista quest'ultimo del giornale fondato da Gramsci e adesso diretto da Colombo. Per questo motivo, nelle prossime settimane, le firme dell'Unità saranno monitorate con la massima attenzione.
3 - Trentatré anni. Il Manifesto compie gli anni di Cristo, cioè trentatré, e per l'occasione si regala un restyling grafico curato dal solito e bravissimo Pier Giorgio Maoloni. Il debutto del «nuovo Manifesto», questo lo slogan della campagna pubblicitaria, retto dalla diarchia Polo-Ciotta è previsto per il 27 aprile prossimo, un giorno prima del compleanno ufficiale (il quotidiano comunista nacque il 28 aprile 1971). In sostanza, il formato resta lo stesso di oggi ma i lettori troveranno in edicola un giornale con nuove sezioni (inchieste e storia, per esempio) e la rubrica delle lettere spostata all'interno.
Il restyling sarà promosso da una serie di spot d'autore che verranno proiettati nei cinema. Tra i registi che hanno girato i video figurano anche Bernardo Bertolucci e Dario Argento, mentre tra i testimonial che daranno il loro volto alla pubblicità su carta ci sono Paolo Rossi, Serena Dandini e lo stesso Bertolucci.
Dagospia 17 Aprile 2004