LE DUE SIMONE - FERRARA CONTRO L'ITALIA DEL SINGHIOZZO: NON È LÌ LA FESTA. GIOIA PER DUE VITE RISPARMIATE, MA DISGUSTO PER IL FESTIVAL DELL'IPOCRISIA.
Giuliano Ferrara per Il Foglio
Le hanno rilasciate, e questo è motivo di gioia per loro, per le famiglie, per tutti noi. Ma non appena è scoppiata la notizia che gli ostaggi sbagliati sono salvi, è cominciato il festival dell'ipocrisia più sfacciata. Salvo il presidente Carlo Azeglio Ciampi e il giornalista Toni Capuozzo, non si sono sentiti commenti sobri, degni della tragica circostanza in cui la liberazione delle italiane è avvenuta.
Le italiane sono vive, non gli americani, gli inglesi, gli ebrei, i turchi, i nepalesi e Baldoni e Quattrocchi e i venti morti di Nassiriyah prima di lui. Ken Bigley, che rischia la decapitazione da un momento all'altro, è stato già ucciso in effigie attraverso la tecnica ben nota dell'umiliazione personale, l'esposizione piangente e disperata dell'ostaggio alle telecamere.
Decine di soldati americani e inglesi e polacchi e italiani sono stati uccisi e sono uccisi ogni giorno in Iraq dalla guerra santa islamica, e decine di civili iracheni sono vittime di attentati e di guerre per bande, in particolare i molti che fanno la fila per entrare in corpi di sicurezza nazionale che siano in grado di stabilizzare quel paese, di dargli pace e un embrione di democrazia elettorale dopo trentaquattro anni di dominio incontrollato del regime terroristico di Saddam Hussein.
Molti eroi caduti si sono sporcati le mani con la tragedia irachena. Simona Pari e Simona Torretta non sono e non vorrebbero essere definite eroi, sono persone che hanno fatto un onesto lavoro umanitario e alla fine si sono ritrovate a essere strumenti involontari di una colletta, che si chiama riscatto nel caso dei rapimenti finiti bene, il cui ricavato andrà ad alimentare le armi e il reclutamento della guerra contro la pace e la democrazia in quella regione del mondo. La faccenda, per le persone serie, si chiude qui, in questa gioia che precede la riflessione razionale. Poi la riflessione comincia.
Lasciamo ad altri ora il perfezionamento del simbolico eroismo umanitario delle due Simone, un simbolismo pigro, accidioso e moralmente ambiguo di cui è stato centro il Campidoglio, punto di raccolta di fiaccole che non facevano luce e di preghiere interreligiose che non hanno salvato e non salveranno coloro che sono lì a combattere una battaglia giusta e non hanno le difese del politicamente e dell'ideologicamente corretto, del pacifismo innocente e distratto quando non si tratta di lui stesso e dei suoi figli.
Sono belle le immagini tv delle due ragazze che giocano con i bimbi iracheni, che si mettono il hijab per assimilarsi alla cultura locale, che non vogliono essere scortate perché credono nel carattere benigno del mondo, ed è splendido che questa storia si sia chiusa con un lieto fine. Tutto il resto dovrebbe fare vergogna a questo paese facile facile, che prorompe in singhiozzi, ma sempre e regolarmente a singhiozzo.
Dagospia 29 Settembre 2004