BINARIO MORTO - TUTTI CONTRO TRENITALIA: "CHE CI PROVINO LORO A DOVER DIPENDERE TUTTI I GIORNI DA ORARI CHE NON COLLIMANO CON QUELLI DI LAVORO, DA TRENI ZOZZI, DA FASCE ORARIE PER NIENTE SERVITE."

Riceviamo e pubblichiamo:

Lettera 1
Amo viaggiare in treno. Continuo a farlo. Forse (forse) in Italia i prezzi sono inferiori rispetto agli altri paesi europei (ci vorrebbe un'analisi comparata). E non è vero che i controllori sono sempre maleducati. Però:
- è vero che i gabinetti sono sempre sporchi e maleodoranti;
- è vero che tutto puzza;
- è vero che più si va al sud, più i treni diventano malandati (il destino?) e, cosa abbastanza strana, non esiste una carrozza ristorante sui treni a lunga percorrenza notturna.
Quelli, per intendersi, che con cuccette e vagoni letto fanno il tratto nord-sud con tempi di percorrenza che vanno dalle 12 ore in su. Mai capito perché.

Lettera 2
Dago, hai pubblicato la mail di uno che nei treni ci ha viaggiato per vent'anni; io ci ho viaggiato per circa tredici senza contare i 4-5 anni di università. Mi associo a tutto quel che dice lo sfortunato di cui sopra, e non ho altro da inserire nella già nutrita lista.

Scrivo solo per inviarti un incazzatissimo (si può dire?) commento aggiuntivo che in genere nessuno fa. Mi sono rotta veramente non dico cosa di sentire l'ennesimo bello spirito - soprattutto politici, soprattutto sedicenti ambientalisti, soprattutto gente che non prenderà mai un treno da pendolari né mai farà la vita sfigatissima dei pendolari da treno - che sente il dovere di illuminare il popolo italiano su quanto sia meglio il treno della macchina.

Ma santo cielo! La finiamo con quest'idea che gli italiani prendano la macchina perché sono un branco di pigroni cretini da educare alla civiltà? Ma porca miseria: che ci provino loro a dover dipendere tutti i giorni da orari che non collimano con quelli di lavoro, da treni zozzi, da fasce orarie per niente servite che ti lasciano a nulla fare in attesa del prossimo treno, da parcheggi inesistenti in zona stazione - ah scusate, è vero, la macchina non si deve usare - da un sistema di spostamento che fondamentalmente puoi usare solo se hai un sacco di tempo da perdere e molta pazienza da sprecare.

E un'ultima cosa: questi bravi signori ci hanno pensato che magari al lavoro uno non ci porta solo la sua persona ma a volte ci va con qualche libro, qualche incartamento, dei documenti, magari anche con un capo più pesante per i cambi di stagione, forse pure con una bottiglia d'acqua... e ci pensano al fatto che i cristiani hanno tuttora solo due braccia? Perché non provano loro ad andare al lavoro sistematicamente così, carichi come alberi di natale, stressati, girati male fin dalla prima mattina? Ma con che coraggio blaterano?

Quanto a me, io resistetti fin quanto potei, poi al diavolo: mi comprai una macchina adeguata (coprivo una distanza "impegnativa") e mi misi a fare la pendolare automunita. Alla faccia dell'ambiente, cui non feci un favore. Ma per lo meno ci guadagnarono la mia autonomia e l'organizzazione della mia giornata. Concludendo: perché i vari maestri dello stare al mondo, prima di sputare sentenze, non si preoccupano di collegare il cervello alla bocca?
Donninadelcervello

Lettera 3
Caro Dagospia, a proposito di Trenitalia avrei da dire la mia!
Nel mese di maggio (quindi non nell'esodo estivo), ho prenotato (come consiglia Trenitalia!) tre posti cuccetta per me, mia madre e mia cognata, da Salerno a Bologna (quindi dal sud, verso il nord!).

Abbiamo preso il treno alle 23:00, e con incredibile sorpresa ho scoperto che all'interno della carrozza che occupavamo, non c'era la luce. Si, proprio così, non c'era la luce e ci siamo dovute sistemare alla meglio, aspettando di passare sotto qualche lampione delle stazioni che attraversavamo per poterci orientare in quel buio totale. Ho chiamato il controllore di notte, che con tanta cortesia mi ha comunicato che c'era un guasto e non poteva farci nulla, e mi ha chiesto di vedere i miei biglietti. Li a quindi ritirati promettendomi di restituirli l'indomani.

