QUESTO CAPELLO MI SCONVOLGE I SENSI E ZANETTI VA ALL'INTER

Articolo del settimanale "Rigore", oggi in edicola.

Capello: «Ero stato chiaro, Cannavaro o Thuram».
Sensi: «Cannavaro costava troppo».
Sensi: «Ho preso Caballero». Capello: «Caballero non so chi sia e non voglio neanche saperlo». Capello «La partenza di Zanetti rappresenta un grande rammarico». Sensi: «Zanetti non è una grande perdita, gioca poco è sempre infortunato».

Con due caratteri così, prima o poi lo scontro doveva arrivare. Capello: mento volitivo, nessuno spazio a romanticismi né feste (neanche quelle scudetto). Lui è un computer programmato per vincere. Riguardo al calciomercato i suoi non sono desideri, ma ordini. Sensi: presidente vecchia maniera, bonario e generoso all' apparenza, vendicativo spesso. Ama comandare e decidere tutto da solo.

La gaffe con lui è perennemente dietro l'angolo, ma chi crede di potergli imporre qualcosa, o rubargli la scena, nella Roma ha i giorni contati. Sensi voleva finalmente vincere e Capello lo ha accontentato, ma il tecnico non ha fatto niente per aumenta re il feeling. Per lui la Roma è un lavoro e basta. Riferisce chi è vicino a Sensi che sono almeno tre le crepe che hanno incrinato il rapporto tra presidente e allenatore.

La prima quando Sensi si è sentito forzare la mano al momento del rinnovo del contratto dall'allenatore che faceva di tutto per far sapere che in Spagna gli facevano ponti d'oro. La seconda quando Capello ha più volte minimizzato le teorie del presidente sul "vento del nord". La terza, molto netta, riguarda l'assenza di Capello da tutte le celebrazioni e soprattutto dalla festa organizzata da Sensi nella sua tenuta il martedì successivo alla conquista del titolo. Una mancanza di rispetto che al presidente non è proprio andata giù.

«A Berlusconi non lo avrebbe mai fatto» hanno pensato tutti e naturalmente l'ha pensato anche Sensi. A parole il presidente non ha fatto una piega, ma la vendetta era dietro l'angolo e Sensi l'ha servita fredda: la cessione di Zanetti. Averlo lasciato all'Inter per soli 10 miliardi è sembrato oltre che «un favore a Moratti», come ha dichiarato lo stesso Sensi, anche un dispetto al tecnico che ne aveva preteso la conferma.

A convincere il presidente che non sarebbe stato un gran danno rimandare Cristiano a Milano, sarebbe stato un importante giocatore (con cui Capello non ha mai legato troppo) che avrebbe riferito come, secondo molti suoi compagni, Zanetti rappresentasse il prolungamento degli occhi e soprattutto delle orecchie di Capello nello spogliatoio.
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Dagospia.com 13 Luglio 2001