DAGO BUSINE$$ - ROMITI CONGELATI PER SEI MESI? - TRONCHETTI PERPLESSO TRA RAZZA VOLPONA E DUE VUOTI DI POTERE (RCS E FIAT) - LE AMBIZIONI TORINESI DEL DUO MORCHIO-PROFUMO - CAPITALIA PAGA - ERMOLLI, CONSULENTE DI BERLUSCONI E DI MONTEZEMOLO (OH, PARISI.)

1 - L'ultimo boatos Rcs snocciola i Romiti impegnati a negoziare un congelamento della situazione per altri sei mesi. A gennaio si vedrà. Tronchetti, intanto, media. Media perché la debolezza dei Romiti si salda con un vuoto di potere che si chiama Fiat (che ha in portafoglio il 10 per cento di Rcs). Il presidente di Telecom, che ha come riferimento obbligato Berlusconi e si danna per non avere voce in capitolo nel Corriere della Sera, teme che una liquidazione sanguinaria dei Romiti da parte della Razza Volpona, tutti tipini fini con l'Ulivo in mano e il Triciclo sotto il sedere, possa tagliarlo fuori dai giochi del potere. Quindi, prima di gettare i Romiti con l'acqua sporca.

2 - Il vuoto di potere Fiat è connesso ovviamente al peggioramento dello stato di salute di Umberto Agnelli, il fratello che aveva sempre disprezzato l'auto e che una volta al vertice ha venduto i beni familiari per rimettere in sesto l'azienda a quattro ruote. Con la numerosissima famiglia Agnelli che non vede l'ora di acchiappare quello che è rimasto, il vuoto di potere potrebbe essere riempito da Giuseppe Morchio (delle ambizioni dell'amministratore delegato Fiat chiedere informazioni a Tronchetti che lo congedò a suo tempo). Morchio? Sissignore: il suo grande alleato si chiama Alessandro Profumo che ha già dipinto una Fiat in mano alle banche creditrici.

3 - Sei mesi fa Tronchetti ha assunto come ghost-writer il ghost-writer del fu Avvocato Agnelli.

4 - Capitalia annuncia che "Si è conclusa con pieno successo "Protezione Investimento", l'operazione decisa dal Gruppo Capitalia a favore dei propri clienti retail che hanno investito in obbligazioni Parmalat, Cirio e Giacomelli. Alla data del 15 maggio - giorno in cui scadevano i termini per sottoscrivere la proposta formulata a chi, al 1° gennaio 2004, deteneva titoli delle tre società in dissesto - risultano aver risposto il 97,8% dei 3.798 clienti aventi diritto al piano di ristoro economico, con una quota di adesioni di quasi il 95%".



5 - Nicola Porro per Il Giornale - La presidenza di Montezemolo avrà come suo filo rosso un atteggiamento pragmatico sui diversi dossier che via via gli si presenteranno. Un assaggio si è avuto venerdì scorso, in Assolombarda, dove Montezemolo ha riunito il suo primo informale comitato di presidenza. C'erano i suoi vice, che sono undici, e i tre responsabili dei comitati tecnici. In pochi minuti si è convenuto, con il fondamentale appoggio dei grandi supporter di Montezemolo, di lasciare la direzione generale, almeno per i prossimi mesi, nelle mani di Stefano Parisi. Che pure alla vigilia veniva dato per uscente.

Eppure Montezemolo si muove con i piedi di piombo, pragmaticamente appunto, vuole conoscere la macchina. E sulla scelta del direttore generale si è affidato alla consulenza di quel Bruno Ermolli, che ha poi convenuto sul nome conosciuto di Parisi. Ma il solido pragmatismo di Montezemolo nasce anche dal nuovo rapporto che intende costruire con le banche. L'idea della ConfAbi, cioè di una cerniera associativa tra industriali e banchieri, sarà un leit motiv della sua presidenza.

E a questo fine la proposta di Alessandro Profumo di rifondare i rapporti tra banca e impresa, lanciata e apprezzata proprio dalle pagine confindustriali del Sole24 Ore, prepara il terreno. Non solo quello dei nuovi rapporti non più e non solo triangolari tra impresa, sindacato e governo. Ma allargati anche al mondo delle banche. Ma anche quello di una nuova «classe dirigente», che dall'impresa alla banca, dai media alle Istituzioni, intende dare un contributo all'Italia, che va ben oltre le singole responsabilità.


Dagospia 26 Maggio 2004