Quando alle 7 mi sono svegliata , del nostro sedicente controllore nemmeno l'ombra, della luce nemmeno, ma in compenso abbiamo scoperto un terribile odore di fogna che infestava tutta la carrozza, talmente forte che una signora anziana ha manifestato anche un leggero malore. Inutile dire che il bagno era a dir poco impraticabile, avevo addirittura paura ad iniziare una traversata delle carrozze per cercare un bagno agibile, in quanto nel buio totale delle gallerie (prima di Bologna sono numerose ed infinite) temevo per la mia incolumità.

Alla fine di questo estenuante viaggio, scendo a Bologna per fiondarmi nei servizi della stazione; dovevo darmi una rinfrescata e cambiarmi, mi aspettavano ad un appuntamento di lavoro. E cosa trovo? Tutti i bagni della stazione chiusi per lavori...
Mi sono inginocchiata per la disperazione, con la voglia di urlare a tutti che non potevano trattarmi così, come... non lo so come, non ho termini di paragone.

Devo ringraziare i gestori di un bar li vicino che con somma pazienza hanno sopportato il flusso ininterrotto di tutti i viaggiatori nel loro piccolo ed ovviamente sporchissimo bagno, ma meglio quello che avere un malore!

La mia sensazione è che "il pessimo trattamento" che Trenitalia riserva ai suoi clienti prevarica ogni prenotazione , ogni "rango" di treno, ogni orientamento, che sia nord-sud o sud-nord... Credo di aver vagamente compreso cosa potessero provare i nostri emigranti nei viaggi della speranza. Ma era un'altro secolo, un'altra situazione. Io mi sono sentita lo stesso come una viaggiatrice non degna del minimo rispetto, ero come una mucca in un carro merci!



Per la cronaca, ho promesso a me stessa di non prendere più un treno, ed il viaggio di ritorno l'ho fatto in aereo e mentre sorvolavo la nostra bell'Italia un dubbio mi rimbalzava nella mente: ma perché il controllore mi ha sottratto i biglietti? Per impedirmi richieste di rimborsi, denunce o altro?

In fondo io senza il biglietto non posso dimostrare di essere stata su quel treno, nel viaggio della disperazione... ed ancora una volta sale la sensazione di essere stata invisibile, un'entità senza dignità... Grazie Trenitalia.
Caterinaoricchio

Lettera 4
Caro signor Claudio Cristofani, anziché spendere centinaia di migliaia di euro in campagne informative per convincere i viaggiatori a prenotare i loro posti, non sarebbe più utile abbassare i costi di una prenotazione in intercity?
A Lei sicuramente,come Direttore della Comunicazione di Trenitalia, non costeranno nulla, ma posso garantirLe che prima di prenotarsi la gente ci pensa due volte.
Roberto

Lettera 5
Caro direttore della comunicazione di Trenitalia, tutti i fine settimana, per motivi personali, prendo un treno sulla linea adriatica Venezia-Ancona.
Le faccio presente che l'assenza di aria, i finestrini sigillati, l'aria condizionata che non funziona mai, così come i bagni fuori servizio e la sporcizia delle carrozze non dipendono dalla prenotazione o meno.

La scorsa settimana, addirittura, sul treno "Manin" all'altezza di Ferrara, del fumo si è propagato lungo molte carrozze preceduto da un odore acre che ha fatto svenire alcune persone senza possibilità per nessuno di poter aprire un finestrino per respirare.

L'anno scorso, in questo stesso periodo, per mancanza d'aria (sempre per colpa dell'aria condizionata inesistente) un ragazzino si è sentito male ed è stato ricoverato d'urgenza all'ospedale di Ferrara.

Ho descritto quest'ultimo episodio ai giornali e un responsabile di Trenitalia ha risposto che si stavano attivando per rendere meno obsolete quelle carrozze... che cosa dobbiamo ancora aspettare noi viaggiatori perché il vostro servizio migliori? Che accada una tragedia?
Rita Volpi

Lettera 6
Caro Dago, a proposito di treni sinceramente non ho trovato l'articolo da te riproposto così avvilente.
In fondo ha semplicemente descritto quello che chiunque prende un treno sa di trovare; quello che trovo sconcertante e la replica di Trenitalia, l'azienda ha molte giustificazioni, classico carrozzone pubblico uscito da poco da una profonda ristrutturazione, oggetto di clientelismi e di corruzione in passato e di gestioni antimanageriali ecc ecc.

