MARIO MONTI ALL'AUTHORITY DELLA CONCORRENZA
ACCORDO AMATO-LETTA - D'ACCORDO BERLUSCONI-FASSINO
TUTTI SPAVENTATI DALL'ATTIVISMO POLITICO DI SUPER-MARIO
IL CAVALIERE FU COSTRETTO A SACRIFICARLO DA FRANCIA E GERMANIA

Giuliano Amato, nella sua doppia qualità di "zietto" della Patria ciampista e punto di riferimento del centrosinistra per tutto ciò che riguarda i ruoli istituzionali, e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Sua Eminenza Azzurrina Gianni Letta, hanno raggiunto l'accordo perché super-Mario Monti venga nominato presidente dell'Authority della Concorrenza al posto di Giuseppe Tesauro, il cui mandato scade il 31 dicembre 2004.

Si attende solo l'approvazione esecutiva da parte di Silvio Berlusconi. Ma che certamente sarà data per tre motivi:

1 - Letta non avrebbe stretto questo accordo senza il preventivo beneplacito del Cavaliere.

2 - Amato non avrebbe avanzato una candidatura sgradita a Berlusconi. Anche perché il dottor Sottile conta sull'appoggio del premier per essere eletto presidente della Repubblica.

3 - Last but not least. Silvio Berlusconi si è molto spaventato dall'attivismo (in azione a Cernobbio) e dalle dichiarazioni rese da Monti che non escludevano un suo ingresso in politica. A livelli altissimi. Nessuno scommette un euro su Prodi candidato alle politiche del 2006.



Il Cavaliere ha comunque un debito nei confronti di Monti. Dopo avergli promesso, durante la famosa cena di Arcore, la conferma a membro della Commissione Europea in conto Italia, lo ha dovuto sacrificare in seguito alle pressioni negative di Francia e Germania, il cui sistema industriale era stato molto "disturbato" dalle azioni di Monti come Commissario alla concorrenza. (Gli aiuti di stato alla francese Edf. La separazione dei ruoli nel sistema bancario tedesco).

Per avere il sì franco-tedesco, in sede di Ecofin, al progetto di legge finanziaria presentato da Berlusconi, in quanto ministro ad interim di economia e finanza, il premier è stato costretto alla resa sulla riconferma di Monti. (Quindi l'arrivo a Bruxelles del filosofo Rocco Buttiglione non ha origine - come abbiamo tutti scritto - da un mercanteggiamento anti-Follini in sede di semi-crisi di governo, ma da un do ut des con Francia e Germania per far ingoiare i conti italici).

Queste informazioni provengono da ambienti vicini a Palazzo Chigi e confermate da altri vicini ai DS. È atteso infatti il sì di Piero Fassino e Romano Prodi, ben contenti di togliersi dall'orizzonte un eventuale terzo incomodo.

L'annuncio della designazione dovrebbe avvenire nelle prossime ore.


Dagospia 17 Settembre 2004