Non certo il fiore all'occhiello dell'impresa pubblica italiana per innovazione e investimenti a tutto ciò si aggiunge che essa svolge un servizio sociale strategico imprescindibile, quello di garantire il trasporto a tutti, perciò: biglietti al di sotto del costo e trasporto anche in posti dove è antieconomico (lo so per certo perché abito in una piccolissima regione dove i treni hanno quasi sempre pochissimi utenti, perciò lavorano in predita).

Insomma l'inefficienza ha molte ragioni, molte ereditate, con questo non voglio giustificare lo status quo ne tanto meno creare la condizione perché ciò continui. Ma semplicemente mi andava di dare una giustificazione dovuta.

Rimane però, qui mi ripeto, sconcertante la replica dell'azienda che pur potendo fare molto si è limitata al minimo e tra l'altro uscendo del seminato parlando di prenotazione quando la critica aveva a che fare più con i bagni, l'aria condizionata e voglia di lavorare dei controllori che certamente non sarebbe aumentata prenotando per tempo.
lucano amaro


Lettera 7
Gentile Roberto D'Agostino,

dato l'interesse suscitato dal racconto del mio viaggio in treno IC, vorrei avanzare delle precisazioni e qualche argomento anch'io, se me lo permette.

Non mi fu possibile acquistare una prenotazione perché Trenitalia non ne accettava più per quell'IC in quanto già partito da un certo numero di ore dalla città d'origine, pur vendendo ancora i biglietti però per quel treno (e non uno qualsiasi), e non c'erano altri collegamenti diretti da prendere.
Penso comunque che il non avere una prenotazione non possa comportare un trattamento indecente sui treni.
Mi permetto di dire che la situazione che ho descritto si ripete tutti i fine settimana dell'anno e non solo nei sabati d'estate e che un tale sovraffollamento non può essere sopportato neanche da chi ha prenotato il posto a sedere.
Mi consenta di avanzare un'obiezione sulla presunta impossibilità di sapere quali treni possano essere i più affollati. Suppongo che esista una banca dati aggiornata in tempo reale da parte di Trenitalia che fornisce informazioni a biglietterie ed agenzie di viaggio: non si potrebbe usare quella per capire quali sono e quali saranno verosimilmente i treni più affollati?
In teoria la banca dati dovrebbe registrare tutte le ricerche effettuate e dunque rappresentare una preziosa fonte di informazione.
Visto lo stato delle cose sarei anch'io per la prenotazione obbligatoria sugli IC, ma a quel punto si dovrebbero anche far circolare più treni e aumentare le corse.
Se può interessare un feedback da una cliente abituale di Trenitalia, più le promesse fatte nelle campagne pubblicitarie sono eccessive e disattese, più le centinaia di migliaia di Euro investiti per realizzarle vanno a farsi benedire, se non suscitano un sentito disappunto nei viaggiatori e producono l'effetto opposto a quello sperato.

C'è un diffuso malumore tra i clienti di Trenitalia. A questo proposito ricordo un saggio illuminante letto qualche anno fa e scritto da qualcuno molto più autorevole di me che addirittura analizza le campagne pubblicitarie delle FS italiane come case histories
esemplari: Bruno Ballardini, Pubblicità e Comunicazione Pubblica, in Franca
Faccioli e A.A.V.V., Comunicazione Pubblica e Cultura del servizio, Carocci
2001.
Non mi pare un valido argomento dar la colpa all'inciviltà delle persone che trasgrediscono le regole per non farne delle altre. I trasgressori ci saranno sempre, l'importante è continuare a fare tentativi per far rispettare le regole, altrimenti non se ne esce fuori.
Infine, i passeggeri danno già una non piccola mano a Trenitalia perché pagano un biglietto, abbastanza salato, e non credo che ci debbano rimettere pure la salute.

Saluti,
e grazie per lo spazio.
Martina D.


Dagospia 10 Agosto 2004